Primo
vino italiano ad ottenere la Doc nel 1969, il
Marsala è famoso come nettare dalla gradazione alcolica importante (17-18°), adatto ad accompagnare i dessert, a chiudere una cena o per essere utilizzato in cucina sulle classiche
scaloppine.
Pochi, però, sanno che il
Marsala non è uno solo: a seconda dell’utilizzo di uve a bacca bianca o rossa può essere di tonalità oro, ambra o rubino; il differente contenuto zuccherino, poi, distingue le tipologie dolce, secco e semisecco. Ma è soprattutto l’invecchiamento a fare la differenza.
Il
Marsala Fine è il più giovane (1 anno) e il più adatto in cucina. Il
Superiore (almeno 2 anni) è il classico vino da dessert che accompagna dolci e frutta secca. I
Marsala più invecchiati, oltre che vini da meditazione, sono ottimi anche a tavola. Il
Vergine (oltre 10 anni di maturazione) servito a 8-10° è un aperitivo che si sposa con parmigiano reggiano o grana padano, o con antipasti di pesce affumicato e bottarga. Il
Riserva Superiore (oltre 15 anni) esalta formaggi erborinati (gorgonzola, roquefort) e cioccolato fondente.