Se cercate la montagna con le marche di lusso e il pesce di mare, Alpbach non fa per voi. Se la vostra ambizione è verde alpino che arriva fino al cielo, lucciole che lo illuminano di notte e magari dei bei pranzi genuini con pesce di fiume, cacciagione e latte di fieno, potreste farci un serio pensierino. 2.500 abitanti, 2.500 mucche e 2.500 posti letto per gli ospiti, Alpbach è per elezione il “Villaggio più bello d’Austria”, a 50 km da Innsbruck. Ad ‘Alpbachtal Seenland’ – ‘La Valle dell’Alpe del Ruscello, il Paese dei Laghi’ - tra prosciutti di cervo, magliette tirolesi con le maniche a sbuffo, signore che passeggiano sul prato in bikini con il grosso cane al guinzaglio, gnomi, mirtilli, strudel e gnocchi di formaggio, la vacanza di montagna pura è assicurata.
5 cose da non perdere in questo pezzo del Tirolo austriaco così facile da raggiungere (informatevi sulle ferrovie che partono dall’Italia), eppure così lontano (dall’inquinamento della frenesia) …
1) Acqua e birra cristallina
Alpbachtal è stato nominato “Distretto dell’Acqua Cristallina d’Austria”. Tra le limpide acque alpine, quella del luogo è particolarmente dolce, senza calcare né ferro, purificata dalle pietre di ardesia tra cui scorre. “Nessun pezzo d’oro, nessun diamante è così prezioso come l’acqua della tua fontana” – ci ricordano qui. Rigenerarsi con l’acqua pura è davvero fonte di benessere. Ma se siete tra quelli che in vacanza si rigenerano piuttosto con la birra, qui siete comunque nel posto giusto, perché potrete gustare la “birra cristallina”, fatta con la suddetta acqua, cereali locali bio (seppur non certificati) e bottiglie in ceramica scura, per conservarla al meglio. Il birrificio è quello artigianale di Josef Moser, per gli amici Jos, che il venerdì tira su la saracinesca del suo garage/capannone e arrostisce anche i polli. Lui, il birraio, se li divora copiosamente innaffiati di… vino! Al cuore non si comanda…. PS Se non è venerdì, potete sempre accompagnare la birra col Bierkäse – il ‘formaggio da birra’, magrissimo e allo stesso tempo saporitissimo (ottimo quello del caseificio Heumilch).
2) I funghi dello ‘autunno dorato’
Immaginate che fine settembre o ottobre non sia già più tempo di visitare le montagne di Alpbach e sia meglio a quel punto aspettare la stagione sciistica? Errore! A partire dalla seconda settimana di settembre e fino a fine ottobre, nella regione il tempo è molto stabile e bello (non per niente gli impianti estivi chiudono solo a inizio novembre). È tempo allora anche di funghi, abbondantissimi e per cui non ci vuole nemmeno licenza di raccolta. Potete cucinarveli voi, oppure assaggiare una delle tante specialità locali. A partire dal burro di funghi che vi portano in tavola di default al ristorante Fuggerstube – una stube originale del XV secolo, con una cantina risalente alla medesima epoca, da 220 etichette per 10mila bottiglie – dell’hotel Böglerhof. Fu proprio il proprietario di quest’albergo, allora sindaco, che nel 1953 impose lo “Alpbach style” per tutti gli edifici: pianoterra in pietra dipinto di bianco, piani superiori (max 4) in legno con balconi fioriti (che guadagnarono al paese anche il premio europeo per i fiori). Ma torniamo al cibo e ai funghi: lo chef vi potrà offrire 'Ravioli di funghi ai finferli' piuttosto che uno 'Stufato di funghi finferli con knödel di pane bianco' (in pratica un goulash senza carne e di funghi) o porcini impanati per accompagnare uno squisito filetto di cervo al profumo di erbe aromatiche. Sempre serviti da Daniele, espertissimo friulano che in sala si prende cura dei compatrioti.
3) La cotoletta con la marmellata di mirtilli
È vero, non si mangia solo in questa valle: l’abitudine è oramai diffusa in molto Tirolo. Ma se non l’avete ancora provato, questo è il momento per farlo, e senza indugio! Se alle orecchie del palato italiano la cotoletta alla milanese con marmellata può suonare puro orrore, è il momento di gettare il cuore oltre il fossato. Ricordando che la milanese viene dall’Austria: qui si mangia proprio l’originale Wiener Schnitzel, che spalmata di marmellata di mirtilli rossi è una delizia davvero insospettata. Dove provarla? Alla malga Hornalm, per esempio, dove si arriva con una funivia che offre anche un servizio 'colazione in cielo'. E dove oltre al brivido di quest’abbinamento culinario, potrete provare quello dell’ottovolante Alpine Coaster con cui buttarvi giù per i boschi a oltre 40 km all’ora!
4) Il dessert come porzione principale
“Cosa c’è oggi a pranzo?” - chiede affamata Maria di Genova a sua madre rientrando a casa da scuola – “Pasta al pesto!”. “Cosa c’è oggi a pranzo?” - chiede affamata Petra di Alpbach a sua madre rientrando a casa da scuola – “Strudel!”. Alla ‘scofanata’ di pasta come piatto unico siamo abituati. Forse non avevate mai ragionato sul fatto che la stessa tecnica può essere applicata al dolce. I tirolesi, invece, lo sanno bene. E per alcuni dolci tradizionali se non specificate ‘porzione dessert’ vi arriverà un piatto con cui possono concludere felicemente un pasto almeno quattro persone. Il classico dei classici è il Kaiserschmarren, una sorta di omlettona tagliata a strisce, cosparsa di zucchero a velo e accompagnata dall’immancabile marmellata di mirtilli rossi. Poi c’è ovviamente lo strudel (da provare quello della pasticceria Hacker a Rattemberg, la città più piccola d’Austria) e ancora la tipicissima Brandenberger Prügeltorte, che viene preparata con uno spiedo in cui al posto della capra si arrostisce la pasta da dolce e viene servita con dosi di panna da far impallidire una classe intera di bambini golosi (un posto dove provarla è la Kaiserhaus, a lato di un affascinante canyon – dove potrete anche dormire per 30 euro nella camera dove dormiva Sissi). Oppure, per esempio, gli impronunciabili Griesstrietzel, dita di semolino fritto (le fanno ad arte al ristorante del bellissimo museo delle case contadine – i masi, Bauernhöfe, il più grande museo a cielo aperto del Paese).
5) Il sentiero dello spirito
Qualsiasi passeggiata tra i boschi e i monti fioriti ci metterà un “sano appetito”. E “sano” non si riferisce solo alla quantità, ma anche alla qualità di chi ha fame ed è sano in corpo, mente e … spirito. Ad Alpbach c’è anche un “sentiero dello spirito”, lo Heimatweg, una facile passeggiata progettata in tappe che invece di allenare i muscoli di braccia e gambe, allenano quelli del cuore. Come un podio per diventare noi una montagna o per urlare il proprio potere personale agli alberi; un albero da abbracciare che trasmette l’energia delle migliaia di abbracci che ha già ricevuto; un luogo dove sperimentare il potere curativo delle nostre mani; osare i nostri piedi nell’acqua ghiacciata; riverire l’amore di una madre e la creatività delle pietre. Quando sarà l’ora del prossimo pasto e saremo pronti a goderci un piatto di canederli schiacciati al forno seguiti da un arrosto di maiale massaggiato con la senape, piuttosto che una trota con mandorle tostate, saremmo più consapevoli e pronti a fare ciò che ci ha esortato a fare l’ologramma del contadino che appare sul muro della stanza di un maso del Bauernhöfe: ricordiamo di ringraziare per il cibo, come facevamo ai tempi in cui tutti i giorni sulla tavola sbarcava solo la zuppa perché la terra non dava altro, mentre adesso abbiamo la ricchezza della farina di grano, del latte, del burro… e di tutto il ben di Dio che le tavole del Tirolo (e non solo) ci possono offrire.
Carola Traverso Saibante
agosto 2018