La
burrata è un
formaggio pugliese di latte vaccino che si presenta come un grosso involucro di pasta morbida a forma di palloncino schiacciato nella parte inferiore, con un diametro tra i 15 e i 25 cm, che va restringendosi alla sommità (come la
scamorza). Il cuore, cremoso, è quasi fluido appena fatto e diventa più consistente col passare dei giorni.
L’involucro di formaggio viene legato con steli di vizzo (un’erba spontanea) o nastri di fibra vegetale. La burrata è un cibo sicuramente molto nutriente, ma non quanto si crede: contiene 300-350 calorie per etto, come la mozzarella di bufala e poche di più della mozzarella classica (250/300).
Il sapore è quello del latte appena munto. È un formaggio che contiene molta panna e si può anche spalmare sul pane. La parte esterna è lucida ed elastica e ricorda la mozzarella. La burrata, proprio per il suo elevato contenuto di grasso, è deperibile. La burrata confezionata ha una durata di 10-15 giorni e si conserva in frigo nella parte meno fredda. Se acquistata sfusa si conserva sempre in frigo ma va consumata entro 2-3 giorni.
La storia della burrata
Tra i formaggi freschi più golosi in assoluto, la
burrata è nata quasi per caso negli Anni ’30 del secolo scorso, nel tentativo di recuperare gli avanzi della lavorazione casearia. La produzione ha avuto origine ad Andria, in Puglia, e via via si è estesa ad altri centri secondari; tra questi, uno dei più affermati è Martina Franca. Le pezzature tipiche sono di 300 o 500 g.
Come usare la burrata in cucina
Quando la
burrata arricchisce sughi e stuzzichini o, più in generale, viene mescolata con altri ingredienti, è necessario sgocciolarla con cura: la parte liquida al suo interno potrebbe infatti compromettere la consistenza del piatto. Mettete
la burrata in una ciotola, riducetela in pezzetti e versate il tutto in un colino a maglia fitta. Mescolate molto delicatamente e poi lasciate sgocciolare per una decina di minuti.