“Cosa mangiamo a pranzo?” La domanda oramai potrebbe essere leggermente ritoccata: “Cosa beviamo a pranzo?”. Centrifughe, succhi vivi, frullati, smoothies, joylent. L’alimentazione liquida, irrudicibilmente salutista, è non solo un trend, ma un fenomeno che in breve tempo sta davvero diventando abitudine per molte persone. Frutta e verdura crude e fresche - ed è importante che sia di stagione - sono davvero fonte di benessere. Attenzione, però: tutto ciò non deve avvenire a scapito delle fibre, la cui presenza nella dieta è fondamentale. In poche parole, le bevande non devono rimpiazzare completamente il consumo di frutti e vegetali interi.
Una volta da noi c’erano solo gli esotici frappé che, a dispetto delle apparenze, spesso altro non erano che polverina in busta e tanto ghiaccio. Le bevande-pasto, o almeno bevande-snack, odierne si presentano invece come il sano vero, e in molti casi senza dubbio lo sono, anche se associarle in automatico a un toccasana non è corretto – in primis, se la frutta e verdura in partenza è impestata di sostanze chimiche.
Vediamo intanto le differenze tra le varie forme di pasto che non ha bisogno di posate. L’icona contemporanea è il centrifugato. La differenza fondamentale tra questi e le altre categorie è il centrifugato contiene pochissime fibre: dalla frutta e dalla verdura viene estratta la “essenza fluida”. A dir la verità, ciò che veramente “estrae” il succo è l’estrattore, una macchina diversa dalla classica centrifuga. Se la prima gira “a caldo”, l’estrattore lavora “a freddo”.
Dall’estrattore si ricava ciò che viene definito un “succo vivo”, un concentrato un poco più denso rispetto al centrifugato, e che dovrebbe mantenere davvero intatte tutti i preziosissimi nutrienti – vitamine, minerali etc. Un po’ come l’olio d’oliva “spremuto a freddo”, la qualità e i benefici sono tendenzialmente superiori. Queste macchine sono molto più costose, e nella versione più di lusso sono in grado di estrarre il succo persino dalla frutta a guscio, per ottenere delle versioni casalinghe di latte di mandorle, di noci etc.
La mancanza di fibre ha i suoi vantaggi – soprattutto per chi desidera aumentare le vitamine e gli enzimi in corpo, e tenersi leggero. D’altra parte le fibre fanno bene, in primis alla funzione intestinale, essendo una specie di “spazzino” che pulisce. Le fibre - che, ricordiamolo, non hanno calorie - sono davvero importanti per la salute dell'intestino e quindi del nostro intero organismo. L’eccesso di beverone, dunque, non va bene: può dare gonfiore e persino diarrea. Bisogna scegliere la formula giusta per sé in questo momento; di solito la cosa migliore è alternare.
I frullati e gli smothies sono invece ricchi di fibre, e infatti regalano una sensazione di sazietà nettamente superiore a centrifugati e succhi vivi. Ma che differenza c’è? Poca, a volte niente! Diciamo che nel tradizionale frullato si metteva il latte (ma non necessariamente). Negli smoothies normalmente non c’è: ci può essere lo yogurt o magari latti vegetali, oppure essere fatto semplicemente con frutta e verdura ben frullata, fino a ottenere una consistenza cremosa e setosa.
E i joylent cosa sono? Bevande sostitutive dei pasti, confezionate e teoricamente bilanciate. In polvere, da mischiare con acqua. Una categoria a sé, da citare solo per conoscenza, perché si tratta in questo caso di un prodotto industriale, mentre il concetto di centrifugati&c è abbastanza antitetico. È vero: adesso si trovano anche in scaffale o nel banco-frigo del supermercato, ma la frutta e la verdura non hanno pari quando consumate fresche e appena centrifugate, o frullate che siano.
I "beveroni" di cui stiamo parlando sono davvero un toccasana, un’onda liquida di energia in corpo, a patto che gli ingredienti di partenza lo siano: freschi, maturi al punto giusto, e decisamente biologici o ancor meglio biodinamici, preferibilmente.
E adesso parliamo di quali ingredienti: sulla frutta e la verdura, non bisogna far altro che sbizzarrire la propria fantasia, mischiando profumi e colori. E attenzione: verdure che siamo abituati a mangiare solo cotte, sorprendono gradevolmente quando usate da crude, e liquide. Zucchini, barbabietole, persino patate dolci.
Ci sono tanti alimenti che possono essere uniti per arricchire e variare le vostre proposte: dalle erbe aromatiche – per esempio il basilico, anche con la frutta – alle spezie, alle alghe (la spirulina, per esempio), ai rizomi – come quello di zenzero e curcuma.
Le versione più solide di frullati e smoothies possono essere mangiate al cucchiaio, come gazpacho estivi o budini di frutta, conditi con semi (girasole, zucca etc), mischiati con i cosiddetti “superfood” in bacche per esempio, come quelle di Goji, o in polvere, come l’andina Maça. Questo potrebbe essere il momento perfetto per iniziare a provarci gusto, e trasformarlo in un’abitudine prosperosa anche nei mesi invernali.
Carola Traverso Saibante
12 agosto 2016
aggiornato a luglio 2019