Seguici su Facebook Seguici su Instagram

Absinthe Day: alla scoperta dell'assenzio

News ed EventiPiaceriAbsinthe Day: alla scoperta dell'assenzio

Sapevate che l'assenzio è stato bandito fino a pochi anni fa in molti Paesi del mondo? E che la sua origine è svizzera e non francese, come molti pensano? Scopriamo tutte le curiosità di questo distillato chiamato dagli appassionati "fata verde"

Condividi

Un modo per festeggiare il 5 marzo e la festa dell'Absinthe Day, dedicata all'assenzio, è quella di svelare la vera storia di questo distillato. E vi sorprenderà: non riguarda la Francia, come siamo abituati a pensare grazie alla grande passione (e consumo) dei poeti maledetti di metà del XIX secolo. Indimenticabile nelle poesie di Baudelaire e nei dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec, l'assenzio prende il nome da una pianta (Artemisia absinthium), di cui si utilizzano sia i fiori che le foglie e che dà alla bevanda la maggior parte dei sentori, insieme all'anice. Sicuramente è tra i distillati che si fregiano di avere un'alta gradazione alcolica (da 45° di base può arrivare a 70°).


Un distillato svizzero
Ebbene l'assenzio è svizzero e il primo documento che ne parla è del 1760, nel libro Saperebere (Graphot editrice). “Il primo a produrlo su scala industriale, insieme al futuro genero Henri Louis Pernod, fu Daniel Henry Dubied, il sindaco di Couvet" racconta l'autore Fulvio Piccinino. “Fu però Pernod a rendere popolare questo distillato: poco dopo si separò dal socio e aprì da solo una distilleria a Pontarlier, vicino al confine, alla fine della Val de Travers. Qui migliorò la ricetta diminuendo la quantità di assenzio e aggiungendo liquirizia e semi di finocchio”, puntualizza Piccinino. “Successivamente, con l’infusione di erbe ricche di clorofilla come melissa, menta e assenzio minore, il distillato divenne ancora più complesso e piacevole”.


196647Un secolo di oblio
Il consumo dell'assenzio divenne così intenso in tutta Europa che le pressioni dei produttori di vino lo fecero dichiarare fuori legge nei primi del Novecento (solo Gran Bretagna e Spagna lo continuarono a commercializzare). La Svizzera, che ne vanta la nascita, abolì il divieto solo nel 2005. Negli Stati Uniti la data di reintroduzione è ancora più recente: il 2007!


Perché si chiama Fata Verde
A differenza del gin, l’assenzio viene sottoposto a una seconda distillazione, per la quale vengono aggiunte ulteriori botaniche come dittamo, sandalo e melissa, che rilasciano anche la propria clorofilla: è da qui che il prodotto finale assume il colore distintivo, poi divenuto soprannome storico. Verde dalla clorofilla, fata perché l'assenzio sembrava curare ogni male: mentolato e dolciastro piaceva indistintamente a tutte le classi sociali, anche se fu particolarmente consumato dagli artisti bohemienne, che ne fecero uno dei loro simboli. Proprio per questa connotazione "politica" e il suo essere "allucinogeno e pericoloso" (diceria smentita oggi) fu bandito per un secolo.


La rinascita
E c'è invece chi oggi punta tutto su questo particolare distillato: è il caso di Norah Was Drunk, il nuovo "cocktail & absinthe bar" in via Porpora a Milano. Dietro il grande bancone in marmo, Niccolò Caramiello reinterpreta in modo attuale i grandi classici della miscelazione usandono sia nei cocktail che lo vedono protagonista, sia facendolo scoprire con una selezione di etichette di assenzio importate direttamente da Germania e Francia, da degustare attraverso la scenografica fontana secondo il tradizionale rituale francese.
Al suo fianco, Stefano Rollo coccola i clienti con una proposta gastronomica essenziale ed estremamente versatile, da abbinare all'assenzio: dai formaggi di piccoli artigiani caseari lombardi alle conserve di pesce portoghesi, dai salumi spagnoli e umbri alle ostriche francesi.

Un nuovo modo di bere l'assenzio: nei cocktail
Oggi l'assenzio sta tornando a essere un distillato "di moda" e se ne riprendono le vecchie ricette, creando dei divertenti twist. Tra i drink più famosi dell'epoca troviamo il Sazeraccocktail ufficiale di New Orleans, miscelato con Peychaud Bitters, zucchero e Cognac o Whiskey; il Tuxedovariante del Martini con un goccio di liquore al Maraschino; il Corpse Reviver #2a base gin e liquore all’arancia; e il De la Louisianeelegante dopocena a base whiskey di segale e vermouth dolce.


The Poet's drug
La prima rivisitazione che proponiamo è quella di Marco Neri di Olio, capo barman del ristorante a Origgio conosciuto per il connubio tra buon cibo e macchine d'epoca. L'ha rinominato "The Poet's drug". Qui trovate una sala e una terrazza riservate al momento dell’aperitivo, elegante ma conviviale, o a quello più “lounge”, del dopo cena.


196494


Ingredienti
5cl di Rum Flor de Caña

2cl di succo di lime
1cl di sciroppo di noci Pecan home made
4 gocce di Assenzio La Fee


Metodo
Questo cocktail prevede l'uso del metodo "shake and strain", una tecnica per cui tutti gli ingredienti vanno inseriti insieme nel bicchiere dello shaker, per poi miscelarli shakerando adeguatamente e, successivamente, filtrando con un strainer, un colino, per filtrare ghiaccio ed eventuali residui solidi affinché non finiscano nel bicchiere.
Compiuta questa operazione è sufficiente decorare il bicchiere con la fettina di lime e la menta e gustare il cocktail.

196648Il frappé di assenzio
Niccolò Caramiello di Norah Was Drunk propone un twist: si chiama Absinthe Frappé.


Ingredienti 
4,5cl Assenzio Kubler
1,5cl Dom Benedictin
1,5cl zucchero
4 foglie di menta 
3cl di soda 


Metodo
Si usa la tecnica "shake and double strain" su ghiaccio tritato per finire un top di soda. Da usare un Absinthe glass come bicchiere. Si decora con foglioline di menta. 

196670Chocolate Fashioned
Un altro curioso twist con l'assenzio vede il connubio con semi di cacao, che donano un sapore "al cioccolato" a questo drink di Luca Angeli del Four Seasons Hotel Milano.


Ingredienti
2,5cl Zacapa23 infuso ai semi di cacao

2cl Williams Cognac

0,5 cl Zucchero

3 gocce di Peychoud’s Bitter

2cl Assenzio 


Metodo

Si realizza un pre batch dove si miscela Zavala 23 con Cognac Williams (cognac alla pera) in parti uguali. Si mette in infusione con semi di cacao per 24-48 h. Dopodiché si filtra e si va a comporre il cocktail nel mixing glass, dove si raffredda il tutto. L’assenzio viene spruzzato sul cubo ghiaccio prima di versare il drink nel bicchiere. È un twist dell’old fashioned che vuole richiamare la morbidezza del cioccolato con i profumi della pera bilanciato dal corpo del rum.


Camilla Rocca
marzo 2022

Abbina il tuo piatto a