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5 cose che non sai del kiwi

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Sono i “brutti ma buoni” del mondo della frutta. I kiwi sono così gustosi e fanno così bene che ci dimentichiamo (o soprassediamo) sul loro aspetto strano

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Sono i “brutti ma buoni” del mondo della frutta. I kiwi sono così gustosi e fanno così bene che ci dimentichiamo (o soprassediamo) sul loro aspetto strano, con quel colore marroncino e quella superficie pelosa. Li troviamo in commercio tutto l’anno, anche se è in autunno-inverno che si raccolgono quelli coltivati in Italia, che sono davvero tanti perché siamo il secondo produttore al mondo. È solo una delle 5 curiosità sul kiwi, scopriamole tutte.

1) Il 90% di quelli che mangiamo sono italiani
In meno di 50 anni (e partendo da zero) l’Italia è diventata il secondo produttore mondiale di kiwi dopo la Cina, che è il paese d’origine di questo frutto. In realtà, però, a portare il kiwi in tutto il mondo sono stati i neozelandesi, a cui si deve anche il nome comune kiwi.
Tutto iniziò nel 1904 con una donna, Isabel Fraser, che tornò dalla Cina in Nuova Zelanda con una manciata di semi di Actinidia. I semi si ambientarono bene nel nuovo continente, tanto che la produzione crebbe e iniziò la coltivazione intensiva, soprattutto grazie alla creazione della varietà Hayward, oggi diffusa in tutto il mondo.

A metà degli anni '50 venne deciso di cambiargli il nome: anziché “uva spina cinese”, com’era noto sino ad allora, il frutto venne ribattezzato “kiwi”, in onore dell'uccello simbolo della Nuova Zelanda.
Forte del suo successo internazionale, negli anni ’70 la pianta del kiwi è arrivata anche in Italia, dove si è ambientata benissimo tanto da diventare una delle nostre produzioni frutticole più importanti, presente in diverse aree dal Piemonte al Veneto, dall’Emilia-Romagna al Lazio, fino alla Calabria.

Così il kiwi è diventato anche un frutto “tipico” italiano, tanto da ottenere persino la denominazione d’origine: quello di Latina è uno dei due kiwi europei tutelati dalla Igp (l’altro è il francese kiwi de l'Adour Igp). Il raccolto italiano è in commercio da ottobre a giugno, mentre negli altri mesi si ricorre al kiwi d’importazione.
Oggi, con 588mila tonnellate prodotte nel 2015 (ma quest’anno Cso Italia prevede un -19%), non solo i kiwi italiani soddisfano la domanda interna ma vengono anche ampiamente esportati e sono anzi considerati uno dei frutti portabandiera del “made in Italy” all’estero. Chi mai penserebbe che rappresentano il secondo frutto italiano più esportato, a valore, dietro le mele?

2) Ne esistono di tutti i colori (e anche in miniatura)
Siamo abituati a pensare al kiwi come a un frutto dalla polpa verde. Ma in realtà ne esistono varietà di colore diverso. Il primo a essere arrivato in commercio è stato il kiwi a polpa gialla (come Zespri SunGold, Jingold o Dorì), ottenuti con programmi di ricerca e selezione naturale. Estetica a parte, il kiwi giallo si distingue da quello verde perché è più dolce e meno acidulo. È anche più ricco di vitamina C, vitamina E e sali minerali, ma contiene meno fibre e più zuccheri di quello verde.

L’ultima novità sono i kiwi bicolori, ossia con striature verdi e rosse, oppure gialle e rosse. Sono frutti caratterizzati dall’intenso sapore di frutta tropicale, molto aromatici, dolci e più ricchi di vitamina C rispetto al kiwi verde (come la cultivar Oriental Red a polpa rossa coltivata in Italia e venduta a marchio Jingold). Sono la nuova frontiera del kiwi in Italia: la coltivazione è solo agli inizi ma ci si aspetta che cresca in fretta visti gli investimenti fatti di recente.

Oltre che sul colore, l’innovazione si è focalizzata anche sulle dimensioni del kiwi. Se quello classico è un monodose perfetto, ideale da tagliare a metà e mangiare al cucchiaio, il kiwi in miniatura (il cui nome commerciale è Nergi), coltivato anche in Italia, è così piccolo che si gusta in un boccone. Inoltre, poiché è privo di buccia, si mangia tutto intero, come una bacca.

3) È un integratore naturale
Il kiwi è il frutto con la maggiore densità nutrizionale. A “incoronarlo” è stato uno studio americano, che ha analizzato i 27 frutti più consumati al mondo valutandoli in base al contenuto di 9 sostanze ritenute fondamentali: le vitamine C, B1, B2, B3 e B9, la provitamina A, il calcio, il ferro e le proteine.

Basta mangiarne uno medio-grande per coprire il 100% del fabbisogno giornaliero di vitamina C visto che, a parità di peso, ne contiene più che gli agrumi. Inoltre, apporta buone quantità delle vitamine B9 ed E, e di oligoelementi (in particolare rame). Il tutto con pochissime calorie: solo 44 per 100 grammi (pari a un frutto).
Il kiwi non dovrebbe mai mancare sulla tavola di chi è a dieta. Per diverse ragioni. Oltre al basso valore calorico, è ricco di fibre e quindi facilita il transito intestinale (e garantisce un appagante senso di sazietà. E poi ha un basso indice glicemico (IG) e un buon contenuto di antiossidanti (vitamine A, C e K).

4) È  uno dei pochi frutti che apporta clorofilla
Quante volte ci hanno ripetuto di mangiare frutta e verdura di 5 colori diversi? Se con il giallo, il rosso, il blu/viola e il bianco ci si arrangia sempre, trovare frutta a polpa verde non è così facile. Ci sono solo l’uva bianca, la meloncella, l’avocado (anche se è un frutto anomalo) e il kiwi classico, appunto. Ecco quindi perché sarebbe meglio consumarlo più spesso visto che è una delle poche fonti alimentari di clorofilla, un pigmento vitale per la fotosintesi, che permette alle piante di ottenere energia dalla luce. La molecola della clorofilla contiene magnesio, importate per il metabolismo energetico, il sistema nervoso e quello muscolare, utile per combattere stanchezza e affaticamento. Il colore verde segnala anche la presenza di acido folico, essenziale per la sintesi del Dna e delle proteine, e particolarmente importante durante la gravidanza.

5) È un alimento “furbo”
Il kiwi è il compagno di banco che ogni alimento vorrebbe avere, perché riesce a rendere tutto più buono, anche per la salute. Essendo ricco di vitamina C aiuta a fissare il ferro contenuto negli alimenti: quindi è perfetto a fine pasto dopo una bistecca di vitello, un filetto di maiale, un trancio di salmone o una scaloppina di pollo. Ma c’è un altro motivo per cui il kiwi è perfetto con gli alimenti proteici: è l’unico frutto che contiene actinidina, un enzi­ma naturale che facilita la digestione delle proteine.
Grazie all’alto contenuto di potassio, il kiwi stempera il sodio dei salumi (con cui è delizioso, provare per credere con la mortadella) e dei formaggi (è perfetto con quelli freschi e cremosi), facilitando al contempo la disponibilità delle proteine che contengono.
La scelta migliore è mangiare il kiwi in macedonia o nello yogurt insieme a noci o mandorle, o altra frutta secca in guscio: i loro grassi favoriscono l’assorbimento di tutte le vitamine liposolubili, come la K contenuta nel kiwi.

Manuela Soressi
aggiornato giugno 2023

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