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Chi lo conosce il Cobia?

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Un pesce versatile, buono e facile da allevare. Potrebbe essere un'importante risorsa per il futuro.

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In Italia non ne abbiamo mai sentito parlare, ma il Rachycentron Canadum - è questo il nome scientifico del Cobia - è un pesce d'acque tropicali e subtropicali, che negli ultimi anni sta conquistando il mercato internazionale.

Le prime ricerche risalgono al 1975, ma è dall'inizio del nuovo millennio  che tecniche intensive di allevamento hanno permesso di incrementare notevolmente la produzione  soprattutto in Centro America e negli USA. Una scoperta piuttosto recente, ma le virtù del Cobia sono tali che in pochi anni si sta affermando nel consumo mondiale. Infatti ha una crescita tre volte più veloce del salmone, si può allevare facilmente e, soprattutto, è molto versatile: ha carne bianca, ricca di Omega 3, si cucina sulla griglia o si mangia cruda

Il Cobia non ha ancora raggiunto le nostre tavole, ma ha già una sua notorietà anche anche in Nord Europa, tanto che Jaimie Oliver l'ha utilizzato come ingrediente segreto nel 2008 in una competizione con lo chef Mario Batali e ha intitolato la sua creazione Cobia à la Tony Blair.

Anzi, forse, come suggerisce l'Indipendent, questo pesce può rispondere alla crescente domanda del mercato internazionale e compensare alla carenze di risorse naturali (secondo il WWF le specie utilizzate oggi si esauriranno nel 2048).

"Le migliorate tecnologie permettono di pescare anche a profondità prima irraggiungibili", spiega Corrado Piccinetti, biologo di Federcopesca, "rendendo così disponibili pesci che prima non si utilizzavano. Spesso sono piuttosto brutti, ma, una volta privati di testa e pelle, si rivelano anche buoni per l'alimentazione".

Quindi forse presto lo troveremo sui nostri banchi del pesce? "Recentemente capita sempre più spesso di incontrare nuovi prodotti", commenta Piccinetti. "Prima di essere approvato per il nostro utilizzo ogni nuovo pesce deve seguire una trafila. Innanzitutto il veterinario di confine ne valuta le qualità, assicura che si tratti di un ingrediente sano e commestibile e lo immette sul mercato, attribuendogli un nome provvisorio. Dopo un ulteriore vaglio di un'apposita commissione il nome ufficiale viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale". Quindi forse, tra qualche mese ci troveremo ad assaggiare una bistecca di cobia. Ma perché no?

Livia Fagetti
13 maggio 2014

Fhoto credit: Wikimedia Commons


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