Nella bacheca all'ingresso del bar "Senza Nome" di via Belvedere, di fronte al Mercato delle Erbe, Bologna, si legge questa frase: “Se al bancone vuoi ordinare usa la Lingua dei Segni, i bigliettini in bacheca, scrivi sui foglietti, gesticola, trova tu una soluzione”. Qui sono racchiusi il segreto, la difficoltà ma anche il successo di questo locale, gestito da Sara e Alfonso, due ragazzi non udenti, che accolgono ongi giorno una clientela fatta sia di sordi sia di persone udenti.
Tutto nel bar è votato all'integrazione tra due mondi che faticano a comprendersi e tra i quali sono alte le barriere: anche i prodotti venduti e somministrati arrivano, fin dove è possibile, da aziende spesso biologiche gestite da non udenti. Mentre oltre alla classica ristorazione e al bancone del bar, vi è una sala in cui vengono organizzati eventi culturali per sensibilizzare chi sente a scoprire un mondo nuovo, ma anche per fare rete tra chi invece non sente e può così trovare un luogo di scambio e interazione.
A ottobre scorso il Senza Nome ha compiuto i suoi primi due anni di attività e oggi, dopo due anni e mezzo dall'apertura, un video reportage del Corriere della Sera (clicca qui) ne racconta le difficoltà: il più forte, è quello della barriera linguistica. Per ordinare è possibile imparare la lingua dei segni (nel locale si trovano ovunque cartelli su cui sono visualizzati i segni corrispondenti alle ordinazioni più comuni), oppure usare il labiale, o ancora usufruire del servizio di bigliettini (alcuni già precompilati per velocizzare il servizio) disponibili in un angolo del bar. Vi è anche il cosiddetto "angolo del cocciuto": una zona con uno specchio dove, chi non riesce a superare le difficoltà e le diversità, può riflettere e... guardare dentro se stesso.
Nonostante le preoccupazioni iniziali dei due gestori e la location (una zona difficile, spesso teatro di episodi di microcriminalità), il bar è diventato un punto di riferimento importante per tutti, dai sordi che vi arrivano da tutta Italia per la programmazione artistica e culturale, agli abitanti del quartiere, agli studenti: la mattina (si apre alle ore 10 e si va avanti fino a notte) la sala si trasforma anche in un'aula studio dove è possibile trovare un po' di tranquillità e il WiFi gratuito. Per seguire eventi, programmazione e tutti gli aggiornamenti del Senza Nome si può consultare la loro pagina Facebook (clicca qui).
Eva Perasso
31 marzo 2015