La
barbabietola rossa è uno dei pochi
ortaggi da radice ancora coltivati e consumati. Infatti, benché le sue foglie, grandi e colorate, siano commestibili, la produzione per il mercato è quasi esclusivamente quella del tubero: di forma tondeggiante o allungata, con polpa carnosa di colore rosso-violaceo (più comune) o bianco, a seconda della varietà, alcune selezionate e migliorate per la coltivazione a scopo commerciale su vasta scala.
Tra le varietà storiche nostrane, riconosciuta come Pat - Prodotto Agroalimentare Tradizionale c’è la
rossa di Chioggia, caratterizzata da pasta bianca e anelli concentrici rossi. Come suggerisce il nome, la zona di maggior produzione in Italia è il Veneto (tipici i “casunziei” ampezzani, sorta di ravioli con ripieno di barbabietola, di tradizione mitteleuropea), ma è coltivata anche nella pianura Padana e in tutto il Nord.
Quando è fresca, la
barbabietola rossa va acquistata non troppo grande (circa 5-8 cm di diametro, altrimenti risulta fibrosa) e
cotta al forno o lessata con la buccia. Disponibili tutto l’anno e molto diffuse sono quelle precotte, già pronte all’uso, in commercio in confezione sottovuoto. Offrono il vantaggio della praticità, anche se sono un po’ meno saporite.