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Luoghi e PersonaggiLuoghiSila, la Calabria da scoprire

Sila, la Calabria da scoprire

Un itinerario tra natura, cultura e gastronomia

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Le profonde diversità che la storia aveva generato e che si manifestavano soprattutto nella parlata delle genti le avevano ben presenti i Borboni, che distinguevano tra Calabria Citeriore e Calabria Ulteriore quella che oggi porta un solo nome, Calabria. La metafora di un’Italia lunga e stretta, avvinta dal mare e con la spina dorsale fatta di montagne e impervie alture. Alla Sila, a nord, fa eco l’Aspromonte, nella parte meridionale. In estate offrono aria buona e fresca. Oltre a una gastronomia di tutto rispetto e una storia talvolta ancora ignota ai più. Sulla Sila a rendere concreti in maniera del tutto originale itinerari che coniugano natura, cultura e gastronomia ci ha pensato Divini Itinerari, impresa attivata con fondi FEASR.

L'archeoenologia

Tutte le attività coinvolte hanno l’obiettivo di stimolare riflessioni su una Calabria attiva e competitiva. Come il progetto dell’archeoenologo Francesco Gabrile Bofaro di Acri, Acroneo. Nella piccola cantina si trasforma l’uva in vino secondo modalità riprese da testi antichi. Dal 2017 Bofaro, affiancato dai genitori, lavora su liste di prenotazione e con alcune partite di cui desidera capirne l’evoluzione. Le uve vengono spremute nelle navazze, le vasche di legno, “e macerate in particolari anfore interrate che sono realizzate senza l’uso di smalti o altri materiali moderni. La chiusura avviene con legno o pietra come insegnava Plutarco: non vi è infatti traccia di acciaio e plastica perché ogni materiale viene ripreso da testi antichi” spiega meglio Bofaro. L’affinamento è in locali dove è mandata in onda musica classica “in quanto le anfore erano utilizzate anche per amplificare i suoni”. Per realizzare il proprio sogno, Bofaro ha dovuto vestire i panni di cacciatore di antiche vigne. Per l’Elektron (Greco bianco con il 20% di Malvasia bianca) la ricerca l’ha portato a San Demetrio Corone in vigneti semiabbandonati. Al naso rivela nette sensazioni di albicocca e miele di castagno. Completamente di uve Magliocco il Vino dell’archeologo, profumato di liquirizia e con un finale gustativo di mandorla amara (acroneo.it).

Biodiversità

Gli amanti della natura si immergono nei 73mila ettari del Parco Nazionale della Sila, circondati da laghi, larici e recinti faunistici (parcosila.it). Al centro visite Cupone, grazie a una delle guide del Parco, al Giardino geologico si possono conoscere le ere di formazione del massiccio, l’immensa biodiversità botanica e animale dell’area e raccogliere informazioni sugli indicatori di aria pulita come la lontra, la salamandra o i licheni. Anche le patate sembrano godere di questi terreni e del particolare microclima, tanto che le Patate Silane vantano l’IGP. “Concentriamo l’85% delle vendite a nord di Roma. Ci viene riconosciuto in particolare il fatto che siano un prodotto di montagna che cresce a 1200 metri, l’utilizzo di acqua sorgente quando sia necessario, l’assenza di fitofarmaci e il particolare microclima dovuto al fatto di essere tra due mari.

Patate Silane IGP

Tutto ciò rende le Patate Silane IGP assai riconoscibili nel panorama delle patate italiane” spiegano il presidente  e il direttore del consorzio, Pietro Tarasi e Albino Carli a Camigliatello Silano. Nella Trattoria dell’hotel San Lorenzo si possono trovare alcuni dei piatti più caratteristici della cucina della Sila. Da non perdere le patate ‘mpacchiuse, che risultano appiccicate le une alle altre una volta cotte, in accompagnamento all’arrosto di agnello (sanlorenzosialberga.it).

La pitta ‘mpigliata

Serve qualcosa più di mezz’ora per raggiungere la capitale storica della Sila, San Giovanni in Fiore. Steso su un ripido pendio e cinto da boschi di abeti bianchi e faggi, è anche una capitale culturale. L’abbazia Florense è il monumento da non perdere con la sua facciata gotica e la cripta che custodisce i resti del fondatore, l’abate Gioacchino da Fiore, del XII secolo. L’arte orafa è particolarmente rilevante nella cittadina, dove da fine Settecento opera la famiglia Spadafora. Ma c’è anche un dolce che si ritiene abbia avuto origine a San Giovanni in Fiore, la pitta ‘mpigliata. “Nel 2020 è nata l’idea di proporre il dolce assai diffuso nelle famiglie e che ha dato lustro al nostro borgo” sottolineano Rocco Pisano e i fratelli Marco e Giovanni Piccolo. Benché non esistano documenti ufficiali sulla sua nascita, si tratta di un dolce consumato ampiamente durante il periodo natalizio, ma che compare sulle tavole silane in ogni festività. Dalla vaga forma di girella ripiena di frutta secca, uvetta imbevuta in liquore e spezie si dice si ispiri al rosone dell’abbazia (dulcisinfiore.it).

Tra uliveti e pasticcerie storiche

Più verso la città di Cosenza il paesaggio si abbellisce di uliveti. Massimino Magliocchi, presidente del Consorzio Olio extravergine di oliva Calabria IGP stigmatizza il “ruolo vitale dell’olio nella dieta mediterranea e nel panorama gastronomico italiano, sottolineando l’impegno del consorzio a garantire l’autenticità dell’olio di Calabria” (igpoliodicalabria.it). All’orizzonte la capitale della Calabria Citeriore, una mescolanza di antico, dove ha sede una delle pasticcerie storiche d’Italia, il Gran Caffè Renzelli (renzelli.com) e di assoluta novità nel quartiere Case Minime, ricco di coloratissimi murales concepiti per valorizzare lo spazio urbano e sviluppare il tessuto comunitario.    

Riccardo Lagorio,
agosto 2024

TAG: #sila

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