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Chef Rubio, il cuoco non convenzionale che piace in tv e oltre

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Abbiamo fatto due chiacchiere con Chef Rubio per scoprire cosa bolle in pentola: Rio de Janeiro, un film e i social nella (fittissima) agenda dello chef di Unti e Bisunti

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Cuoco non convenzionale, estroverso e dai modi schietti, Chef Rubio ha conquistato il grande pubblico televisivo grazie al suo approccio sincero e diretto verso il cibo. Negli ultimi anni ci ha portato alla scoperta dei mercati rionali e dello street food italiano, ma i suoi viaggi all’insegna della bontà e della celebrazione di territori e tradizioni culinarie non finiscono.

Volete sapere cosa ci riserverà nei prossimi mesi? Lo abbiamo intervistato per scoprire – è proprio il caso di dirlo – cosa bolle in pentola!

Sarai lo chef ufficiale di Casa Italia alle Paralimpiadi di Rio 2016 che si svolgeranno dal 6 al 17 settembre. Un impegno che conferma la tua sensibilità e il tuo impegno nel sociale. Cosa ti ha spinto ad accettare questo incarico?
È un onore essere il cuoco ufficiale di Casa Italia perché Olimpiadi e Paralimpiadi sono l’evento sportivo per eccellenza, l’occasione per mostrare tutto il buono che c’è nello sport. A un invito del genere era impossibile dire di no! Inoltre con Casa Italia saremo in un contesto sociale unico e la nostra presenza avrà ancor più importanza (ndr: Casa Italia Paralimpica sarà allestita in una parrocchia di Rio e parte dei fondi destinati a finanziarne le attività saranno invece utilizzati per sostenere progetti sullo sport paralimpico, anche in zone disagiate alla città, che rimarranno dopo la conclusione dei Giochi).

DMAX_CHEF RUBIO_OLIVA ASCOLANA

Attualmente sei impegnato nelle riprese del film “Unti e Bisunti” che sarà trasmesso il prossimo inverno su DMAX. Cosa avrà di diverso dall’originale programma televisivo?
Il film avrà un formato totalmente diverso, sarà infatti un lungo e vuole essere un modo per chiudere una trilogia. Sarà un omaggio ai sapori, un racconto in chiave magica su di me e sulle tante persone che ho incontrato nel mio percorso. Rispetto alla trasmissione originale anche il linguaggio cambierà e ci saranno situazioni fiabesche. Non cambierà lo spirito: vogliamo, ancora una volta, omaggiare il territorio italiano e la nostra antica e meravigliosa tradizione del food.

Dopo averci insegnato con uno stile ironico e divertente a preparare la cacio e pepe, i bucatini all’amatriciana e le lasagne al pesto nella web-serie in LIS (Lingua dei Segni Italiana), quest’esperimento continuerà? Possiamo chiederti come mai hai scelto di sposare questo progetto?
Le video ricette in LIS sono state molto apprezzate, anche a me è piaciuto molto realizzarle e spero in futuro di poter dare un seguito a questa web-serie che ho prodotto in prima persona. Non c’è una motivazione specifica per cui ho scelto di farla, o meglio se dovessi individuare una ragione sarebbe una forzatura. La verità molto semplice è che non saprei fare altrimenti!

DMAX_CHEF RUBIO_CAVA

Calcio e amore per la buona tavola: un binomio indissolubile e tipicamente italiano al centro della campagna “Nonne do it better” di Peroni di cui sei stato il volto. Attraverso i racconti delle nonne, cosa hai scoperto della vita dei calciatori che non ti aspettavi?
Attraverso l’incontro con le nonne abbiamo voluto mostrare un lato inedito dei calciatori, spesso visti come supereroi lontani dalla nostra quotidianità. Invece anche loro hanno un background come noi, una storia personale dove c’è una nonna che li ha cresciuti a tagliatelle e piatti del cuore e che oggi, quando il nipote entra in campo, si preoccupa come farebbe nostra nonna. Personalmente m’interessava fare un’analisi più introspettiva, mettere a confronto due generazioni diverse per mostrare il rapporto tra vecchio e nuovo, tra modernità e tradizione.

Sei il protagonista del video super cliccato (250.000 visualizzazioni in 1 giorno) “Lo chiamavano Chef Rubio” che mette in luce l’ossessione per la condivisione a tutti i costi di immagini di cibo e per la corsa allo scatto perfetto da pubblicare – naturalmente – sui social network. Eppure tu sei uno chef che proprio sui social è molto amato e seguito, potrebbe sembrare una contraddizione: è così o credi ci sia un modo per comunicare il cibo usando strumenti moderni senza stravolgere la tradizione?
La verità è che è importante non esagerare, io faccio così. A volte sui social vedo foto costruite e si capisce da lontano che sono artificiali e chi le ha postate sta solo cercando di cavalcare una moda.
Invece è importante essere autentici, conoscere ciò di cui si parla e usare i social per diffondere messaggi positivi. Io credo di essere un esempio di questo connubio tra tradizione e modernità e ci sono tanti altri colleghi che lo fanno altrettanto bene, comunicando anche tutto ciò che sta dietro uno scatto.

Nel futuro di Chef Rubio ci sono ancora tantissimi altri progetti, tutti da scoprire continuando a seguirlo!

Claudia Minnella
Foto di apertura: Carbonelli&Seganti

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