Bambini grassi e mamme che li trovano perfetti. Brioche sbocconcellate mentre si corre a scuola al posto della prima colazione. Merendine a go-go per tappare il buco che inevitabilmente all'intervallo arriva.
È un quadro singolare quello che emerge dall'ultima indagine OKkio alla Salute, che il Ministero della Salute effettua dal 2008 su 40 mila bambini e genitori e 2 mila scuole in Italia. Singolare perché, in tempi in cui in tv, sui giornali e a i grandi eventi come l'Expo non si parla altro che di cibo, sembra che cultura e informazione non riescano a spazzare via le cattive abitudini.
OKkio alla salute è una ricerca finanziata dal Ministero della Salute/CCM, coordinata dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell'Istituto Superiore di Sanità e condotta in collaborazione con tutte le regioni italiane e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Ad oggi l'indagine conta 4 rilevazioni (2008/9, 2010, 2012 e 2014); i dati raccolti riguardano peso, abitudini alimentari, esercizio fisico e sedentarietà.
Secondo i dati del 2014, i bambini italiani in sovrappeso sono il 20,9 per cento e i bambini obesi sono il 9,8 per cento. Si concentrano soprattutto al Centro e Sud Italia (37 per cento). Fortunatamente, sono valori in leggera ma costante diminuzione dal 2008. Ma la percentuale è elevata, anche rispetto agli altri Paesi europei (l'Italia con OKkio alla salute partecipa a Childhood Obesity Surveillance, un programma della regione europea dell'OMS).
Ben il 38 per cento delle madri dei bambini sovrappeso o obesi ritiene che il proprio figlio sia normopeso; solo il 29 per cento pensa che il piccolo assuma troppo cibo.
L'8 per cento dei bambini salta la prima colazione, il 31 per cento fa una colazione non adeguata (sbilanciata o insufficiente), il 52 per cento fa una merenda di metà mattina molto abbondante. Il 25 per cento non consuma quotidianamente frutta e verdura e il 41 assume abitualmente bevande zuccherate.
Il Ministero della Salute ha emanato Linee guida per la corretta alimentazione dei bambini molto chiare. E la prima regola la sappiamo tutti: mai saltare la prima colazione. Si arriva a scuola "scarichi" e con difficoltà di concentrazione. La fame che arriva all'intervallo porta a "spuntini" eccessivi e spesso costituiti da alimenti supercalorici come patatine e merendine. La frutta, come merenda a scuola, purtoppo raramente viena presa in considerazione.
Nella colazione dei bambini, il caffè, anche in cappuccini e caffelatte, va evitato. Il tè invece, moderatamente eccitante, può garantire quella piccola sveglia che spesso aiuta. Valide alternative al latte vaccino sono gli "altri" latti (soia, riso, mandorle), i succhi e le spremute, i frullati e, con moderazione, i gelati.
La colazione dolce, costituita da zuccheri semplici (lattosio, miele, marmellate) e complessi (pane e fette biscottate) è preferibile a quella salata anglosassone (uova, pancetta) che è più difficile da digerire e "devia" il sangue dal cervello allo stomaco.
Tuttavia qualche alternativa salata come il formaggio fresco o il prosciutto crudo magro possono aiutare a stimolare i più svogliati e inappetenti.
E quando i bambini crescono? Attenzione, avverte il Ministero. Nell'età dell'adolescenza aumenta il rischio di perdere le buone abitudini positive acquisite da piccoli grazie alla famiglia e all'educazione. Rispettare quotidianamente il numero e gli orari dei pasti, che tendono a peggiorare spesso anche come qualità, complice l'aumento dell'indipendenza economica. Meglio cercare di consumare i pasti in famiglia. A partire dalla prima colazione.
Barbara Galli,
2 dicembre 2015