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Alto Adige, l'eden delle mele

Luoghi e PersonaggiAlto Adige, l'eden delle mele

Un'infinita varietà, una cascata di gusto: l'Alto Adige è un vero paradiso per chi ama le mele.

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Una distesa di puntini colorati, stagliato sul verde delle foglie e sull'azzurro del cielo. E su monti che, al tramonto, si colorano di un rosa indimenticabile. Quella distesa, degna del miglior pittore impressionista, ci dice che l'Alto Adige è il paradiso delle mele.
Più freddamente, ce lo dicono anche i numeri: 18.400 ettari, coltivati da oltre 7.000 frutticoltori e un raccolto di circa 60 tonnellate (40% biologiche) l’anno.
Le tipologie sono tante: Granny Smith e Fuji, Golden Delicious (la più amata dagli italiani), Idared (poco nota e leggermente acidula). Le varietà marchiate Igp nel 2005 sono 13. Il tutto a coltivazione integrata, per ridurre drasticamente la necessità di prodotti chimici.

La cucina ringrazia: si pensi al classico strudel, ai succhi, agli aceti e al frutto essiccato per il muesli, per farcire pani rustici o da gustare come snack. L’essiccazione resta il metodo più naturale per conservare le mele. La famiglia Luggin insegna (www.luggin.net): i frutti sono quelli delle proprie coltivazioni della Val Venosta, poi affettati e fatti essiccare preservandone il fruttosio, i minerali e le vitamine.

Anche la famiglia Komiss è specializzata in frutta essiccata (a marchio Frutty). Nel maso di famiglia (vicino Bolzano) le mele vengono coltivate a metodo integrato e lavorate a mano, rinunciando a conservanti, additivi chimici e zucchero. Ne nascono rondelle di mele essiccate al cioccolato, o quelle aromatizzate con cannella, zenzero o menta.

I succhi
Un tempo era una bevanda a uso familiare; oggi è un prodotto di eccellenza, commercializzato per primo dalla famiglia Weissenhof. Mele raccolte a mano, spezzettate e pressate delicatamente, vivono un giorno di riposo: il succo che ne deriva, non filtrato, finisce in bottiglia e leggermente pastorizzato (www.weissenhof.com).
Thomas Kohl ricava invece i suoi succhi da frutti maturati a mille metri sull’altopiano del Renon, raccolti a mano e pressati. Ci sono i monovarietali, i grand cru, le cuvèes (www.kohl.bz.it).
Infine, il sidro. Meglio: «il primo sidro alpino», che alcuni giovani imprenditori producono unendo eccellenza altoatesina e tradizione britannica: Hoila (www.hoila-cider.com).

La bellezza
Della mela non si butta via niente. Da lei c’è chi ricava la “cartamela”, che sfrutta la cellulosa contenuta nelle bucce essiccate per ottenere carta e cartone ecologici. C’è invece chi ne sfrutta le virtù di antiossidante naturale: le Terme di Merano, per esempio, con un’intera linea per il viso che abbina i principi benefici dell’acqua termale a quelli delle mele (www.termemerano.it).


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