All'Istituto Zanelli di Reggio Emilia, con 20 ettari di azienda agricola, gli allievi studiano e coltivano le varietà del territorio, recuperando quelle antiche. Come i vitigni da cui è nati un vino speciale, in collaborazione con una cantina vicina.
Lambrusco a più mani
L’enologo Luca Tognoli (a sinistra) e il prof. Daniele Galli dell’Istituto Superiore A. Zanelli (RE) sono tra i fautori del progetto Lambrusco Migliolungo. Le uve sono coltivate nell’azienda agraria della scuola, che utilizza il ricavato delle vendite dei propri prodotti per autofinanziarsi. Il vino (foto), con denominazione Lambrusco Frizzante Emilia IGT, viene prodotto da Cantina di Arceto (della Cooperativa Emilia Wine) in 20mila bottiglie l'anno, destinate a ristoranti ed enoteche; per il pubblico è disponibile nel punto vendita interno e online (emiliawine.eu).
Melone rospo, anguria da mostarda, zucca cappello del prete, vitigni di Lambrusco Oliva, Sgavetta e Fogarina … Nell’azienda agraria dell’Istituto Zanelli, gli studenti imparano sul campo che cos’è la biodiversità. Tra le colture a cui si dedicano i ragazzi, un progetto è dedicato al recupero di antiche varietà del territorio reggiano, che rischiavano l’estinzione: le sementi vengono custodite, sia in campo sia nella banca del germoplasma; e specie orticole ormai dimenticate tornano a vivere, come appunto il melone rospo della nostra ricetta. Nata nel 1879 come Regia Scuola di Zootecnia e Caseificio, già allora all’avanguardia, e in seguito convertita in Istituto d’Istruzione Superiore (2001), la struttura si estende per circa 20 ettari alle porte di Reggio Emilia e affianca alle coltivazioni di frutta, ortaggi e foraggio, l’allevamento di animali da cortile, suini di Mora Romagnola, pecore di rara razza Cornella bianca. Annessi all’azienda agraria si trovano un allevamento di vacche rosse reggiane e un caseificio, che trasforma il latte in parmigiano.
Il prodotto simbolo di questa attenzione al territorio e alla biodiversità è il Lambrusco Migliolungo. I vitigni sono di antiche varietà reggiane (21 in tutto), ben 10 della famiglia dei Lambruschi (Barghi, Grasparossa, Oliva…) più altre come Sgavetta e Fogarina, custodite e “salvate” per merito dell’Istituto Zanelli. “Un piccolo tesoro da preservare e valorizzare”, spiega l’enologo Luca Tognoli, anima del progetto del Migliolungo. “Quando, nel 2002, alcuni docenti della scuola hanno chiesto la collaborazione della nostra cantina (l’allora Cantina sociale di Arceto) per far nascere un vino da quelle varietà storiche, ho creduto subito nel valore dell’iniziativa. E il risultato è stato entusiasmante”, conclude. Il Lambrusco Migliolungo ha successo, anche fuori dal territorio, e ottiene nel tempo vari riconoscimenti. Quest’anno è stato rilanciato con una nuova etichetta “artistica”, che ha vinto l’Etichetta d'oro all'ultimo Vinitaly.
agosto 2021
a cura di Marina Cella
foto di Michele Tabozzi