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Alimentazione corretta e diete mirate? La risposta è nel DNA

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Grazie ad una serie di ricerche italiane sono stati individuati i geni negli alimenti che ci fanno odiare o amare i cibi

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La predilezione per i cibi si nasconde nel Dna.
A svelarlo sono due studi presentati in occasione della conferenza annuale dell' European Society of Human Genetics tenutasi quest'anno a Milano. Nell' indagine condotta da Nicola Piratsu e Antonietta Robino, ricercatori dell' Università e dell'IRCCS Burlo Garofalo di Trieste, sono stati identificati i geni coinvolti nella determinazione dei gusti e delle preferenze alimentari. La scoperta apre la strada a vere e proprie diete genetiche personalizzate, efficaci non solo per perdere peso, ma anche per tenere alla larga malattie come tumori, depressione e ipertensione.

La ricerca si basa sul confronto tra le preferenze alimentari e i profili genetici di 4 mila volontari, di cui più della metà italiani.
Ciò che è venuto alla luce, è uno specifico gene contenuto in 17 cibi, tra cui pancetta, vino bianco, broccoli e carciofi, responsabile del gradimento o del rifiuto verso un determinato alimento.

Gli studiosi hanno capito così che questo tipo di geni agiscono da discriminanti del palato per le persone che ingeriscono gli alimenti, inducendole a prediligere un determinato sapore e a rifiutarne altri. La propensione o il rifiuto verso un cibo specifico, dunque, non sarebbero solo una questione di abitudini o capricci alimentari.

Grazie a questa scoperta epocale, secondo i ricercatori nel prossimo futuro, sarà sufficiente analizzare il profilo genetico di un individuo per scoprire non solo quale cibo gradisca ma anche cosa di quel cibo gli piaccia o no. Come spiega Piratsu "uno dei limiti delle diete è dovuto al fatto che si tratta di cibi reputati non buoni. In questo modo potremo capire cosa non mi piace degli spinaci, ad esempio, e trovare il modo per renderli più accettabili".

Patrizia Zanette
3 Luglio 2014

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