Uno straordinario frutto tropicale di Madre Terra, sempre più alla nostra portata: dalle macedonie gourmet ad estratti&c., passando per alcune pietanze originali, l’ananas è protagonista del nostro piacere e benessere in cucina.
E se oramai la scienza ci dice che mangiare frutta fa perdere peso, questo è il frutto ‘dimagrante’ per eccellenza. Ripassiamone insieme segreti e proprietà.
È l’ananas che mangia te!
Iniziamo con qualche curiosità: lo sapevate che ogni frutto è abbinato a un certo carattere? Dimmi che frutto mangi e ti dirò chi sei… L’ananas è un frutto decisionista, di chi conta su se stesso, si sa organizzare, è sincero e onesto. Sapete chi va pazzo per l’ananas? Il maiale! Che ovviamente lo mangia intero…
Un frutto speciale, l’unico commestibile della grande famiglia delle Bromeliaceae, è altamente nutritivo e apporta un’alta percentuale d’acqua, vitamine e minerali, donandoci allo stesso tempo energia e idratazione. Avete presente quel pizzicorino strano sulla lingua che provoca l’ananas? Ebbene, si tratta della bromelina (il gambo ne è il più ricco), un enzima che ‘mangia’ la tua lingua… è regala al tuo organismo tanti benefici.
In forma smagliante
La lista delle sue proprietà benefiche è davvero sterminata: carico di vitamine (in primis C) e minerali (manganese in particolare), è antinfiammatorio, digestivo, amico della dentatura e delle gengive, è senz’altro il frutto ideale per chi vuole mantenersi in forma. Un vero disintossicante naturale, aiuta attivamente a eliminare i liquidi ed evitare la ritenzione, stimola il corretto funzionamento dei reni, eliminando i grassi, pulendo dai residui e prevenendo la formazione dei calcoli. Diuretico, anticellulitico, è un frutto impacchettato di antiossidanti, contiene molta fibra e poche calorie. Ed evita che si creino gas intestinali...
Nel piatto e nel bicchiere
Originario del Sudamerica e in particolare del Brasile, è la star della Piña Colada, classico long drink gustoso e profumato. Nelle bevande analcoliche è protagonista, anche come sfizioso aperitivo: provatelo con lo zenzero. Per un buon succo diurno, invece, ottimo l’abbinamento con le more o con l’uva per favorire un buon sonno.
Il maggior produttore mondiale di ananas sono oggigiorno le Hawaii, da dove arriva anche il poke , l’insalata di pesce crudo da un paio d’anni in piena tendenza. In effetti è squisito abbinato al salmone – magari in spiedini, o in originale carpaccio, piuttosto che allo spada – che ne direste di una bella tartare? Altro grande classico: gamberi e gamberetti. A proposito di Hawaii ed abbinamenti… ricordate la famosa ‘pizza Hawaiana’, con prosciutto e ananas?!?? Ebbene,nella lista dei più arditi abbinamenti tra salumi e frutta, questo storico trova il suo meritato posto. Il suggerimento è di scegliere quello di Praga. Magari facendoli entrambi alla griglia, in un estivo barbecue dove il frutto giallo può ben figurare accanto alle verdure (braci non troppo calde, cottura di circa 10 minuti, girandolo una volta). Spolverizzato di zucchero e cannella, diventa un super dessert! Tornando ai salumi, ancora: provate i cubetti d’ananas avvolti nella pancetta! Nei secondi è perfetto con il pollo o con i classici gamberetti, appunto – in entrambi i casi, anche in insalata. Potete metterlo anche nella classica insalata di riso estiva, aggiunto ai soliti ingredienti. E poi, naturalmente, dessert à gogo, dallo squisito ananas tiramisù, dalle piccole tatin con ananas arrosto alla torta rovesciata d’ananas.
Tropicale eppur sostenibile
La frutta tropicale è sempre più coltivata in Italia, ma l’ananas purtroppo non rientra (ancora!) tra questa. La buona notizia è che comunque è possibile comprare ananas sostenibile anche alle nostre latitudini: il mercato solidale le offre oramai anche nella grande distribuzione. Quello dell’ananas biologico è in forte espansione, e in ogni caso si tratta forse del frutto che richiede meno pesticidi nella coltivazione: è dunque particolarmente amico, nostro e della natura a cui apparteniamo. Scegliamo gli ananas solidali. Ma come selezionare il singolo frutto?
Due ‘dritte’ per la scelta
Innanzitutto, le nervature della buccia devono essere pronunciate, altrimenti significa che il frutto non è giunto a maturazione. Provate a staccare una foglia dal ciuffo: se si stacca facilmente, è maturo! A parità di maturazione, scegliete quello dalle foglie meno scure. E senza macchie. Consistenza non dura come una pietra (ma nemmeno molle, ovviamente). Infine, usate il naso! Se il suo aroma dolce arriva a impregnarvi le narici, ci siamo! Se invece detectate un sentore d’aceto, lasciate perdere: troppo maturo.
Carola Traverso Saibante
settembre 2019