Meno conosciuto del sushi ma molto diffuso in Giappone, il chirashi è un piatto casalingo gradevole e particolarmente adatto alla stagione attuale.
Il chirashi è un “sushi sparso”, letteralmente un "riso guarnito". Il riso fa da base e in superficie viene disposto, con grazia, il pesce insieme ad vari ingredienti, crudi o cotti, con particolare attenzione a consistenze, forme e colori. A differenza del sushi, il chirashi è un piatto più casalingo, non esige tagli impeccabili, dimensioni iper-precise ne' condimenti raffinati.
In Giappone il chirashi rappresenta un piatto irrinunciabile per i picnic di primavera, da gustare immersi nella bellezza delle fioriture dei ciliegi. In questo contesto somiglia concettualmente a ciò che per noi rappresenta l’insalata di riso. Il riso, come nel sushi, si cuoce per assorbimento, ovvero prima sul fuoco fino ad assorbire tutta l’acqua e poi prosegue la cottura a fornello spento, coperto. Completano poi il piatto molti altri ingredienti, che variano, rendendo il chirashi una pietanza sempre nuova e tutta da scoprire.
Ogni località, famiglia, stagione infatti interpreta la specialità giapponese in modi diversi. Così quindi, per tradizione, in un chirashi primaverile ritroveremo cinque elementi vegetali importantissimi per il rinnovamento del corpo: renkon (radici di loto) o takenoko (germogli di bambù, ve ne parliamo qui) , shijtake (una varietà difunghi), ninjin (carote), kinusaya (taccole) e gobo (radice di bardana), a cui si possono aggiungere radici o germogli (da noi introvabili). Altri elementi caratteristici sono la frittata a filettini sottilissimi, che prende il nome di kinshitamago, pesci e crostacei, crudi o cotti, soboro (carne trita cotta con zucchero) e verdure, crude o cotte. Una particolarità del chirashi è che gli ingredienti sono lavorati con tagli differenti; a filini, a tocchetti, a fette sottili, sempre con lo scopo di creare un effetto estetico elegante e insieme vivace. Quando invece gli ingredienti sono tutti o quasi mescolati al riso si ottiene un chirashi dall’aspetto più scomposto che prende il nome di gomoku sushi, “sushi sparso”.
Il condimento base del riso è quello del sushi, una miscela a caldo di aceto di riso, zucchero e sale, ma nel chirashi si utilizzano spesso sapori aggiuntivi, semi di sesamo tostati, polvere di alga nori, mix di spezie al peperoncino togarashi, striscioline di zenzero sott’aceto gari. C’è che unisce al riso anche qualche goccia di salsa di soia ma questa viene di solito servita, quando c’è, in una ciotolina a parte, magari anche con gari e wasabi (scoprite qui perché fa bene), se è presente del pesce crudo, perché ciascuno possa decidere di insaporire il proprio piatto versandola sopra a tutto o di usarla per intingerci i singoli bocconi.
Ecco dove provare questa deliziosa specialità.
Via Fratelli Picardi, 234, 20099 Sesto San Giovanni (Mi)
tel.02.22470793
tel. 351.9039306
Un ristorante che accoglie l’ospite nella morbida atmosfera di un Giappone delicato ed essenziale, affiancando ai piatti più conosciuti e richiesti dal pubblico italiano anche specialità tipiche giapponesi meno note e spesso proprio casalinghe, come katsudon o ochatzuke, riuscendo gradualmente negli anni a svelare ad una clientela sempre più numerosa ed affezionata il fascino di una cultura gastronomica vasta, variegata e complessa come quella giapponese. Il chirashi è proposto in due versioni: l’elegantissimo chirashi classico e il superlativo chirashi bento, suddiviso in nove ciotoline ciascuna con pesce e condimento differenti.
Corso Garibaldi, 68, 20121 Milano (All’interno della galleria dell’Hotel Ritter) (MI)
tel. 02 2906 0678
Un indirizzo storico dall’eleganza sobria dove sperimentare diverse specialità della cultura gastronomica nipponica; da sushi e sashimi a piatti più particolari come il sukiyaki. Il riso da sushi nel bara chirashi di Osaka è ricoperto con speciale sashimi di pesce freschissimo tagliato a cubetti.
Via Scarognini, 7, 13019 Varallo Sesia (VC)
tel. 348.7901480
Un’izakaya giapponese che ricalca la proposta dei tipici sushi-ya, i ristorantini giapponesi specializzati in sushi, in cui si serve poco altro, come sashimi, zuppa di miso e gyoza, e nei quali l’itamae istaura un rapporto diretto con i suoi ospiti. Il chirashi di Mambo parte da un riso di altissima qualità prodotto nelle risaie del Vercellese. Come pesce il salmone non manca mai per accontentare gli abitudinari locali, affiancato da tonno, unagi (anguilla giapponese grigliata), avocado siciliano, alghe e un tocco di ikura, uova di salmone selvaggio, a ricreare la perfetta armonia giapponese tra colori e sapori.
Via Torcegno, 39, 00124 Roma (RM)
tel. 338.1737246
La caratteristica izakaya romana propone diverse tipologie di chirashi in relazione alla stagione: come un chirashi autunno/invernale, con capesante e alchechengi, e un tipico chirashi per hina-matsuri che si prepara in primavera per la festa delle bambine, con radici di loto che auspicano lunga vita e l’oro della frittata che augura ricchezza.
Via Eustachi, 17, 20129 Milano (MI)
tel. 02 29406797
Oltre a pesce freschissimo, ciò che distingue il chirashi di Poporoya è la speciale salsa segreta per il riso che Hirazawa-san ha appositamente creato come suo tocco distintivo.
Via Eustachi, 20, 20129 Milano (MI)
tel. +39 02-83972091
Il chirashi da Shiro è un grande classico proposto addirittura in sei varianti, per gustare tutti i sapori autentici di pesce di altissima qualità. Immancabile l’assaggio del chirashi speciale, che celebra il meglio del mare con ventresca di tonno, salmone, calamaro, ricciola, uova di salmone, riccioli di verdura di stagione ed il tocco fresco dello shiso (basilico giapponese).
Per approfondire trovate altre curiosità nel libro di Elisa Nata Nipporivelazioni Gastronomiche, Trenta Editore, realizzato grazie alla collaborazione con AIRG (Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi).
Elisa Nata,
maggio 2024