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Valnerina

un angolo della verde Umbria da scoprire tra arte e gola. Con borghi millenari, mistici luoghi dello spirito e gioielli del gusto: tartufo, zafferano, formaggi rari e salumi tipici

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Pochi sanno che la celebre cascata delle Marmore, nei pressi di Terni, è originata dal fiume Velino che si congiunge con le acque dell'impetuoso Nera, che disegna per 70 chilometri la valle che da lui ha preso il nome.

Vallo di Nera
Circondata da monti boscosi e antico rifugio di monaci e santi, la Valnerina è rimasta a lungo defilata e quasi nascosta, fino a quando, nel 1998, è stata aperta una galleria che da Spoleto attraversa la montagna e la rende facilmente raggiungibile. Non è un eufemismo dire che la vallata, già ad alto tasso naturalistico, ha conservato intatti anche antichissimi borghi. Come Vallo di Nera, avamposto strategico sul fiume, dove si respira un'atmosfera medievale autentica, scelta anche dal regista Pupi Avati per ambientare il suo film su Dante. Il borgo, di soli 360 abitanti, non ha subito i danni causati dal terremoto del 2016, grazie a un piano di ristrutturazione precedente, e vigono rigide regole di conservazione di ogni aspetto originario. 

Gioelli del gusto
Si esplora il borgo-castello a piedi, percorrendo viuzze che seguono in salita le curve della collina, con archi, scalinate, piazzette, case-torri e bianche chiese romaniche che conservano affreschi di scuola giottesca, tra i tesori d'arte più preziosi del paese. Che per fascino e qualità ambientale ha collezionato un vero palmares di riconoscimenti: tra i borghi più belli d'Italia, Bandiera Arancione del Touring, Città del tartufo. Il territorio è infatti generoso di gioielli del gusto, sui quali possono far conto i ristoranti della zona: i boschi sono l'ambiente naturale privilegiato per raccogliere funghi e tartufi, soprattutto il nero, le acque limpide del fiume Nera, tra i più puliti d'Italia, regalano trote Fario autoctone. Ma ci sono anche olio, legumi (lenticchie di montagna, farro, cicerchie, cannellini, ceci, oltre la roveja, antico pisello selvatico qui recuperato) e formaggi come i pecorini e la ricotta salata, ricavata da solo latte ovino, retaggio dell'antica vocazione pastorale della zona, oggi rilanciata e diventata presidio Slow Food.

Tra sentieri e terme
Da Vallo partono diversi sentieri escursionistici, come quello, suggestivo, che costeggia il corso del Nera lungo la vecchia ferrovia Spoleto-Norcia. A una manciata di chilometri, il fiume stupisce di nuovo quando si unisce alle sorgenti sulfuree nei pressi di Cerreto, citate da Virgilio nell'Eneide, e dà origine alle uniche terme dell'Umbria, i Bagni di Triponzo, riaperti da una decina d'anni.

Il monastero delle pastarelle
A 30 minuti d'auto, vale una visita Cascia, cittadina legata al culto di Santa Rita, "santa dei casi impossibili e disperati". Il monastero adiacente al Santuario è anche un luogo di solidarietà grazie alle monache agostiniane che sostengono numerosi progetti di carità, ai quali si può contribuire ricevendo in cambio le pastarelle preparate nel loro laboratorio: sono biscotti friabili, leggeri come una nuvola, la cui ricetta, portata negli anni Trenta da una monaca siciliana, è tenuta segreta.

Tra arte e gola
Merita una visita anche Palazzo Santi, museo che espone, tra l'altro, straordinarie sculture lignee databili tra il 13mo e 15mo secolo. Altri capolavori, ma di gola, sono i prodotti artigianali della norcineria e lo zafferano. Coltivato e custodito gelosamente in Valnerina fino al Seicento, tanto che era vietato cedere i bulbi al di fuori del territorio, cadde in declino per poi essere recuperato alla fine degli anni '90. Oggi lo zafferano di Cascia, solo in stimmi, è un prodotto Pat, coltivato da una ventina di piccole aziende del territorio.

Paola Mancuso
foto di Emanuela De Santis
gennaio 2023

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