Cosenza: tra due fiumi (il Crati e il Busento), in un paesaggio naturale suggestivo e prezioso, ha un pittoresco cuore medievale arroccato sul Colle Pancrazio e un'anima moderna sulle rive del Busento. È così pittoresca e suggestiva da meritarsi il settimo posto nella Top 20 delle città d’arte europee stilata dal portale turistico tedesco Holidu, dopo Urbino, Lecce, Mantova, Matera, Parigi e Bilbao.
La Cosenza vecchia ha un centro storico tra i più antichi e belli e d’Italia, con edifici monumentali, palazzi padronali, chiese e un disegno urbano caratterizzato da vicoli stretti e tortuosi. Il Castello Normanno-Svevo (foto sotto), arroccato sul Colle Pancrazio, rappresenta il principale monumento della città e racconta, in breve, la storia di Cosenza: dagli antichi Brettii agli invasori arabi, dai Normanni agli Svevi, dagli Angioini agli Aragonesi fino ai Borboni la sommità del Pancrazio ha ospitato da sempre una rocca, una fortificazione, un castello che via via si andava ampliando e abbellendo, trasformandosi da fortezza a residenza principesca, da prigione a seminario fino a diventare (ai giorni nostri) spazio museale e location per eventi e mostre.
Attraverso corso Telesio, principale arteria della città vecchia, si arriva nella Piazza del Duomo, dove si eleva la Cattedrale (foto sotto), col bollino UNESCO di Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace. Tra i più noti e particolari edifici sacri dell’Italia Meridionale, la Cattedrale è uno dei primi esempi di gotico cistercense in Italia e il monumento funebre di Isabella d’Aragona, moglie di Filippo l’Ardito re di Francia, è una ulteriore testimonianza di quanto questo stile artistico fosse diffuso nella regione. Ma anche il Museo dei Brettii e degli Enotri, nel complesso monumentale del Convento di Sant’Agostino, è una testimonianza della lunga e gloriosa storia della città. La struttura, infatti, ospita una vasta collezione archeologica: corredi funerari degli antichi Brettii, ex voto e statue del periodo coloniale greco, stele funerarie dell’epoca romana. Il museo ospita anche una collezione numismatica costituita da monete d’argento e di bronzo, dalla fine del VI sec. a.C. al regno di Vittorio Emanuele II di Savoia e una raccolta di documenti e cimeli relativa alla storia risorgimentale della città. Questa collezione si connette al complesso di Sant’Agostino, all’epoca carcere borbonico, che fu probabilmente l’ultima prigione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, poi fucilati nel vicino Vallone di Rovito.
Dall’antico al contemporaneo il passo, a Cosenza, è breve: il MAB (Museo all’Aperto Bilotti) è una vera galleria d’arte a cielo aperto e rappresenta un unicum nel panorama artistico meridionale (foto sotto). Realizzato nella principale arteria commerciale della città, Corso Mazzini, via dello shopping e dello struscio, il MAB è costituito da diverse opere d’arte moderna e contemporanea di artisti di fama nazionale e internazionale, da Giorgio De Chirico (Il Grande Metafisico, Gli Archeologi, Ettore e Andromaca) a Giacomo Manzù (Il Grande Cardinale e La testa di Medusa) da Sasha Sosno (Le tre colonne doriche, I bronzi di Riace e Il sette di cuori)) a Salvador Dalì (il bellissimo gruppo bronzeo San Giorgio e il drago). Non manca l’artista catanzarese Mimmo Rotella, le cui grandi abilità di scultore possono essere osservate nella bronzea Rinascita della Cultura e nel massiccio Lupo della Sila in travertino verde. Poi La Grande Bagnante di Emilio Greco, le opere di Pietro Consagra (Il Ferro Rosso, I quattro paracarri e la Bifrontale) e la Testa di Cariatide di Modigliani completano il percorso museale. Per rimanere in tema di modernità, da pochi anni lo skyline classico della città è stato modificato dalla realizzazione dell’impressionante Ponte San Francesco di Paola, progettato dall’architetto Santiago Calatrava e considerato il ponte strallato più alto d’Europa, grazie all’unico pilone inclinato alto 104 metri, da cui partono tutti i cavi d’acciaio che sorreggono il piano stradale del ponte che, così, collega due zone di Cosenza divise dal fiume Crati, nella parte sud-est della città.
Oltre alle bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche, Cosenza custodisce un ricco patrimonio gastronomico fatto di pietanze, sapori e profumi tipici. La gastronomia locale si caratterizza per specialità piuttosto semplici e molto aromatizzate da spezie. Si comincia, ovviamente, dalla ‘Nduja (la tipicissima salsiccia piccante calabrese) e dalla Soppressata, si passa al Caciocavallo Silano (foto sotto), versatile interprete di grissini, primi piatti, medaglioni e frittate, per arrivare alle le paste, protagonista indiscusse delle tavole cittadine. Nei menu cosentini figurano pasta e patate ara tijeddra (tutti gli ingredienti vengono messi a crudo nella teglia e poi cotti al forno), pasta patate e pipareddre (peperoni) fritte, lagane e ciciari (tagliatelle larghe e ceci). Ma poi ci sono i sottoli della Sila, la mùstica (minutaglia di pesce azzurro fatta seccare con peperoncino e poi messa sott'olio), gli involtini con interiora di agnello e il capretto farcito. Tra i dolci tipici, legati soprattutto alle festività religiose, da gustare i Mostaccioli di San Giuseppe, le cui forme tipiche derivano dalle antiche offerte alle divinità, i cuddrurieddri, ciambelle salate preparate in occasione dell'Immacolata e per tutto il periodo natalizio. Anche i turididdri sono dolci natalizi fritti ricoperti di miele e di melassa di fichi, mentre le scaliddre sono coperte di glassa di zucchero.
Cosenza si può raggiungere comodamente in treno, partendo dalla stazione di Napoli con un collegamento Frecciarossa fino a Paola. Qui si cambia e con un treno del Regionale di Trenitalia si raggiunge la stazione di Cosenza in meno di mezz’ora.
Enrico Saravalle,
marzo 2024
Foto credits:
Cover (scorcio crepuscolare della città), @Simephoto
Cattedrale, @Alamy @IPA
MAB (Museo all’Aperto Bilotti), @Alamy @IPA
Caciocavallo, @Simephoto