Il caffè è un piccolo albero originario dell’altipiano etiopico, dove cresce allo stato spontaneo anche ad alta quota. La specie più importante prende il nome di
«Coffea Arabica» ed è caratterizzata da foglie grandi e piccoli fiori bianchi. Altre specie sono la
«Robusta » e la
«Liberica», apparse in epoca più recente. Il nome caffè deriva dall’arabo
«qahwä» che, passando poi attraverso la forma turca
«akhweh» (che significa «ciò che stimola», che «porta in alto») è diventato
«coffee» in inglese,
«café» in francese e spagnolo,
caffè in italiano e
«kafee» in tedesco.
Sembra che la scoperta dell’Arabica risalga al 570 a.C., ma solo nel 15° secolo la pianta cominciò a essere coltivata nell’Arabia del Sud, da dove poi si diffuse nei Paesi bagnati dall’Oceano Indiano e, successivamente, nel Vecchio e nel Nuovo Mondo. Intorno al 1700 si iniziarono in Brasile grandi coltivazioni, ma solo all’inizio del 1800 se ne cominciò una massiccia esportazione. A introdurre il caffè in Italia furono i
Veneziani: proprio a Venezia nacque nel 1500 la prima
bottega del caffè. La pianta del caffè esige un clima caldo e umido. Il frutto maturo contiene due grani, o semi, dai quali si ottiene la bevanda omonima. Il caffè si conserva meglio in grani, collocato in un posto fresco e asciutto;mentre quello macinato va consumato rapidamente perché perde in fretta il suo profumo.