Seguici su Facebook Seguici su Instagram
Luoghi e PersonaggiLuoghiFerrara: slow tourism, atmosfere rinascimentali e paesaggi sospesi tra terre e acque

Ferrara: slow tourism, atmosfere rinascimentali e paesaggi sospesi tra terre e acque

Ferrara nel 2025 tra arte, storia e gusto con il progetto Festina Lente: eventi, tour slow e banchetti rinascimentali per celebrare il trentennale UNESCO e il Delta del Po

Condividi

Ferrara è la città dalle cento meraviglie (il copyright è del pittore De Pisis) da conoscere passeggiando (o pedalando) per imbattersi in chiese, palazzi e monumenti, landmark discreti e signorili della capitale dei duchi Estensi, negli anni d’oro del Rinascimento italiano. In questo 2025 la città festeggia un compleanno importante, vale a dire il trentennale del bollino UNESCO che la identifica come esempio di perfetta urbanistica rinascimentale. Ma c’è anche un altro anniversario importante, quello del Delta del Po (foto sotto) che, da dieci anni esatti, è Riserva della Biosfera MaB UNESCO.Un tour estense, quindi, è l’occasione ghiottissima per riscoprire il territorio con un nuovo sguardo:  un viaggio alla scoperta di luoghi nascosti, culture diverse e prodotti locali, nel pieno rispetto dell’ambiente, procedendo con calma e lentamente per assaporare fino in fondo l’esperienza di viaggio.

A Ferrara, col progetto Festina Lente si scoprono le meraviglie del territorio 

Festina Lente (letteralmente affrettati lentamente) dicevano gli antichi romani. E Festina Lente è anche il nome del progetto che, nel corso del 2025, invita cittadini e visitatori a rallentare il passo, a immergersi nei dettagli, a intraprendere un viaggio che intreccia arte, storia, natura e, naturalmente, enogastronomia, per scoprire la magnificenza della piccola capitale Estense e la bellezza rassicurante della natura che la circonda. E così, passeggiare lungo le Mura di Ferrara significa, per esempio, ripercorrere secoli di storia, riconoscere, da lontano, il candore dei marmi della cattedrale o il profilo severo del castello. (lo abbiamo raccontato anche qui). Tutto intorno, poi, un parco urbano a cielo aperto, dove architettura militare e natura si fondono in un percorso unico di nove chilometri. Ma Ferrara non è solo città. Seguendo il fluire lento delle sue acque, si raggiungono le Delizie Estensi, le fastose residenze di campagna dove la nobiltà, secoli fa, si ritirava per sfuggire al caos della corte. Belriguardo, Verginese, Medelana, Villa della Mensa: ogni dimora racconta una storia di sfarzo e cultura, di banchetti sontuosi e giardini segreti. Il modo migliore per raggiungerle è, ovvio dirlo, slow, con calma, magari in bicicletta, pedalando lungo sentieri pianeggianti che costeggiano antichi canali e borghi storici. E quando la strada si unisce al fiume, ecco che inizia un viaggio diverso, sull’acqua, a bordo di un barcone, che trasforma il ritorno verso Ferrara in un’esperienza dal sapore d’altri tempi.

Ferrara e il Delta del Po

È tutto? No, ovviamente. Uscire da Ferrara ed entrare in una realtà metafisica è tutt'uno. Merito del particolare paesaggio che si incontra dirigendosi verso il mare. Geografia e geometrie ingannano: bacini d’acqua che disegnano penisole, darsene e isolotti, un orizzonte piatto, la pianura solcata da un fitto reticolato di canali e corsi d'acqua, campi che improvvisamente si trasformano in paludi e valli (le lagune morte, cioè senza sbocchi al mare). Le prime valli che si incontrano lasciandosi Ferrara alle spalle sono quelle di Ostellato, vera e propria oasi naturalistica dove si possono scoprire (passeggiando, pedalando, cavalcando o pagaiando in canoa) aironi cinerini e germani, garzette e cavalieri d'Italia, cormorani e tarabusi che nidificano tra le canne e i sambuchi.  Senza dubbio, però, le valli più famose sono quelle di Comacchio, parte integrante del grande Parco del Delta del Po, Riserva della Biosfera MaB. Laguna, mare e terra si integrano in uno scenario incredibile, tra labirinti di vie d’acqua dolce e salata, di argini piatti che sfiorano i canali e le diramazioni del Grande Fiume. Le inquiline più famose di questi luoghi selvaggi e affascinanti sono le anguille. Quelle piccole entrano nelle valli per crescere e diventare adulte e al momento dell'uscita vengono imprigionate nei lavorieri, serie di graticci disposti a cuneo con il vertice rivolto verso il mare.

Festina Lente: non solo scoperta del territorio

Il progetto Festina Lente prevede un fitto programma (il calendario completo si trova su www.ferrarainfo.com/it/festina-lente) fatto di eventi, di esperienze, di spettacoli, di rievocazioni storiche e, soprattutto, di grandi banchetti rinascimentali. Va detto che la cucina di Ferrara, principesca e popolare, occupa uno spazio ideale che va dai casoni da pesca delle valli alla Corte Estense, un po’ come dire, dalla scuola elementare all’università della cucina del territorio. Il celebre Cristoforo da Messisbugo, scalco (oggi lo chiameremmo executive chef) alla corte dei duchi, sofisticato gourmet e autore di un famoso ricettario (Banchetti compositioni di vivande, et apparecchio generale)  inventò piatti raffinati e caratteristici che si sono tramandati nei secoli, come i maccaroni, detti gnocchi.

Ferrara  e le sue specialità

Le delikatessen ferraresi non si contano, ma tra quelle più famose sono da annoverare la salama da sugo, il pane, il panpepato (come abbiamo detto anche qui). Conosciuta anche come la salamina, la salama da sugo sembra essere stata preparata per la prima volta dal grande Messisbugo, vero mago dei sapori alla corte estense. È un salume, ovviamente, con un impasto particolare (che prevede coppa di collo, pancetta, lardo, fegato, lingua) insaporito di sale, pepe, vino rosso, cannella e chiodi di garofano. Stagionata a lungo, va cotta per almeno cinque ore  sospesa nell’acqua, senza mai farle toccare fondo o pareti della pentola. Il pane (Riccardo Bacchelli lo definiva “il migliore del mondo”) è la classica coppia, con la parte centrale morbida da cui si dipartono quattro corna  ritorte a spirale, e pare che il suo "inventore", ancora una volta, sia stato quel vulcano di idee di Cristoforo da Messisbugo. Il panpepato, infine, è il più tradizionale dolce ferrarese e, contrariamente a quello che fa pensare il suo nome, non contiene pepe ma è a base di cacao e farina, latte e zucchero, mandorle e frutta candita. La ragione del curioso appellativo è da ricercare nella sua storia: le suore di uno dei tanti conventi di Ferrara avevano pensato di fare dono di un dolce particolare al vescovo della città e per questo avevano confezionato un ‘pane’ dolce a forma di zucchetto (il copricapo degli ecclesiastici). Dal vescovo al papa il passo fu breve e il dolce fu subito chiamato “pan del papa” o “panpapato” e più recentemente “panpepato”.  E i vini? Agli inizi del '500, Renata  di Francia (figlia di Luigi XII) arrivò a Ferrara per sposarsi: nella sua ricca dote, accanto a gioielli, terre e castelli si trovava anche un vitigno della Côte d'Or di Borgogna. Da qui deriverebbe l’Uva d'Oro, altro nome del Fortana, che cresce ancora nell’area del Bosco Eliceo, insieme a Merlot, Sauvignon e Bianco del Bosco. Sono i cosiddetti Vini delle Sabbie (per via dei terreni sabbiosi in cui i vitigni crescono) e riconoscibili grazie alla doc Bosco Eliceo.

La cucina di Messisbugo: ieri e oggi    

Nel 2025 tocca a grandi chef del territorio rinverdire le glorie di Messisbugo e svelare ai viaggiatori golosi i segreti della tavola ferrarese. Igles Corelli, per esempio, si cimenterà nella preparazione di   fastosi Banchetti Rinascimentali sia con show cooking di pietanze della corte estense (foto sopra) sia interpretando con sensibilità e attenzione le direttive del celebre Messisbugo. Lo chef Daniele Persegani mostrerà come realizzare un piatto di ispirazione rinascimentale (gnocchi di cacio fresco alla cannella con asparagi in crema) e racconterà curiosità e stranezze della cucina di corte. Lo chef Simone Finetti si occuperà del banchetto rinascimentale  Tra Terra e Acqua per celebrare l’unione tra i sapori del territorio e quelli delle valli, mentre lo chef Giacomo Devoto  proporrà il banchetto Il Rinascimento e Oltre per  esplorare il legame tra la cucina storica e quella contemporanea. Il gran finale, a cura della Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara, sarà affidato allo chef stellato Carlo Cracco nei panni dello scalco Cristoforo da Messisbugo che, a fine ottobre, firmerà una cena di gala esclusiva in un edificio storico del centro, reinterpretando i fasti della cucina estense.

Enrico Saravalle,
marzo 2024

 

Enrico Saravalle
Enrico Saravalle

Enrico Saravalle è giornalista di vasta e varia cultura, che ama viaggiare, mangiare e usare mouse e tastiera per raccontare luoghi, esperienze e sapori ad ogni angolo del globo. Quando non è in giro per il mondo si divide tra Milano e la Sicilia.

Enrico Saravalle è giornalista di vasta e varia cultura, che ama viaggiare, mangiare e usare mouse e tastiera per raccontare luoghi, esperienze e sapori ad ogni angolo del globo. Quando non è in giro per il mondo si divide tra Milano e la Sicilia.

TAG: #Ferrara

Abbina il tuo piatto a