Provare per credere: la Costiera di Amalfi, non a caso soprannominata Costa Diva, riesce a folgorare tutti con le sue scenografie inimitabili. Lo spettacolo incomincia a Vietri, dove l’artigianato della ceramica è da secoli una delle attività più importanti. Lo si vede scritto sui muri disseminati di mattonelle colorate, ma anche nelle scaglie policrome sulle cupole delle chiese, negli ex voto che ornano i piccoli altari, sui piatti e i vasi decorati con fiori, animali, geometrie particolari e ghirigori arabeggianti. Girare per i vicoli di Vietri significa fermarsi di continuo a guardare affascinati gli artigiani che lavorano nelle botteghe e scoprire i diversi stili.
Il “nastro azzurro” (la strada che percorre la Costiera) attraversa poi Cetara, Maiori, Minori e Atrani, prima di svelare Amalfi. L’antica Repubblica Marinara è poco più di un gruppo di case sparse tra le pendici dei Monti Lattari e il mare, una terrazza protesa verso il sole, fatta di scorci mozzafiato e monumenti che ricordano l’antico splendore. C’è, per esempio, un bellissimo Duomo, dedicato a Sant’Andrea, che sovrasta la piazza dall’alto di una scalinata. Ma anche il Chiostro del Paradiso, un’oasi di verde circondata da archi arabeggianti; gli stessi che si ripresentano, in luccicante maiolica, sul campanile. E poi i laboratori di carta a mano, oggetto di culto in tutto il Mediterraneo e prezioso souvenir, di cui Amalfi è la storica patria (c’è anche il museo).
Dopo Amalfi, naturalmente, Ravello. Per raggiungerla si percorre una strada da spavento su un contrafforte roccioso alto quasi 400 metri sul mare. Boccaccio, Wagner, Paul Klee, Rossellini, Stokowsky, Greta Garbo... L’albo d’oro dei vip che hanno perso la testa per Ravello è interminabile. E le ragioni saltano subito all’occhio: ecco il Duomo, con le porte di bronzo, il trono episcopale a mosaici e il pulpito bizantino; e poi Villa Cimbrone con i giardini fioriti, le torri, i chiostri, le statue degli imperatori e delle divinità e una loggia a strapiombo sul mare. Da vedere anche villa Rufolo, i cui giardini hanno ispirato Wagner per le armonie del Parsifal.
Lasciata alle spalle Ravello, ecco Positano. Piccolo borgo marinaro, disegnato da un labirinto di stradine e scalinatelle, disseminato di case dai colori pastello con la caratteristica copertura a botte luccicante di maioliche. L’attività più divertente è quella di andare e venire tra viuzze e cortili, per scoprire scorci sempre nuovi, antichi palazzi barocchi, chiese che conservano gelosamente i loro tesori (la parrocchiale dell’Assunta ha, per esempio, un bellissimo altare di marmo intarsiato di lapislazzuli e agate) e per fare shopping. Fra le attrattive del paese, infatti, ci sono i negozietti dei pezzari, chiamati così perché vendono abiti realizzati con pezze coloratissime di cotone: il Positano-look è fatto di capi pratici e sportivi, a colori vivaci, che ripropongono fiori e frutti mediterranei, primo fra tutti il limone. È difficile raccontare la costiera, bisogna vederla per vivere la suggestione di quei mille panorami, l’emozioni dei profumi e dei colori, l’allure di un luogo amato da divi e divine, da teste coronate e da capi di stato.
Il Mediterraneo in tavola
La cucina, come tutto il resto, sa di mare, di sole e... di limone. Gli Sfusati amalfitani, coltivati sulle terrazze e nei giardini, non entrano solo nella composizione del celebre limoncello ma servono anche per preparare squisite creme che farciscono delizie e profiteroles. E siccome del limone in Costiera non si getta via niente, si usano anche le foglie, recuperate dagli chef locali per avvolgere scamorze e mozzarelle prima di metterle alla brace oppure per dare profumi inediti al coniglio al forno (“alla conchese”). Da provare sicuramente, la pasta con la colatura di alici, un piatto di natura poverissima, perché la colatura altro non è che il liquido prodotto dalle alici messe sotto sale: lo si versa come una salsa sulla pasta appena scolata e il miracolo è fatto. Uno dei tanti.
a cura di Cristiana Cassè, testi di Enrico Saravalle, foto e realizzazione piatti di Ilva Beretta