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News ed EventiConsigli praticiBarista: perché è scritto in etichetta?

Barista: perché è scritto in etichetta?

Dal latte al caffè ai cereali: ma cosa significa?

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Sicuramente non c’è da spiegare agli italiani cos’è un “barista”: lo sanno da secoli. Da quando, nel 1683, venne inaugurata la prima bottega del caffè a Venezia. O da quando, nel 1884 il torinese Angelo Moriondo brevettò la prima macchina automatica per realizzarlo e a che dacché, nel 1906, il caffè espresso fece il suo debutto all’Esposizione Universale di Milano. Oggi in Italia ci sono almeno 150mila baristi visto che tanti sono i caffè in attività. Ma per gli stranieri “barista” è un termine giovane. E molto trendy, tanto da essere citato sull’etichetta e nelle pubblicità di tanti prodotti. Ma cosa significa esattamente?

Tutti vogliono essere “barista”

Durante il 20esimo secolo il miglioramento continuo delle macchine per l'espresso e l'espansione delle caffetterie oltre i confini italiani hanno determinato una forte domanda di baristi qualificati, soprattutto all’estero. Negli Stati Uniti, ad esempio, la presenza di un barista è diventata sinonimo di caffetterie specializzate, che offrono una serie di bevande a base di espresso, e che le hanno fatto conoscere agli americani. Del resto, Starbuck’s, coi suoi “baristas”, docet. Così la parola “barista” è emigrata dal Bel Paese al resto del mondo, ed è rimasta come in italiano, senza traduzioni, in onore al paese riconosciuto come la patria dell’espresso. E ha portato con sé l’idea che il barista è un professionista coi fiocchi: sa riconoscere i caffè di qualità, sa utilizzare al meglio la macchina per il caffè e sa realizzare bevande non solo buone ma anche belle da vedere. Sono proprio la passione e la dedizione che distinguono i baristi e che ne hanno fatto una figura riconosciuta in tutto il mondo e celebrata anche nella cultura popolare. Film come "Coffee and Cigarettes" e serie televisive come "Friends" hanno immortalato la figura del barista, non solo come professionista ma anche come anima dei bar e artefici del successo del caffè in tutto il mondo.

Il campionato mondiale torna a Milano

Autentici baristi non si nasce ma si diventa, studiando e formandosi su tutti gli aspetti del mondo del caffè: dalla scienza dell'estrazione alla latte art. Una formazione e una professionalità riconosciuti dalla World Barista Championship (WBC), la più importante competizione mondiale sul caffè, la cui prossima edizione (la 25esima) si terrà a Milano dal 17 al 21 ottobre 2025. È un “campionato” che celebra l'arte dell'eccellenza del caffè e a cui partecipano 50 talentuosi campioni provenienti da tutto il mondo, che si sfidano nella preparazione di quattro espressi, quattro bevande a base di latte e quattro bevande esclusive durante una performance di 15 minuti. Le loro abilità vengono rigorosamente giudicate in base a criteri chiave che includono gusto, pulizia, creatività, competenza tecnica e presentazione generale. E solo uno diventa World Barista Champion!

I prodotti ispirati ai baristi

Al supermercato puoi trovare la parola “barista” sulle etichette di almeno una ventina di prodotti diversi, dov’è messa bene in evidenza come sinonimo di qualità, di savoir-faire e di gusto, per un’esperienza analoga a quella che si vive in un bar. Non è dunque una sorpresa vederla specificata sulle confezioni di caffè (come fanno Kimbo, Lavazza e Nescafè), anche se in realtà la parola “barista” è molto più diffusa nel mondo del latte e delle bevande vegetali. Diverse aziende (come Alpro, Oatly e Granarolo) hanno sviluppato bevande vegetali (ad esempio a base di avena o soia) chiamate “barista” perché si possono montare con facilità consentendo di ottenere una schiuma densa e compatta. E quindi offrono la bontà e il piacere di un autentico cappuccino anche a chi non beve latte vaccino. Analogamente invece il nuovo Latte Barista Parmalat è stato chiamato così perché è il primo latte vaccino UHT sviluppato per ricreare anche a casa una schiuma del cappuccino soffice e consistente come quella preparata al bar. Niente trucchi: non contiene conservanti, addensanti o additivi bensì un alto contenuto in proteine che lo rende perfetto e facile da montare. Sempre restando nel mondo della prima colazione, di recente la linea di granola Kellogg’s Extra si è ampliata con una Barista Edition, chiamata così perché contiene anche pepite d'avena integrale al gusto di caffè. Quindi, in questo caso si allude alla competenza dei professionisti dell’espresso e si usa il termine “barista” come garanzia di assaporare il vero piacere del caffè. Anche senza berlo.

Manuela Soressi,
marzo 2025

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