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Il fascino antico di Marrakech, il regno delle spezie

Luoghi e PersonaggiLuoghiIl fascino antico di Marrakech, il regno delle spezie

In viaggio in una città tra le più suggestive del mondo, dove il folklore, i colori, i profumi incantano ancora e trasportano in scenari da Mille e una notte

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Ci sono sensazioni forti che alcune città sanno trasmettere e che si custodiscono a lungo; così è per Marrakech, dieci secoli di storia e un processo di modernizzazione lento e rispettoso della cultura del suo popolo, uno sky line pressoché immutato dove le torri dei minareti svettano su tutte le altre costruzioni, dove le rose fioriscono tutto l’anno e ovunque vieni accolto con un atay, il tè alla menta caldo e molto zuccherato.

Il caldo abbraccio della Medina

54770Passeggiare nel labirinto di viuzze che costituisce la Medina (il cuore della città, protetto dalle mura) facendosi catturare dalle botteghe del souk è un’ esperienza unica. C’è chi inforna biscotti e chi tornisce il legno, chi vende preziosi rimedi naturali contro ogni malanno e chi cuce eleganti babouches. La meta principale è senza dubbio la piazza Djemaa El Fna, centro geografico e culturale della Medina, luogo di incontro e di scambio da secoli per le popolazioni del Nord e del Sud di questa parte dell’ Africa e per questo classificata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Di giorno è animata da acrobati, danzatrici e banchi che propongono spremute di arancia e bouquet di erbe; di notte si riempie di carrettini che, una volta aperti, rivelano la loro natura di ristoranti ambulanti. La piazza è invasa dai fumi dei bracieri e dagli odori dei cuscus alle 7 verdure, delle tajines, degli spiedini, delle insalate marocchine.

La Medina, però, non è solo clamore. Vi si possono trovare angoli di paradiso, luoghi di raccoglimento quasi spirituale, come il caffè letterario Dar Cherifa, nel quartiere Mouassine, in un edificio del XV secolo: un luogo unico dove ristorarsi con centrifugati e pasti leggeri sfogliando libri sul Marocco e ammirando interessanti mostre d’arte.

Una passeggiata in carrozzella

La città si conosce girando a piedi, ma un modo altrettanto suggestivo per immergersi nello spirito del luogo è prendere un calesse. Così, comodamente seduti su lussuose panche di velluto rosso, all’ombra di un baldacchino ornato di frange, è possibile avere un buon colpo d’occhio su Marrakech, uscire dalle mura di terra rossa che annunciano il deserto, guardare dall’esterno (stando bene attenti a non “rubare” foto) il palazzo reale e giungere fino ai quartieri della Ville Nouvelle, che si è sviluppata nei primi del ‘900 sotto il protettorato francese. Nel Guéliz, un quartiere dove si respira un’atmosfera più occidentale, si trovano i Jardins Majorelle, ricchissimi di piante esotiche, creati da Jacques Majorelle (illustre pittore francese che negli anni ‘20 si stabilì in città). Lo splendido atelier dell’artista oggi è sede di un meraviglioso museo dell’arte di vivere berbera.

Nei riad, tra giardini e terrazze

Il modo più caratteristico di soggiornare a Marrakech è senz’altro scegliere un riad, tipica abitazione a pianta quadrata senza finestre che danno sull’esterno, ma solo porte che si affacciano sul cortile interno: spesso è impreziosito da fontane e piccoli giardini dove è possibile ristorarsi all’ombra. Dal tramonto in poi, nei riad la vita si svolge sulle terrazze con vista suggestiva sui tetti. Al momento dell’ultima preghiera dei muetzin, che si richiamano da una moschea all’ altra, come per incanto una brezza fresca che arriva dal deserto spazza via la calura e il cielo si riempie di stelle. Da lontano si sentono i ritmi frenetici dei tamburi e si scorgono i bagliori di piazza Djemaa El Fna. Sono emozioni che valgono il viaggio.

Il regno delle spezie

54769Impossibile tornare da Marrakech senza spezie e senza nanà, la menta marocchina, perché l’esperienza di un luogo non è completa se non passa attraverso i suoi profumi. Acqua di fiori d’ arancio, zenzero, pepe rosa, zafferano, curcuma, olio di argan, olive condite in tutti modi possibili, limoni conservati sotto sale, fichi, datteri... Sono i mille sapori che arricchiscono una cucina semplice e autentica, fatta di lunghe cotture alla brace nelle tajine di terracotta dal caratteristico coperchio conico. Senza dimenticare il cuscus, piatto nazionale dei Berberi, utilizzato per accompagnare carni in umido e verdure.

I dessert sono caratterizzati da una cura quasi maniacale nella presenzatione e le pasticcerie fanno a gara nell’inventare le forme più incredibili: in genere si tratta di dolcetti di piccole dimensioni che creano scenografiche coreografie su grandi piatti tondi. Per lo più a base di miele e pasta di mandorle, ripieni di datteri e profumati con l’acqua di fiori d’arancio, concludono in “bellezza” pranzi e cene accompagnati da profumatissimi tè.

a cura di Cristiana Cassé, testi di Monica Cattaneo

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TAG: #Marocco

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