Nell’antica civiltà contadina, l’arrivo della bella stagione e il ritorno ai campi, di nuovo fecondi, veniva celebrato con i riti del Calendimaggio. L’usanza è ancora oggi radicata, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, dove si dà il benvenuto alla primavera con piatti propiziatori, come “le virtù” teramane, e scampagnate fuori porta.
Nel cestino da picnic sono un “must” le fave fresche, tipico prodotto di stagione. Tanto che nel 2011, secondo Coldiretti, si sono consumate oltre 1.000 tonnellate del legume nella sola festa del 1° maggio. Dedicata alle fave, in tandem con un altro legume fresco, i piselli, è la mostra mercato che si tiene nello scenario immerso nella natura di Montegiordano (Cosenza). Il secondo weekend di aprile, si acquistano fave e altre primizie dei campi direttamente dai contadini e si fa scorta di formaggi tipici, oli pregiati e vini. Oltre a degustare i piatti semplici della tradizione, come fave e cicoria, dove l’amarognolo della verdura e la dolcezza del legume si alternano in uno squisito contrasto.
In Sicilia, Caltagirone è famosa per le sue ceramiche raffinate, ma ogni anno, 15 giorni dopo la Pasqua, torna alla tradizione contadina con una sagra dedicata alle fave novelle. Ma è soprattutto a Roma e nei territori circostanti che le fave vengono gustate in uno dei loro abbinamenti più riusciti. Quando sono di prima raccolta, tenere e dolci, sono ottime crude, nel classico abbinamento con scaglie di pecorino, anche questo fresco. Sono la tipica, rustica merenda del “Maggetto”, classica scampagnata del 1° maggio, festeggiato in tutto l’agro romano. Come a Filacciano, delizioso paese affacciato sulla valle del Tevere e dominato dall’antico Palazzo del Drago. Si gustano piatti tipici come la “scafata” (a base di fave e carciofi insaporiti da pancetta), formaggi sabini e, ovviamente, fave con pecorino.
Consolidata è anche la sagra che da quasi mezzo secolo si tiene a Monterotondo, con merenda in piazza e gruppi folk. A Nepi, l’antica “porta dell’Etruria” in provincia di Viterbo, la festa vede protagonista il pecorino romano accompagnato dai prodotti che ne esaltano sapidità e gusto: in primis le fave, ma anche miele, confetture, vino. Non mancano degustazioni di altre specialità della Tuscia, territorio a cui Nepi appartiene storicamente. Vale la pena visitare il centro storico, arroccato su uno sperone di tufo e circondato da imponenti mura del ‘400.
di Paola Mancuso, ricette di Claudia Compagni, foto di Alkèmia, stylist Stefania Aledi