Gennaio: è tempo di buoni propositi. Fare più attività fisica, archiviare i documenti, stare meno sul cellulare, leggere di più e, naturalmente... mangiare e cucinare meglio. Ecco quindi la lista dei 5 buoni propositi suggeriti dalla redazione di Sale&Pepe per un nuovo anno ricco di... nuove abitudini!
Mangiare meglio
Sembra scontato e... sembra facile! Ma con tutto quello che, negli ultimi anni, stiamo imparando a proposito di prodotti e alimentazione corretta, non possiamo più ignorare il vecchio detto che siamo quel che mangiamo. Per fortuna, l’ultima tendenza è di abbandonare calcoli complicati di calorie e nutrienti: nel tale pasto mangio/non mangio questo o quello perché mi forniscono tot microgrammi di... con un valore energetico di... Oggi, mangiare meglio significa considerare la nostra dieta nel suo complesso adottando una volta per tutte atteggiamenti più salutari. Senza divieti assoluti ma con un invito alla moderazione. Quindi, limitare carni rosse e trasformate (salumi e affini), mangiare più pesce, ridurre gli zuccheri intesi non solo come dolci ma anche come porzioni di pasta e pane, privilegiando quelli integrali. Ancora, aumentare il consumo di legumi, ortaggi e frutta. E naturalmente ridurre i grassi, preferendo quelli vegetali insaturi a quelli saturi di origine animale. Nulla di nuovo, direte! Sono i principi di una qualunque delle diete detox che, in questo periodo, vanno per la maggiore. Ma non pensate anche voi che sia giunto il momento di mettere in pratica tutto l’anno queste semplici regole? Una via per organizzare meglio il nostro modo di mangiare può partire dalle linee guida pubblicate dal Crea, l’organismo del Ministero delle politiche agricole che si occupa, anche, di sana alimentazione (le trovate qui). Per scoprire che, all’interno di una settimana di pasti ben costruiti, può trovare spazio anche la “trasgressione”, il peccato di gola saltuario, il quadretto di cioccolato davanti alla tivù o il giropizza del fine settimana con gli amici.
Sperimentare
Se rivoluzione deve essere, perché non percorrere anche nuove strade gourmand? Una dieta varia passa non solo dall’alternanza di cibi e preparazioni, per apportare tutti i nutrienti necessari, ma anche da una miscellanea di gusti diversi, per scongiurare la noia e rinnovare il piacere della tavola. Sempre facendosi guidare dalle regole di una buona alimentazione, perché non approfondire la vostra conoscenza delle cucine straniere? Per esempio quelle asiatiche, che possono sorprendervi con specialità raffinate, golose e anche salutari. I piatti a vapore cinesi, i dhal indiani a base di lenticchie, ramen, sushi e sashimi giapponesi: tutte ricette che si possono preparare anche in casa, magari durante il weekend, quando avete più tempo a disposizione per giocare con ingredienti e tecniche diverse. Un altro mondo da scoprire è quello delle ricette vegetariane e vegane da provare non in sostituzione ma come alternativa a quelle di carne o pesce. Il settore è in continua evoluzione, al supermercato come nei negozi di alimentazione naturale ci sono decine di prodotti da provare e persino diversi chef si cimentano sempre più volentieri con la cucina vegetale e con materie prime inedite come la “finta carne”. Fra loro, il milanese Eugenio Roncoroni che Al Mercato, ristorante tempio della carne, prepara i suoi iconici hamburger anche in versione green, con patties (burger) a base di proteine di piselli, davvero simili per sapore e texture a quelli di manzo macinato. E a proposito di hamburger, sono diverse le catene di fast food che hanno inserito in menu versioni senza carne né pesce. Per peccati di gola... un po’ meno peccaminosi. Fra queste, Bun Burgers, specializzati in ricette american style, e Kebhouze, la neonata catena di “kebabberie” che propone la versione plant based abbinata a ingredienti nostrani come grana padano (in quella vegetariana), pomodori secchi, olive taggiasche.
Cambiare il modo di fare la spesa
Se avete trovato spunti interessanti nei due paragrafi precedenti, lo capite da voi: il buon proposito che ne consegue è quello di compilare una nuova lista della spesa. Più ricca di frutta e verdura di stagione, legumi, cereali e materie prime di qualità. Due le motivazioni. La prima è squisitamente (è il caso di dirlo!) gastronomica: se vogliamo costruire una dieta più salutare, senza eccessi ma anche senza mortificazioni, dobbiamo portare in tavola cibi migliori, più gustosi e genuini, allontanandoci quando possibile dalla “standardizzazione” dei prodotti industriali. La seconda ha a che fare con la sostenibilità: ortaggi biologici, carni da animali grass feed cresciuti al pascolo, formaggi artigianali, farine e riso a filiera corta... Non sono solo più buoni sulla tavola, ma anche per l’ambiente, grazie alle migliori pratiche di coltivazioni e allevamenti. Recuperare l’abitudine di fare la spesa dal contadino o al mulino, ma anche al mercato rionale o al negozio sotto casa, sono sistemi alla portata di tutti per tenere vivo il territorio e sostenere il lavoro dei tanti impegnati nel mondo del food.
Ridurre gli sprechi
Certo, una spesa di qualità costa fatalmente un po’ di più. Sebbene anche i nostri supermercati stiano ampliando l’offerta di specialità bio o di piccole aziende, con prezzi abbastanza convenienti, la spesa in bottega può apparire onerosa e trovare posto a fatica nel budget famigliare. Il segreto è uno solo: approfittare del fatto che stiamo comprando meglio per comprare meno. O meglio, il giusto. Quello che prevediamo di mangiare finché è ancora fresco, buono, saporito. Quante volte, infatti, un grosso taglio di formaggio dozzinale rimane dimenticato in frigo, perché non piace molto, finendo per fare la muffa ed essere gettato? Non sarebbe preferibile acquistarne uno più pregiato, così buono che nemmeno una briciola ne va sprecata? Ridurre la quantità di alimenti che buttiamo nel secchio dell’umido è un comportamento responsabile ed etico e, alla lunga, un risparmio per il portafoglio. Risparmio che possiamo reinvestire... nella prossima spesa di qualità!
Fare decluttering in cucina
Abbiamo riordinato le idee a proposito di cosa mangiare e come sceglierlo: è ora di fare - letteralmente - ordine anche in cucina. Si chiama decluttering ed è una vera e propria disciplina che prevede di eliminare quello che ingombra, fare spazio e... lasciarlo vuoto. Disfarsi del superfluo per creare un ambiente più gradevole, dove cucinare e sedersi a mangiare in armonia. I nostri cassetti, stipi e ripiani sono stracolmi di utensili inutilizzati, piccoli elettrodomestici che funzionano a singhiozzo, coltelli che non tagliano, presine bruciacchiate. È arrivato il momento di tirare fuori tutto, mettere la mercanzia in bella mostra sul tavolo, analizzarla e decidere senza rimpianti di far sparire quel che non si usa più. Naturalmente, con criterio. Tutti gli oggetti in buone condizioni possono essere donati a chi li può utilizzare. I piccoli elettrodomestici guasti (i cosiddetti Raee), che non vale la pena di riparare, devono essere smaltiti correttamente nelle isole ecologiche. I contenitori con coperchi a tenuta ermetica che non tengono più gettati fra la plastica o il vetro, ma non se sono di ceramica, che va nell’indifferenziato. E così via. Fatta questa selezione, riponete negli armadietti solo quello che decidete di tenere. Scoprirete di aver ridotto il numero di oggetti impilati e incastrati fra loro, tutti risulterà più facile da individuare, prendere e riporre. Il prossimo passo? Aprite la dispensa e occupatevi dei vecchi vasetti di spezie ormai prive di aroma, dei prodotti scaduti, dei legumi secchi polverosi... Se d’ora in poi seguirete la regola del “comprare meno” vedrete che, il prossimo anno, non ne avrete più da buttare!
Francesca Romana Mezzadri
foto di Stefania Giorgi
gennaio 2022