La
lenticchia, detta anche lente, è una pianta erbacea appartenente alle leguminose con baccelli rettangolari contenenti ognuno 2-3 semi di colore giallo oppure bruno o nero (alcune varietà orientali). Dopo la raccolta i semi vengono essiccati e venduti sfusi o in apposite confezioni.
Ne esistono di diverse qualità. Le
lenticchie comuni sono marroncine, di dimensioni medie, mentre le giganti sono
lenticchie verdi e piatte. Le
lenticchie piccole, come quelle di Castelluccio, sono variegate, dal biondo al bruno. Le
rosse, o egiziane, sono di un bel color corallo e si trovano intere o decorticate, cioè prive della buccia.
Esistono anche
lenticchie nere e tondeggianti, dette “beluga” perché simili al caviale.
La lenticchia è uno dei legumi più antichi, forse il più antico in assoluto. Sembra infatti che le sue origini risalgano addirittura a1 7000 a.C.; il «luogo di nascita» delle lenticchie è l’Asia sud-occidentale (dove oggi si trova la Siria): da qui si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, diventando poi uno dei cibi poveri della Grecia e dell’antica Roma.
Che siano o meno da ammollare, prima di
cucinare le lenticchie lavatele e controllate che non ci siano sassolini o impurità (può capitare, specie con quelle sfuse). All’acquisto, verificate la data di scadenza: se è vicina nel tempo (poche settimane) probabilmente state acquistando un prodotto vecchio di almeno un anno.
Lenticchie ammollo, sì o no?
Di solito, si mettono a bagno le
lenticchie grandi (comuni e giganti) e non le più piccole, come quelle di Castelluccio e le rosse. Un rapido ammollo (30-60’) rende comunque più tenere anche le lenticchie piccine, mentre è sconsigliato se volete servirle in insalata, dove devono essere consistenti. Per non sbagliare attenetevi a quanto indicato in etichetta.