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L'Alto Adige che non ti aspetti: quello dell'olio

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L’olio dell’Alto Adige esiste? Sì, perché non parliamo di olive ma di semi ricchissimi di vitamine e sali minerali: noci, nocciole, canapa, lino, zucca.

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L’olio dell’Alto Adige: è possibile? La risposta è sì, perché non parliamo di olive ma di semi ricchissimi di vitamine e sali minerali: noci, nocciole, canapa, lino, zucca. Alimenti preziosi, rivalutati dai nutrizionisti e collocati nella categoria dei superfood per il loro alto potenziale benefico.

L’idea di ricavarne olii è venuta a Daniel e Katherina Roman, che nel 2015 acquistano a Prato allo Stelvio (Alta Val Venosta) un piccolo frantoio per il loro maso. A cereali e patate affiancano la coltivazione bio di cereali canapa, lino e zucche per ricavarne semi. Katherina acquista anche altra materia prima da produttori rigorosamente bio: mandorle (Sicilia), nocciole (Piemonte e Lazio), semi di lino (Puglia), papavero e zucca (Austria).

Questo patrimonio viene essiccato a basse temperature (40 °C), e quindi pressato. Il plus del metodo è nella continua raffreddatura del torchio, che consente di tenere un massimo di 37 °C durante la spremitura per non perdere né sapore né sostanze nutritive.

In cucina
Ecco un piccolo vademecum per usare questi preziosi oli.

  • Olio di lino: di colore dorato e gusto pieno, va usato su pietanze fredde e formaggi freschi. Va conservato in frigo, perché a temperatura ambiente si denatura.
  • Olio di semi di canapa: ideale per condire insalate e verdure al vapore.
  • Olio di cocco: dalla sua polpa essiccata, proveniente dal Madagascar, il frantoio Moleshof ricava un olio che contiene fino al 90% di acidi grassi saturi. Sopporta fino a 200 °C, cosa che lo rende atatto a fritture e infornate.
  • Olio di sesamo: anch’esso tollera le alte temperature (fino a 180 °C). Concentrato di vitamine e minerali, ricco di acidi grassi essenziali, è dolce al gusto ed si adatta alle cotture rapide (carni e verdure saltate in padella).

In generale, buona parte degli olii tratti da questi semi sono da utilizzare a crudo nelle marinate, nella preparazione di salse fredde (pesti, maionese) e per condire paste, zuppe e tartare di carne e pesce. A differenza di cocco e sesamo, soffrono il calore e hanno un punto di fumo basso (cioè la temperatura alla quale l’olio incomincia a degradarsi, perdendo i principi vitali).

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