Italiani pazzi per la canapa. Da quando, nel 2016, è stata emanata una legge che promuove la filiera agro-industriale di questa coltura c’è stato un fiorire di iniziative per riportare la canapa nei campi degli agricoltori italiani. E anche nei loro piatti.
Boom di coltivazione
La canapa è stata a lungo una coltivazione usuale nei campi italiani, arrivata a ben 100mila ettari, regalandoci il ruolo di secondo produttore al mondo dietro l’ex Unione Sovietica, è stata ampiamente usata per tessuti, vele e cordami. Ma poi, con l’arrivo delle fibre sintetiche e di quelle naturali low cost d’importazione, è stata abbandonata a partire dagli anni ’50. Il colpo di grazia è arrivato nel 1975, quando, per combattere la diffusione delle droghe, sono state introdotte norme così severe sulla coltivazione della canapa tessile, da farla praticamente sparire. Però da qualche tempo il trend si è invertito. Negli ultimi tre anni, infatti, i terreni coltivati a canapa sono cresciuti di quasi il 200% arrivando a superare i 2500 ettari e inserendoci di nuovo tra i primi dieci produttori al mondo, come rileva l’associazione di settore Federcanapa.
Non è più fuorilegge
Il punto di svolta è stato il 2000 quando l’Unione Europea ha deciso di sovvenzionare la produzione di canapa, di cui in Europa sono consentite ben 54 varietà. L’Italia è stata così costretta a rivedere le severe leggi che regolavano questa coltivazione e a fare chiarezza sulle tipologie consentite e quelle vietate. Quelle ammesse hanno un contenuto irrisorio di Thc (il principio attivo), e quindi non hanno effetti psicoattivi, e le coltivazioni devono essere segnalate e sottoposte a controlli ufficiali.
Con la legge 242 del 2016 dunque anche l’Italia ha dato possibilità agli agricoltori di coltivare la Cannabis sativa senza rischi legali e ne ha promosso la reintroduzione. Questo provvedimento ha così aperto la strada alla nascita di un’intera filiera, che spazia dalla selezione dei semi alle tecnologie per la coltivazione biologica, dalla coltivazione idroponica fino all’industria della trasformazione, alimentare e non.
Mai assaggiato la canapa?
“Un ingrediente in forte ascesa negli alimenti dell'orgoglio italiano”: così la definisce Canapa Mundi, la manifestazione annuale dedicata a questo prodotto, appena terminata a Roma. Una definizione azzeccata visto che in tavola è davvero una risorsa sorprendente poiché dalla canapa si possono ottenere tanti prodotti. I più tradizionali sono i semi di canapa, usati già nella cucina rinascimentale in zuppe e oggi valorizzati anche nelle ricette dei prodotti da forno oppure, tostati, in insalate, yogurt e frullati. Tra l’altro, contenendo tutti gli amminoacidi essenziali ed essendo ricchi di vitamine (come la E), sono un ottimo alimento anche sul piano nutrizionale e una buona fonte di proteine soprattutto per vegetariani e vegani. Li si trova ormai regolarmente nei negozi di alimenti naturali e nei supermercati, sia nella versione integrale che decorticati. Dai semi si ricava anche un olio, delicato e dai profumi di nocciola, ricco di Omega 3 e Omega 6, di antiossidanti e di vitamina E, che si usa rigorosamente a crudo. I semi di canapa sono anche l’ingrediente base dell’hemp-fu, un tofu vegano dal sapore intenso, che si consuma semplicemente saltato in padella o aggiunto come ingrediente nell’impasto di torte e dolci al cucchiaio.
Dalla macinazione dei semi di canapa si ottiene una farina ricca di fibre, adatta a preparare pane, dolci e biscotti e con il vantaggio di essere priva di glutine. Sarà per l’effetto novità, sarà per la riscoperta di un prodotto così tradizionale, per il suo seducente aroma di nocciola o per l’interesse per gli alimenti vegetali, fatto sta che molti produttori alimentari stanno sperimentando nuovi usi della canapa: dalla birra ai budini, dalla crema spalmabile ai gelati. Perché, allora, non provarla? È sana, genuina e si presta a mille ricette, adatte per tutti, dai vegani ai celiaci.
Dagli alimenti ai cosmetici
La coltivazione delle diverse varietà di canapa non è interessante solo sul fronte alimentare. Questa pianta può essere usata in molti settori: con le sue fibre si fanno indumenti freschi d’estate e caldi d’inverno, con i suoi semi si producono cosmetici ad alta tollerabilità, con le sue foglie pannelli isolanti e ignifughi per la casa e semilavorati innovativi per le industrie alle opere di bioingegneria. In agricoltura, poi, la canapa ha due pregi: è perfetta nella rotazione agronomica prima dei cereali e degli ortaggi autunnali e invernali e diventa così alta da non richiedere l’uso di fitofarmaci contro le infestanti. Anche sul fronte ambientale la canapa è una pianta dalle grandi risorse: sequestra grandi quantità di C02 e assorbe gli inquinanti presenti nei terreni.
Manuela Soressi
febbraio 2017