E arrivò il tempo del food porn, cioè quell’attenzione e ricerca – su magazine, libri o blog – di fotografie di cibo “da mangiarsi con gli occhi”, che in alcuni casi si rivelò una vera e propria ossessione. Riviste patinate e libri firmati da maghi e regine della cucina internazionale sono stati tra i primi ad attrarre e affascinare con immagini di cibo così… mmmmhn, da far pensare a una goduria quasi pornografica. Da qui il nome di “pornografia del cibo”.
Quando il cibo è sexy racconta una storia
Fu così che arrosti fumanti e dorati, dolci decadenti con strati e glasse di cioccolato, piatti di pasta con sughi da sogno, hanno cominciato a popolare anche il web. La voglia di fotografare i piatti al ristorante oppure le proprie creazioni - prerogativa fino a qualche tempo fa di soli giornalisti enogastronomici e blogger – ha in breve contagiato tutti gli appassionati di food, senza fare distinzioni.
Grazie alle innumerevoli app che permettono di trasformare la fotocamera dello smartphone in una vera e propria macchina fotografica, professionisti e mamme, studenti e chef e aspiranti tali, teenagers e perfino nonne ai fornelli si sono fatti sedurre dal cibo e hanno deciso che, sì, il cibo lo volevano fotografare e condividere con altri. Con risultati più o meno fortunati. Perché per essere seducente, per attrarre, la foto di cibo deve raccontare qualcosa, deve cogliere un attimo, trasmettere una sensazione, si deve quasi percepire il profumino del piatto immortalato, il calore di una bevanda, la convivialità di una situazione, la freschezza degli ingredienti in un caso o la ricercatezza in un un altro.
Non siamo tutti maestri della fotografia still life, cioè la tecnica fotografica che ritrae gli oggetti inanimati e di cui la fotografia di food è una branca specialistica, ma possiamo, utilizzando le capacità del nostro smartphone e facendo attenzione ai trucchi dei maestri, sorprendere noi stessi e gli altri con fotografie di food degne di un’ovazione su Twitter e Instagram o di una gallery sul nostro social preferito. Stabilito che la fotografia di cibo deve comunicare sensazioni ed emozioni (il famoso mmmmhn di cui sopra), concentriamoci su aspetti importanti che anche i principianti non possono ignorare: il set, l’inquadratura, la luce. Sembra complicato ma una volta preso l’avvio, vi verrà naturale prestare attenzione a questi fattori:
1 Il cibo è protagonista
Abbiamo detto che il cibo in questione dev’essere golosamente bello e stuzzicante. I piatti che ritraggono la vostra passione per il food devono dunque essere molto gradevoli e gustosi da guardare. Lasciamo ai fotografi specializzati e ai food stylist i loro segreti e i loro set super-attrezzati e dedichiamoci alla vostra bella foto di food.
Ponderate con attenzione il soggetto: se siete all’inizio della vostra avventura di food reporter, preferite piatti di pasta o dolci a carni e pesci: questo perché i questi ultimi sono “vivi” e la loro consistenza si modifica nel tempo tra la messa in posa e lo scatto; nella foto si vedrà. Pasta e dolci dove li mettete stanno, e sono più facili.
Nel caso di soggetti in verticale come frullati, torrette e panini multistrato, scattate le foto perpendicolarmente, di lato. Scegliete soggetti con colori vibranti, dorati, cibi che colano come caramello (un’icona del food porn di Nigella Lawson), cioccolato, miele. Se volete osare, anche gelato, ma dovrete essere dei Bolt dello scatto, perché qui non si torna indietro.
Se volete fotografare un piatto dalla superficie uniforme come una vellutata, una crema, una bevanda, ricordate di “romperne” l'omogeneità aggiungendo un dettaglio: crostini, un biscotto, un ciuffo di prezzemolo o uno di panna, oppure chicchi di caffè, per fare qualche esempio.
Se immortalate un piatto come, per esempio, spaghetti con gamberi e cozze, alcuni esperti consigliano di lasciare la pasta molto al dente e i gamberi interi, per una maggior definizione nella foto. Se dopo li volete mangiare, gli spaghetti, seguite la ricetta, per carità! Se invece siete al ristorante, probabilmente lo chef ha risolto la cosa per voi, e il cibo avrà una bella presentazione di suo.
2 Curate il set
Cioè l’insieme di oggetti che vi aiuteranno a fare una super foto: il piatto, il tavolo, posate, etc. ma anche corolle di fiori, nastri, scatoline aiuteranno la foto a raccontare la sua storia. Ambientate quindi il vostro cibo, sia su una tavola apparecchiata sia su un tagliere in cucina.
Utilizzate gli oggetti giusti per dare naturalità alla foto (la forchetta sullo sfondo o il cucchiaio di fianco al piatto - puliti); usate i colori, i toni e le sfumature, evitate fantasie sgargianti e giganteggianti o tutto bianco/nero – queste ultime sono foto molto difficili, lasciamole ai professionisti, mentre fantasie e disegni troppo evidenti “ruberebbero” la scena al cibo.
Accentuate i contrasti, tenendo presente che sfondi a tinta unita non creano distrazioni visive; se il cibo è molto colorato usate un piatto bianco. Al ristorante, rubate un fiore dal centrotavola o sistemate qualcosa di vostro sullo sfondo che completi la narrazione.
Giocate con la vostra creatività, senza però “affollare” lo scatto con troppi oggetti: ricordate che il fulcro della foto è il cibo. Se ne avete, usate piatti grandi con porzioni piccole, l’effetto sarà più raccolto ed elegante.
3 La luce giusta: ce n’è una sola
Quella naturale. La food photography vuole la luce soffusa: se non siete sul set di uno studio fotografico, affidatevi alla luce naturale, la più adatta alle fotografie gastronomiche.
Luci artificiali troppo dirette creano ombre ingombranti che non volete nella vostra foto da mmmmhn. Quindi niente flash, per favore. Le luci della cucina solo le peggiori, ricordatelo. La luce dovrebbe venire da dietro o di lato rispetto al soggetto, per dare maggior naturalezza allo scatto.
Se è la luce naturale a essere troppo forte e diretta (in estate, per esempio), c’è il trucco del foglio bianco, che vi farà sentire molto Avedon. Basta mettere un foglio di carta bianca, meglio se grande tipo A3, tra la sorgente luminosa (il sole o la finestra) e il cibo da fotografare. Et voilà, una splendida luce chiara e soffusa illuminerà il vostro soggetto.
4 Qui casca (davvero) il fotografo… l’inquadratura
L’angolo di ripresa è importantissimo: girate il vostro piatto per vedere qual è il suo “lato migliore”. Adotta una visione angolare, quella che normalmente abbiamo rispetto a oggetti su un tavolo; se vi piace, inquadrate solo una porzione del piatto o dello sfondo per dare profondità.
L’inquadratura aerea, cioè dall’alto, incornicia il cibo in modo molto elegante e artistico ma è difficile da realizzare perché prevede che siate ben più in alto di un tavolo, su uno sgabello o una sedia. Fate attenzione.
Nella foto, il soggetto va posizionato leggermente fuori centro, per evitare un’impressione di statico, già visto. Le macchine fotografiche digitali e i telefonini odierni hanno spesso una griglia divisa in 9 quadrati sovrapposta all’area fotografabile, molto utile nell’inquadratura della vostra fotografia, sia che si sviluppi in orizzontale sia in verticale.
Una nota: se prevedete di condividere la vostra foto su Instagram, ricordate che – in omaggio alle Polaroid di una volta – il social mostra prevalentemente foto di formato quadrato. Tradotto significa che o postate l’immagine direttamente già tagliata nel modo corretto, o l’algoritmo di Instagram la modificherà prima di pubblicarla (e non si sa come). Vi conviene utilizzare una app o lo stesso software del telefonino per inquadrarla nel modo giusto da subito.
5 Ecco il momento clou
Per quanto riguarda la messa a fuoco, avvicinatevi al soggetto in modo da rendere leggermente sfuocato ciò che è sullo sfondo, accentuando il contrasto. Niente zoom: lo zoom digitale deteriora la qualità dell’immagine. Scegliete un dettaglio - un disegno, una consistenza, un particolare anche piccolo - nella foto e mettetelo a fuoco. Allo scatto, utilizzate entrambe le mani per tenere la fotocamera o il cellulare più fermi possibile per evitare l’effetto mosso: posate i gomiti sul tavolo con buona pace dell’educazione, oppure stringeteli ai fianchi. In alternativa utilizzate lo “scatto a raffica” del vostro telefono: le foto successive alla prima non risentono del movimento impresso dalla pressione del dito e non perdono il fuoco.
6 Non abusate dei filtri
La tentazione di usare le moltissime app di fotoritocco e postproduzione fotografica a disposizione di ogni tipo di smartphone è grande, ci rendiamo conto. Ma non esagerate con i filtri. Se avrete seguito le dritte, la vostra foto sarà splendida nella sua naturalezza, e non avrà bisogno di essere ulteriormente lavorata. Ma sappiamo che molti non resisteranno: basta non strafare.
7 Non esagerate con i post
Una foto al giorno è il massimo che chi vi segue potrà apprezzare. Postare un diluvio di scatti, anche se tutti belli, rasenta lo spamming e non farà che distrarre i destinatari delle immagini. Conseguenza: dopo la terza foto non presteranno attenzione alle vostre creazioni, e sarebbe un peccato. Vale anche per quando siete in vacanza, anche se avete più tempo e più foto da postare.
8 Non riciclate i #tags
Sono etichette identificatrici, parole chiave associate a un'immagine o un post precedute dal segno # (hashtag) che contribuiscono a descrivere la foto, rendendone possibile la classificazione e la ricerca nel web. Esempi possono essere #FoodPorn (generica) o #tortadicompleanno (più specifica) o anche #ieriacasadiclaudio. I tag possono essere qualunque cosa aiuti a descrivere la vostra foto, quindi anche #dolcidasogno. Cercate di essere originali, anche perché così le vostre foto si perderanno meno nell’etere. Potete assegnare più di un tag alle foto, ma se ne consigliano al massimo 4-5. E ricordate…una foto può valere più di mille parole.
Francesca Tagliabue
Ottobre 2016