Non è certo un gusto per lattanti e nemmeno per palati immaturi: ai bambini anzi, così inclini al dolce, bisognerebbe nasconderla o vietarla e aspettare che raggiungano la maggiore età prima di svelare loro la sua esistenza. Perché la catalogna è verdura naturalmente amara che non farà nulla per compiacerli: prendere o lasciare.
Cos'è la catalogna
Nella sua famiglia vegetale d'altronde non è l'unica detentrice di questo sapore: caratterizzata da un grosso cespo bianco terminante in lunghe foglie verdi (che talvolta raggiungo i 50 cm), la catalogna infatti fa parte della stessa famiglia della cicoria selvatica o da campo, come il radicchio, la scarola e l'indivia, che sono pure amari.
Stagionalità e come consumarla
Al mercato la si può trovare quasi tutto l'anno ma la stagione migliore in cui coglierla è quella invernale, da novembre all'inizio della primavera perché in questi mesi tende a essere più tenera e croccante. Il suo cespo e le foglie sono entrambi commestibili, purché lavati ripetutamente, con cura, visto che tra le coste, ben strette l'una all'altra, potrebbero nascondersi terriccio e piccoli insetti. Una volta sfogliata, privata della radice, delle parti più dure e di quelle un po' rovinate, è obbligatorio tagliarla in grossi pezzi e lessarla per una decina di minuti (o qualcuno in più se è stata colta già molto grande). Fanno eccezione solo le tenere infiorescenze centrali (le cosiddette puntarelle) che, nella varietà in cui sono presenti, vengono consumate crude. Ma se di catalogna matura si parla, è solo il fuoco che ci aiuta ad addomesticarla.
Come gustarla
Quando sarà cotta, risulterà ottima semplicemente condita con un buon olio d'oliva extravergine, qualche goccia di limone e un pizzico di sale, oppure "ripassata", cioè saltata in padella con qualche cucchiaio d'olio, una punta di peperoncino, uno spicchietto d'aglio e sale, così come usa specialmente nel Lazio, dove la locale varietà "catalogna frastagliata di Gaeta" è rinomata e ha anche ottenuto il riconoscimento di Prodotto alimentare tipico (Pat).
Abbinamenti
Abbinamenti classici di questa verdura, assai diffusa anche in Puglia e in Abruzzo, sono soprattutto quello con le patate o il purè di fave che tendono a stemperare l'amaro; con il burro e il parmigiano che la fanno ricca e nutriente; con i pomodorini e le cipolle che di nuovo l'addolciscono aggiungendovi un piacevole gusto a contrasto; con le acciughe, i capperi o il pecorino che ne accendono il sapore con ulteriore carattere. È poi ottima in zuppe, minestroni, ripieni e polpettoni, nonché nella farcia delle torte salate.
Perfetta anche a dieta
Povera com'è di calorie (solo 10 per 100 grammi) non teme i regimi dietetici più duri, inoltre le sue sostanze amare stimolano i succhi gastrici e la corretta digestione, perciò sarebbe un'ottima idea aggiungerne una porzione a inizio pasto. Va solo tenuto conto che ha anche un buon potere saziante, quindi attenzione a non esagerare quando il maggior interesse è proprio fare onore a tutto il pasto. Infine va detto che quel suo caratterino amaro, niente affatto docile e poco incline a lusingarvi, si potrebbe mitigare con un lungo ammollo in acqua fredda, aggiungendo un cucchiaino di bicarbonato nell'acqua di cottura e, se vi piace l'aspro, con qualche fetta di limone o una spruzzata di aceto, sempre da mettere nell'acqua. Dopotutto siamo così certi di volerlo?
Daniela Falsitta
febbraio 2023