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Alluminio, meglio non mangiarne troppo

News ed EventiNewsAlluminio, meglio non mangiarne troppo

È presente in molti cibi, nell'acqua, nei contenitori per alimenti e in alcuni cosmetici. Ma dosi elevate di questo metallo possono avere effetti dannosi per la salute

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C'è l'alluminio "visibile": delle lattine, delle pentole, della moka per il caffè, dei fogli per proteggere gli alimenti e delle vaschette per conservarli.

E poi c'è quello che non vediamo. È contenuto nel suolo (la crosta terrestre è costituita da alluminio per circa l'8 per cento), ma anche in alcuni alimenti: pane, torte, biscotti, formaggi a fette (dove viene aggiunto come additivo); verdure, in particolare funghi, spinaci, ravanelli, bietola, lattuga e mais; tè, cacao e spezie, in misura minore.

È presente nell'acqua che beviamo, anche quella minerale in bottiglia perché viene utilizzato in alcuni processi di potabilizzazione.

E poi lo si può trovare in alcuni cosmetici, come deodoranti (è un antitraspirante), creme solari (soprattutto schermi totali), rossetti e dentifrici.

L'alluminio, se assimilato in quantità eccessive, è un vero e proprio veleno, tossico soprattutto per il sistema nervoso. Normalmente viene eliminato attraverso i reni ma, se assunto oltre i limiti di sicurezza e in particolare da persone con problemi renali, può accumularsi, negli anni, nei tessuti del corpo: fegato, ossa, polmoni, tiroide e cervello.

Non è il caso di allarmarsi troppo, soprattutto se si gode di buona salute. È piuttosto difficile superare i limiti fissati dall'Efsa, l'Autorità Europea per la sicurezza alimentare. Secondo l'Efsa possiamo assumere settimanalmente circa un milligrammo di alluminio per kg di peso corporeo e con il cibo e l'acqua che normalmente ingeriamo arriviamo più o meno a questa soglia.

La questione è comunque controversa: il tema "Alluminio nella vita di tutti i giorni" sarà oggetto di un grande convegno internazionale organizzato dall'Istituto Federale per la Valutazione del Rischio (Bfr) in programma il 26 e 27 novembre 2014 a Berlino.

Nell'attesa di saperne di più, vale la pena di mettere in atto alcune piccole precauzioni, suggerite dal Bfr stesso, per limitare l'assunzione di alluminio nella vita di tutti i giorni.

1) Non conservare con fogli o in vaschette di alluminio alimenti acidi o salati, caratteristiche che rendono solubile questo metallo. Evitare quindi di conservare pomodoro e passata, composte di frutta, agrumi, yogurt, caponate , sottaceti, capperi e altri cibi sotto sale. Non riscaldare i cibi nell'alluminio.

2) Sostituire le pentole di alluminio, soprattutto se vecchie. Se sono state utilizzate per cucinare, non lasciare raffreddare al loro interno gli alimenti, ma trasferirli in altri contenitori. Vale anche per il caffè: conviene passare alla moka in acciaio.

3) Le lattine e le scatolette in alluminio sono sicure, perché normalmente rivestite al loro interno di un film protettivo; idem per i coperchi che chiudono i barattoli in vetro. Evitare di riutilizzarli se vecchi o se il film è danneggiato.

4) Per le cotture in forno al cartoccio o per proteggere le teglie e la placca, preferire la carta da forno. Attenzione alle griglie del forno e a quelle dei tostapane, spesso realizzate con questo metallo.

5) Limitare i cosmetici che contengono alluminio controllando la sua presenza in etichetta. In particolare non usarli su pelle rasata o depilata o irritata, condizioni che ne favoriscono l'assorbimento.

Barbara Galli
9 settembre 2014

 

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