Il Carnevale italiano è la festa più allegra e più golosa dell'anno. Tra piatti della tradizione, frittelle, chiacchiere, rievocazioni storiche e cortei in maschera
Quando le giornate si allungano l’Italia si immerge in un vortice di colori, suoni e profumi che aleggiano tra le vie dei borghi in vista del Carnevale.
Le origini di questa festa così tanto attesa e amata, soprattutto dai bambini, è sospesa tra sacro e profano, tra rinascita ed eccessi. A Carnevale si ha la reale impressione che tutto sia possibile: dalle più originali maschere, le più belle sfilano a Venezia, ai carri allegorici e ai giochi rievocativi, come la Battaglia delle Arance al Carnevale di Ivrea. Dai picchi glicemici dati dai dolci della tradizione gustati a tutte le ore, al profumo di vaniglia, frittelle e zucchero che aleggia tra borghi e città trasformandoli in scenari fiabeschi. Durante questi giorni di festa, quando più del solito è concesso, ogni strada racconta una storia di antichi rituali e influenze culturali da vivere come un tuffo in un universo parallelo.
Un po' di Storia
L'essenza del Carnevale, quella dove l'impossibile si trasforma in possibile, risale ai Saturnali dell’antica Roma: le celebrazioni in cui l’ordine sociale si sovvertiva temporaneamente invertendo i ruoli di schiavi e padroni, mentre i ricchi banchetti e gli eccessi di ogni genere scandivano i giorni di festa.
Con il Cristianesimo, la ricorrenza si trasformò in un periodo di libertà culinaria prima della Quaresima: una autentica celebrazione della vita e dell'abbondanza, prima della sobrietà del digiuno. Per questo il termine Carnevale deriva dal latino carnem levare, ovvero eliminare la carne, proprio perché evoca la restrizione alimentare quaresimale.
Il calendario dei giorni di festa può variare a seconda del rito: non in tutta Italia il Carnevale si conclude con il Martedì Grasso.
Nel rito romano, l’ultimo giorno di festa precede il Mercoledì delle Ceneri, mentre nel rito ambrosiano, praticato principalmente a Milano e dintorni, la festività prosegue fino al sabato successivo. Secondo la tradizione, questa differenza deriverebbe da Sant’Ambrogio, il quale, trovandosi lontano da Milano in quei giorni, chiese ai fedeli di attendere il suo ritorno per iniziare la Quaresima.
La festa della dolcezza e della creatività
Il Carnevale rappresenta anche il trionfo dei sapori, perché ogni regione vanta dolci tipici tramandati da generazioni di famiglia in famiglia. Le chiacchiere, leggere e croccanti sfoglie fritte cosparse di zucchero, sono protagoniste in molte tavole italiane, mentre a Venezia si gustano frittelle ripiene di crema o uvetta. In centro Italia si compongono corone di palline fritte con il miele, in Sicilia, invece, non mancano i coriandoli di zucchero colorato, che aggiungono un tocco di dolce magia alla festa.
Ma il Carnevale non è solo gusto e spettacolo: è un rito collettivo, un momento di libertà in cui le maschere annullano le differenze sociali e danno spazio all’immaginazione. Arlecchino, con il suo costume a losanghe colorate, porta in scena l’astuzia popolare, mentre il Dottor Balanzone di Bologna sfila con sapienza e ironia. Ogni personaggio racchiude un frammento di storia e cultura, che si rinnova di generazione in generazione.
Durante i giorni di Carnevale, la trasgressione dà il via libera soprattutto a tavole imbandite di ogni bene. Nelle cucine si tessono ricchi menù combinando sapori e colori di ricette salate della tradizione, menù delle feste e dolci fritti o al forno, come si farebbe con la trama e l'ordito. Tra i primi piatti per Carnevale ci sono le immancabili lasagne delle feste, i coloratissimi gnocchetti che sembrano una manciata di coriandoli nel piatto o le tagliatelle di barbabietola che si avvolgono alla forchetta come stelle filanti. Anche i risotti accendono la tavola di colore, come quello allo zafferano con le nocciole oppure il risotto ai lamponi con la trota affumicata. Tra i piatti della tradizione che non possono proprio mancare a Carnevale, c'è la ricca focaccia salentina, con mozzarella e lonza di maiale.
Fritti, al forno, con le uvette o con la crema pasticciera, con il miele o con lo zucchero, cristallino oppure al velo, da mangiare da soli o con una salsa calda allo zabaione. Questi sono solo spunti di dolcezza che riportano alle varianti dei dolci tipici del Carnevale. Ogni regione ha la propria versione, ma in Italia chiacchiere e frittelle si gustano ovunque e solo a Carnevale. Magari si chiamano con nomi diversi, ma la formula segreta delle chiacchiere è quella: farina, burro, uova, zucchero e una nota alcolica. E per le frittelle di Carnevale: latte, burro, zucchero, farina, bicarbinato, aroma di vaniglia e acqua, con tocchi aromatici a piacere. A Carnevale i dolci tipici, come chiacchiere e frittelle, sono facilissimi da preparare in casa. In Toscana hanno un ciambellone per le feste che si chiama berlingozzo, ma per gli altri dolcetti bastano davvero pochi ingredienti e altrettanti euro per vassoi colmi di chiacchiere e frittelle da portare in tavola come fine pasto o per la merenda. Certo è che anche le pasticcerie hanno i loro dolci per Carnevale, oltre alle chiacchiere, che uniscono di fatto tutta Italia, si passa dai tortelli agli sfinci di riso, dalla pignolata messinese alle ciambelle fritte, passando per i tortelli milanesi e i churros preparati a Roma. Entrare in pasticceria di questi tempi significa celebrare il Carnevale con eccessi molto, molto golosi.
Sorseggiare del buon vino insieme ai dolci tipici di Carnevale, ne esalta certamente gli aromi bilanciando, quando necessario, il bouquet di sapori. Ecco che scegliere il vino giusto da sorseggiare con il fritto, non è mai semplice. Per questo è necessario scegliere Moscati creati ad hoc per accompagnare i dolci, come quello di Trani, Noto e Saracena.
Martina D'Amico,
febbraio 2025