Conoscete il chinois? Così è chiamato il colino conico, detto “cinese” non perché provenga da una lontana tradizione culinaria ma semplicemente perché la forma ricorda il tipico copricapo dei contadini asiatici. Un utensile semplice nella forma ma estremamente utile, anzi, indispensabile! Tanto che non manca mai nella dotazione dei cuochi professionali e si rivela super pratico anche nella cucina casalinga.
Come è fatto
Tecnicamente, il chinois nasce con la funzione di colabrodo. A forma di cono, con il lungo manico e, spesso, una sorta di uncino per poggiarlo saldamente sull’orlo dei recipienti, in genere è di acciaio inossidabile. Nei modelli classici, il corpo filtrante può essere di due tipi: in maglia metallica molto sottile o in lamiera forata: i primi, a rete fitta, sono adatti ai composti più liquidi e brodosi; i secondi, con forellini più larghi, a quelli più densi. Ne esistono anche modelli in tela leggerissima, perfetti per trattenere impurità finissime, come quelle che si possono trovare nell’acqua di cottura dei molluschi o in quella di ammollo dei funghi secchi. I colini cinesi professionali, infine, possono essere dotati di supporto e pestello, quest’ultimo pratico per schiacciare e spremere gli ingredienti, durante la filtrazione, così da estrarre al massimo succhi e aromi. Stringendosi verso il basso, la forma conica permette di radunare gli ingredienti da pestare, rendendo l’operazione più efficace. Mentre in uscita si ottiene un flusso di liquido filtrato regolare: utile, per esempio, se si deve raccogliere in un boccale o in una bottiglia.
Per bisque, fumetti e brodi in genere
Gli utilizzi, come si diceva, sono numerosi. Uno dei principali è per ricavare bisque e fumetti di pesce che, essendo preparati con gusci, lische e altri rimasugli di crostacei e pesci, devono essere ben filtrati, onde evitare che anche il più minimo scarto finisca nel prodotto finale.