Un approccio alternativo
Niente digiuni, prolungati regimi restrittivi, prodotti che inducono il senso di sazietà o che sostituiscono il pasto con preparati nutrienti ad hoc. Quella del gene magro, la nuova dieta che sta appassionando centinaia di persone in tutto il mondo, è una piccola rivoluzione. Mangiando determinati alimenti in abbondanza si stimola il cervello, come a fronte di un digiuno o di un allenamento, a far lavorare il gene magro: quello che utilizza le riserve di grasso presenti nell’organismo e al contempo favorisce la formazione di massa muscolare.
Non è un miracolo, ma una possibilità per tutti. Le persone costituzionalmente magre sfruttano naturalmente questo meccanismo metabolico e chi è più in carne può emularlo, consumando cibi ricchi di sostanze antiossidanti super regolatrici del metabolismo (dette sirt), come grano saraceno, soia, curcuma, noci, olio extravergine di oliva, fragole e addirittura vino rosso.
Gli inventori buongustai
L’idea luminosa è venuta a due medici nutrizionisti inglesi, Aidan Goggins e Glen Matten, da sempre scettici nei confronti delle diete miracolose. Hanno sperimentato la loro dieta anche su sportivi, gente che non può permettersi di dimagrire perdendo massa muscolare e hanno lavorato molto sul piano della piacevolezza degli abbinamenti alimentari. Piatti buoni, ricchi di sostanze sirt ma soprattutto appaganti.
Dopo la scoperta del 2003 dei primi cibi sirt, quando gli scienziati analizzarono il resveratrolo presente nella buccia dell’uva nera scoprendo che producce gli stessi vantaggi della restrizione calorica senza bisogno di diminuire l’assunzione energetica, molte aziende hanno tentato di trasformare i cibi sirt in pillole. “Noi non condividiamo un simile approccio farmaceutico – spiegano Goggins e Matten- e troviamo più sensato mangiare queste sostanze nella loro forma naturale, quella di alimenti, per trarne il massimo vantaggio”. E il massimo gusto.
Il libro che va ruba
Non essendo nata negli States ma proprio in Inghilterra, patria del buon senso e della misuratezza, la dieta del gene magro promette bene. Non rischia di rivelarsi la solita moda stagionale con testimonial vip. A trovarla interessante è lo stesso mondo medico e la sua cifra vagamente ecologica (rieducare la mente allo smaltimento delle riserve inutili) ha convinto molti. Persino il quotidiano londinese The Times ha dedicato un grande articolo alla nuova dieta. Il libro di Goggins e Matten, pieno di ricette deliziose, è andato a ruba e ora è uscito anche in Italia con la prefazione del medico dietologo Nicola Sorrentino (Sirt, la dieta, ed. tre60, 14,90 euro, www.sirtdietagenemagro.it).
“Sulla base delle nuove evidenze scientifiche -spiega a Sale&Pepe il professor Sorrentino- attivare naturalmente il metabolismo moderando l’appetito del cervello senza rinunciare ad alimenti gratificanti come vino o cioccolato fondente (senza esagerare), che le altre diete tendono ad escludere, è possibile ed efficace. Non si tratta di una magia e non promette di perdere moltissimi chili: serve a programmare un modello alimentare capace di farci dimagrire senza eccessivi sacrifici e invecchiando in modo sano”.
Tre settimane di cibi sirt
Come per ogni cambio di regime alimentare sono consigliati tre giorni di depurazione dalle scorie a base di succo di sedano, prezzemolo, mela, limone, tè matcha, e cavolo per 1000 calorie al giorno. Dal quarto al settimo giorno si passa all’alimentazione solida (1500 calorie) a base di pietanze appetitose e di facile preparazione. Le ricette, molto mediterranee, sono state create in collaborazione con un cuoco londinese italianissimo: Alessandro Verdenelli, che gestisce il ristorante dell’esclusivo KX Gym di Chelsea. La dieta dura tre settimane, la prima più severa e altre due di consolidamento con tre pasti al giorno bilanciati e un succo, ed è ripetibile al bisogno dopo 3 mesi.
Il gene magro non agisce a caso
Chi è sovrappeso può perdere fino a 3,5 kg in una settimana senza compromettere il tono muscolare e l’elasticità della pelle. Normalmente, specificano gli autori, un calo ponderale di 3,5 kg in 7 giorni comporta la perdita di circa 900 grammi di muscolo. I cibi sirt, invece, stimolano anche la crescita e la riparazione muscolare. Geniale questo gene magro.
Quali sono i cibi sirt e quale attivatore del gene magro contengono in abbondanza:
peperoncino Bird’s Eye Luteolina (miricetina), grano saraceno (rutina), capperi (kaempferolo, quercitina)
sedano (apigenina, luteolina), cacao (epicatechina), caffè (acido caffeico, acido clorogenico), olio extra vergine di oliva oleuropeina (idrossitirosolo), tè verde (epigallocatechina), cavolo riccio (kaempferolo, quercitina), levistico quercitina, datteri Medjoul (acido gallico, acido caffeico), prezzemolo (apigenina, miricetina), radicchio rosso (luteolina), cipolla rossa (quercitina), vino rosso (resveratrolo, piceatannolo), rucola (quercitina, kaempferolo), soia (aidzeina, formononetina), fragole (fisetina), curcuma (curcumina), noci (acido gallico).
Una ricetta tratta dal libro “Sirt, la dieta del gene magro”
Filetto di manzo alla griglia con salsa al vino rosso, anelli di cipolla, cavolo riccio all’aglio e patate arrosto con erbe aromatiche
1 porzione
100 g di patate, pelate e tagliate a dadini di 2 cm - 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva – 5 g di prezzemolo tritato finemente – 50 g di cipolle rosse tagliate ad anelli
50 g di cavolo riccio affettato - 1 spicchio d’aglio tritato finemente - 1 filetto di manzo da 120-150g alto 3,5 cm
o un controfiletto alto 2 cm – 40 ml di vino rosso – 150 ml di brodo di manzo - 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro - 1 cucchiaino di amido di mais dissolto in 1 cucchiaio d’acqua
Scaldate il forno a 220 C. Mettete le patate in una pentola di acqua bollente, riportate a ebollizione e cuocete per altri 4-5 minuti, poi scolate. Trasferitele in una teglia da forno con 1 cucchiaino di olio e cuocetele in forno ben caldo per 35-45 minuti. Girate le patate ogni 10 minuti per assicurarvi che cuociano in modo uniforme. Quando sono cotte toglietele dal forno, cospargetele di prezzemolo tritato e mescolate bene.
Soffriggete la cipolla in 1 cucchiaino d’olio a fiamma media per 5-7 minuti, finché non è morbida e ben caramellata. Tenete in caldo. Cuocete a vapore il cavolo riccio per 2-3 minuti, poi scolatelo. Tritate finemente l’aglio e soffriggetelo a fiamma bassa in 1/2 cucchiaino d’olio per 1 minuto, sino a farlo appassire ma senza lasciare che scurisca. Aggiungete il cavolo riccio e cuocete per altri 1-2 minuti, finché non sarà appassito. Tenete in caldo. Scaldate una padella da forno a fiamma alta, finché́ non inizia a fumare.
Spalmate sulla carne 1/2 cucchiaino di olio e friggetela nella padella rovente a fiamma medio-alta a seconda della cottura desiderata. Trasferite la carne su un piatto e lasciatela riposare. Versate il vino in padella per sciogliere gli eventuali residui di carne. Fate sobbollire fino a ridurlo della metà, per ottenere una salsa densa dal sapore concentrato.
Aggiungete il brodo e il concentrato di pomodoro e portate a ebollizione, poi unite la pasta di amido di mais per addensare la salsa, versandola poco per volta fino a ottenere la consistenza desiderata. Incorporate gli eventuali succhi di cottura rilasciati nel frattempo dalla carne e servite con le patate arrosto, il cavolo riccio, gli anelli di cipolla e la salsa al vino rosso.
Silvia Bombelli
12 maggio 2016