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Ponza: un relais a cielo aperto

Luoghi e PersonaggiLuoghiPonza: un relais a cielo aperto

Isola di confine dei primi cristiani durante il periodo dell’antica Roma, oggi regala paesaggi elitari da scoprire anche attraverso profumi e sapori

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A un certo punto i viaggiatori si accalcano sul ponte della nave. Ci sono anche quei turisti che con ostentato disinteresse per la comoda traversata nel piacevole refrigerio della cabina ora non trattengono lo stupore. Sono tutti lì fuori, cellulare alla mano, a fermare con un click l’immagine a colori pastello degli edifici intorno al porto. C’è gente che aspetta e sbraccia in segno di saluto: la giovane sposa che attende il marito pendolare sulla terraferma, i taxisti degli hotel svelti nel trasbordo dei villeggianti. Un rito che si consuma tre volte al giorno a Ponza (laziomar.it da Formia; ma in estate le corse si intensificano con aliscafi da Ischia, snav.it).

Un relais a cielo aperto

Isola di confino dei primi cristiani durante il periodo dell’antica Roma, più di recente hanno sperimentato tedio e prigionia nomi autorevoli della storia d’Italia: da Carlo Pisacane a Pietro Nenni. Oggi le frotte di turisti non soffrono la noia, anzi!, e l’isola maggiore, con la vicine Palmarola e Zannone, si è trasformata in un relais a cielo aperto dove opulenti yacht e catamarani sono alla fonda per cogliere i paesaggi più elitari. Persino il vecchio camposanto si è trasformato in luogo dove è attraente inseguire viste mozzafiato sui Faraglioni della Madonna o sulle Grotte di Pilato. Che si visitano prenotando uno dei numerosi servizi di lance e gozzi a noleggio con marinaio, da quelle romantiche e adatte alla coppia (zannone1954.it) a quelle che si noleggiano per gruppi di amici più numerosi con cucina in cambusa (mobydickponza.it).

Tra vita mondana e prodotti tipici

Ponza è l’isola dove si ritirano per qualche settimana estiva personaggi dello spettacolo e della cultura, che si incontrano a passeggio tra le boutique di abbigliamento in lino e seta o i negozi di artigianato. Per chi ama una Ponza meno mondana numerosi sentieri invitano al trekking e alla ricerca di cale poco note come la spiaggia di Frontone che si raggiunge dalla località Tre Venti. Tra terrazzamenti e pendii quasi verticali è facile imbattersi in Michele Mazzella, uno degli ultimi contadini dell’isola. “Il lavoro più impegnativo è ricostruire con le canne le palizzate contro il vento e le canalette per irreggimentare l’acqua piovana che consente di coltivare le lenticchie verdi di Ponza o le piccole fave”. Prima che i ponzesi si dedicassero al turismo uno dei frutti più rappresentativi dell’isola era il fico. “Grazie alla coltivazione di varietà diverse, lo possiamo avere fresco da giugno a settembre. In alcuni casi si fa essiccare per poterlo consumare durante l’inverno”. I declivi che portano a una delle più silenziose spiagge, di Lucia Rosa, sono un lussureggiante giardino di fichidindia. “Nei miei ricordi di bambino c’è un particolare dolce ottenuto da succo d’uva e succo di fichidindia addensati con il semolino. Era il premio dei nostri genitori se non facevamo i monelli”.

La cucina ponzese

Chi ama il vino, a Ponza può contare su un poker di produttori. La bottiglia più rappresentativa è il Fieno di Ponza Rosato IGP Lazio delle Antiche Cantine Migliaccio. “Le uve rosse di Punta Fieno, Aglianico e Piedirosso, danno vita a un vino color corallo. Si raccolgono a mano e si trasportano per 40 minuti a dorso di mulo prima di giungere alla cantina” spiega la proprietaria Luciana Sabino (antichecantinemigliaccio.it). Un bicchiere dall’olfatto di albicocca e lampone, persistente e succulento che ama il piatto locale più gettonato, gli scialatielli all’aragosta. È il vanto de Il Rifugio dei Naviganti, il regno di Valeria Romano e Mario Coppa. Una cucina di pesce la loro, complici le catture giornaliere del fratello di Mario, Mattia. “La tartare di tonno rosso con finocchietto selvatico ponzese e olio extravergine d’oliva o quella di tracina con capperi e limone sono il modo più semplice per comunicare la freschezza del nostro pesce” spiegano. Ma da questo diadema della semplice cucina ponzese incastonato nel passeggio serale non ci si può allontanare senza avere provato gli scampi crudi con aceto di prugna e aceto al tabacco e il sorprendente sauté di cozze in crosta di pane (rifugiodeinaviganti.it).

Un trekking e a seguire... un meritato piatto di spaghetti

Se la permanenza dura più giorni, vale la pena dedicare qualche ora di trekking sull’isola Zannone calcando l’antica strada tracciata dai monaci cistercensi o sull’isola Palmarola tra palme nane e profumo d’origano che sarà difficile dimenticare. Un’occasione per provare gli spaghetti a ‘u fullone (la granseola) del Ristorante Scirocco, gestito dalla locale cooperativa dei pescatori (FB: lo-scirocco-pub). Potranno anche risultare piacevoli le notti trascorse all’Hotel Chiaia di Luna, di fronte alla celebre spiaggia (hoelchiaiadiluna.com), o al Grand Hotel Santa Domitilla con grotta d’acqua di mare (santadomitilla.com).

Zuppa di lenticchie verdi di Ponza

Ingredienti per 4 persone

300 grammi di lenticchie essiccate, 200 grammi di patate, 2 spicchi d’aglio, 100 grammi di pomodori freschi, 400 cl d’acqua, Olio extravergine di oliva, Finocchietto selvatico, Sale

  1. Mondate le lenticchie, lavatele e mettetele in un tegame con l’acqua fredda.
  2. Pelate le patate, tagliarle a cubetti e aggiungetele alle lenticchie. Lessate le due verdure.
  3. Affettate l’aglio.
  4. In un tegame preparate 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva e l’aglio affettato.
  5. Lavate i pomodori e tagliateli a fette dello spessore di 1 cm.
  6. Prima che questo imbiondisca unitevi i pomodori, facendo sobbollire per qualche minuto e allontanate dal fuoco.
  7. A cottura ultimata delle lenticchie unite il fondo di pomodorini e aglio, aggiustando di sale.
  8. A fine cottura aggiungetevi un pizzico di finocchietto selvatico e un filo d’olio extravergine.

Riccardo Lagorio,
giugno 2024

TAG: #ponza

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