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Sulla strada dei vini d'Alsazia

Luoghi e PersonaggiLuoghiSulla strada dei vini d'Alsazia

Un paesaggio da cartolina, attraverso una terra dai vini bianchi eccezionali passando dalla cucina robusta e tradizionale a quella gourmand

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Un paesaggio da cartolina quello che si incontra percorrendo la Strada dei Vini d’Alsazia: distese di vigneti che si arrestano davanti alle foreste dei Vosgi, villaggi circondati da vecchie fortificazioni che un tempo proteggevano dagli assalti dei nemici, residenze secolari, chiese romaniche ed abbazie, memorabilia dei secoli d’oro della regione, ma anche accoglienti winstub (rustiche osterie) che regalano esperienze gastronomiche da manuale. Una delle porte di questa Route è senza dubbio Colmar. Nel suo centro storico l’eclettismo architettonico si è divertito a mescolare i secoli e gli stili: dal Medio Evo dei quartieri con le case à colombages (il graticcio di legno tipico dell’Alsazia) al Gotico fiorito del Palazzo dei Cavalieri di Malta al Rinascimento della vecchia Dogana.  Accanto alle case a graticcio, poi, anche solidi palazzotti in pietra come la cinquecentesca Maison Pfister, con i suoi erker (i balconi aggettanti) e i suoi affreschi,  e la seicentesca Maison Des Têtes decorata con un centinaio di mascheroni dalle espressioni buffe, imbronciate o beffarde.  Un centro storico, quello di Colmar, pensato per i visitatori che con passo lento (e sicuro: la zona è interamente pedonalizzata) scoprono anche la Chiesa dei Domenicani, quella con la famosissima Madonna del roseto di Martin Schongauer, e la Collegiata di San Martino, testimonial di un’arte gotica pura e sobria. Poi, passeggiando lungo il Quai de la Poissonnerie, un tempo fulcro della pesca e della vendita del pesce, si scopre anche questo pittoresco quartiere (tra i più instagrammati in città) che, oggi, per tutti, è la Petite Venise, la Piccola Venezia.

Per assaggiare la robusta cucina alsaziana a Colmar si va, proprio a due passi dal Quai de la Poissonnerie, alla Wistub Brenner: prodotti locali e ricette super tradizionali dalla Choucroute (stufato di maiale con crauti e salsicce) al Bibalakas (formaggio fresco aromatizzato con aglio ed erba cipollina) al Kougelhopf (sorta di pane dolce lievitato preparato nel tradizionale stampo tondo di ceramica) cavallo di battaglia delle boulangerie alsaziane. 

Una esperienza gourmand, invece, si trova al Ristorante l'Echevin, ospitato in un vero e proprio monumento storico: la casa, affacciata sui canali della Petite Venise, risale, infatti, al ‘500. Si cena una delle tante salette affacciate sul canale con piatti ispirati e creativi che rivisitano i classici della cucina francese e locale: dalla terrina di foie gras accompagnato da chutney di fragole e rabarbaro al filetto di anatra con asparagi e succo di maggiorana. Il tutto accompagnato dai vini di Domaine Schoffit una delle storiche cantine di Colmar, dalle bollicine dei Cremant, ai profumi del Gewürztraminer al bouquet netto e deciso del Riesling.

Ma la Route des Vins chiama ed ecco che quasi alle porte di Colmar si incontra uno dei tanti villaggi alsaziani che sembrano usciti dalle favole dei fratelli Grimm. Si tratta di Eguisheim, uno dei Borghi più belli di Francia. Costruito intorno al suo castello, questo borgo medievale incanta con la sua doppia cinta muraria e con il labirinto di vicoli e stradine che si sviluppano in maniera concentrica. È su questi vicoli che si affacciano le tipiche case a graticcio, impreziosite dai balconi fioriti e rese ancora più singolari dai tenui colori pastello delle facciate. Basta poi affacciarsi all’interno di uno dei tanti cortili per un incontro ravvicinato con i domaine vinicoli locali. È il caso del Domaine Gruss, per esempio, di proprietà di una famiglia di vigneron storici del villaggio. L’Alsazia è una terra di vini bianchi eccezionali, profumati, intensi  ed emozionanti, la cui fama è meritata e consolidata da secoli. Sylvaner, Pinot bianco, grigio, Muscat, Gewürztraminer, Riesling sono i vitigni superstar che si incontrano in questo territorio che, protetto dalla catena dei Vosgi, è caratterizzato da un clima secco con escursioni termiche notevoli, condizioni necessarie per vini dalle grandi performance. Le colline calcaree e granitiche danno acidità e profumi ai Crémant d’Alsace, le locali bollicine, dei Guss: l’Extra Brut (da Pinot Bianco e Riesling), il Rosè (Pinot Nero in purezza),il Gran Cuvee (blend di Pinot bianco, Nero e Chardonnay), la Cuveé Confidentielle (da Chardonnay e Pinot Bianco). 

Scendendo verso sud, ecco Orschwihr adagiato in una valle e benedetto da un microclima mediterraneo. Grazie alle sue colline e ai suoi pendii con doppia esposizione, anche Orschwihr è uno dei più famosi villaggi vinicoli dell’Alsazia, tanto che gran parte dei suoi vigneti appartiene ai  Grands Crus d'Alsace. Ed è nel centro del villaggio che si trova il Domaine Valentin Zusslin:  le tredici generazioni che si sono succedute, dalla fine del ‘600 ad oggi, alla guida del domaine si sono sempre impegnate a produrre grandi vini di terroir sui pendii del Bollenberg, del Clos Liebenberg e del Grand Cru Pfingstberg. Nel 1997, poi, l'intera tenuta è stata convertita all'agricoltura biodinamica: il rispetto dell'ambiente, lo sviluppo della biodiversità nei vigneti e nei frutteti, la creazione di un circolo virtuoso sono oggi le parole d'ordine nella gestione della tenuta. Nella suggestiva cantina nel centro del paese si assaggiano spumeggianti Cremant, freschi Riesling e vendemmie tardive di Gewürztraminer. 
Ma c’è dell’altro, naturalmente. In occasione del 70° anniversario della Strada del Vino, il CIVA (Consiglio Interprofessionale Vini d’Alsazia) e i viticoltori alsaziani hanno messo a punto La Tournée des Terroirs che si svolge ogni domenica fino al 30 luglio, nel cuore dei vigneti e dei grandi terroir alsaziani. Un abbinamento azzeccato tra un festival e una mostra itinerante: in ogni tappa il pubblico, infatti, trova uno spazio in cui degustare la gamma dei vini alsaziani ma anche atelier e laboratori enogastronomici, spazi gioco studiati per i più piccoli. Il tutto con vista sulle vallate e sui filari di viti.

Enrico Saravalle 
giugno 2023

  

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