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Gustando la Lituania, dove non ci sono orari per mangiare

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L'affumicato del Baltico e il viola shocking delle barbabietole; le “proposte indecenti” della capitale Vilnius e la tradizione della campagna a perdita d'occhio. La Lituania, il centro geografico dell'Europa, mette in mostra la sua cucina.

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Ma cosa sono gli ossicocchi? Una delle tante sorprese della Lituania. Assaporando le sue tradizioni, per noi tutte nuove, e con le sue perle d'ambra culinaria da rivelare, questa facile destinazione a un paio d'ore da Milano invita alla scoperta della sua cucina.

Viola, giallo, nero, bianco, verde, come barbabietola, patate, pane di segale, aglio e cetrioloni in salamoia. Profumo di affumicato, come quello sgombro che inala gli aromi del legno di ontano. Sapore morbido e acidulo, quello delle zuppe con il kefir o la panna acida. Tra cui lei, Šaltibarščiai, la regina dell'estate, la splendida e fredda dama rosa della cucina lituana, che merita decisamente un capitolo a parte (clicca qui).

Cominciamo però dalle regole: qui la regola è che non ci sono orari per mangiare. I ristoranti non chiudono dalle 15.00 alle 19.00, e alle cinque di pomeriggio si può far merenda con un piatto di selvaggina. A Vilnius, la capitale spaziosa e dal cuore vivace, ci si può sedere in una qualsiasi “Kavine”, magari davanti al fiume nella “Repubblica di Užopio” - quartiere degli artisti poco lontano dal centro, oggi molto gettonato - e gustare uno dei piatti popolari della cucina lituana, a partire semplicemente dal pane fritto, squisitamente pesante, accompagnato da un formaggio tipico e da una bella birra ghiacciata.


101341E a proposito di birra: in questo Paese – in cui secondo alcuni modelli si trova il centro geografico dell'Europa, a 26km da Vilnius - sono ben 200 le birre autoctone commercializzate (nessuna arriva in Italia, ma a Expo si trovano e si possono assaggiare). E ogni bottiglia ha davvero un gusto diverso. Per non parlare poi delle produzioni casalinghe, e la cucina con la birra, che adesso è di gran moda. Se la birra è la bevanda più popolare (ma non si scherza nemmeno con la vodka), la più tradizionale è la “Gira”, nata dalla fermentazione veloce (un paio di giorni) del pane nero abbrustolito, con acqua, zucchero e lievito di birra, ed eventualmente altri ingredienti,come l'uvetta: ogni famiglia ha la sua formula da tramandare.

Le ricette del retaggio culinario nazionale si possono gustare in locande tipo agriturismo fuori dalla capitale. Con la padrona di casa che dirige le operazioni a suon di mestolo, si può imparare a preparare per esempio il “Kastinys”, antica crema di panna acida della Samogizia, guarnita con semi – di canapa o cumino normalmente - servita con le immancabili patate.

Tornando a Vilnius, se si vuole abbandonare la tradizione – pur mantenendone gli ingredienti-base – e assaggiare qualcosa di unico, è imperdibile una tappa al Bistro 1 Dublis (clicca qui): lo chef Deivydas Praspaliauskas, scandalosamente 26enne n.1 del Paese, per 28 euro (o meno, se si cena nel primo turno delle 18.30), strabilierà i vostri palati con le cinque portate del menù mensile. Sarà difficile descrivere ciò che avete mangiato; facile scommettere che sentiremo parlare del giovane fuoriclasse negli anni a venire.

101339Dalla capitale alla costa sono circa 300 km, le cicogne e i loro nidi esosi in cima ai pali dominano un paesaggio verde e piatto dove le mucche sono incredibilmente magre: hanno tutto lo spazio che vogliono per sgambettare e tenersi in forma, pare. La carne è certo dominante nella cucina tradizionale, e si usa molto macinata, nei ripieni, in primis quello dei “cepelinai” (pronunciato “zepeline”), sorta di enormi dirigibili ripieni, il cui impasto bianco trasparente è ottenuta a partire dalle patate grattugiate e strizzate. “Come a voi può mancare la pasta, a un lituano all'estero prima o poi mancheranno gli cepelinai – racconta Gintas, guida turistica dall'italiano perfetto – È il piatto nazionale, insieme alla salsiccia di patate, che è fatta con lo stesso impasto più la pancetta. Per prepararli ci vuole mezza giornata: prima si alzava mio padre, e puliva tutte le patate. Il secondo ero io, che dovevo grattugiare. Mio fratello doveva spremere. E mia mamma finiva l'opera”.

Anche i salumi sono molto popolari, e spesso affumicati, a partire dallo“skilandis”, il tradizionalissimo salame di maiale. I lituani hanno una vera e propria passione per l'affumicatura, che raggiunge la sua apoteosi nel pesce: persico, sgombro, anguilla, calamari e tante altre specie, serviti in banchetti, bar e baracchette vicino all'acqua. Dolce o salata che sia. Per provare tutto ciò, perfetto è Nida, un villaggio dalle tradizionali casette di legno colorate e le banderuole delle navi a vela, che si trova sulla sottilissima e lunga striscia di terra (detta penisola di Neringa, Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO (clicca qui), che separa il Mar Baltico dalla mega-laguna dei Curi (e che oggi appartiene per metà alla Lituania, e per metà all'exclave russa di Kaliningrad), circondata dale dune vive alte fino a 60 metri del “Sahara della Prussia orientale”.

La laguna è un'immensa miniera di ambra baltica - varietà di questa resina fossile da millenni considerata la più preziosa, quella con maggiore concentrazione di acido succinico dall'odore penetrante. Nella preistoria era scambiata come oro; adesso l'ambra nel Paese si trova ovunque, persino in cibi e bevande: ad aromatizzare l'alcol, come il “999”, il più comune liquore alle erbe, piuttosto che il thé o addirittura la il locale “formaggio di mele”. Dall'altra parte della laguna, nel Parco regionale del delta del Nemudo (clicca qui), una tappa d'eccezione per mangiare e dormire è Sturmu svyturys (clicca qui), dove si può gustare il pesce appena pescato preparato dalla signora Marite, cuoca e locandiera di solida fama.

Per cominciare, il pesce “perpele” marinato – la marinatura si usa abbondantemente, soprattutto con l'aringa. E cioè: “Acqua, aceto, mele, zucchero, sale, pepe, più un cucchiano d'amore” spiega Marite, che aggiunge uno di quei cucchiaini ad ogni ricetta. Si continua con un fantastico pesce al cartoccio cotto nel caminetto, per finire con una torta dal sapore di pan di zenzero e salsa... d'ossicocchi!

Ma cosa sono dunque questi ossicocchi? Il mirtillo rosso, meglio noto forse come “cranberry”, base di dolci e di bevande tradizionali. Bacche tuffate nel liquido, magari insieme all'esotica “svarainis”, una sorta di deliziosa mela che cresce sui cespugli, e spiedini di cetriolo e limone. A far colore e voglia nella caraffe d'acqua servite a tavola, attendendo il lauto, lituano, pasto in arrivo.

Per saperne di più:
website: www.lithuania.travel tel: +39 02 39304859 
facebook: https://www.facebook.com/TurismoLituania

Carola Traverso Saibante
30 giugno 2015

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