Il
curry è il nome inglese di una miscela di
spezie molto usata in India. In questo Paese lo si aggiunge al cibo sia durante la cottura, sia al momento di mangiarlo. E ogni donna indiana possiede una ricetta «segreta» per preparare il miscuglio. In India il nome dato a questo «mix» di spezie non ha alcun significato e proviene probabilmente da «turkarri» che, in lingua hindi, significa «umido». In effetti tutti i piatti che contengono il curry sono degli umidi.
Il curry «occidentale » è di colore arancio scuro; in India, invece, il curry ha colori differenti che vanno dal bianco al bruno dorato, al rosso e perfino al verde, a seconda della sua composizione. Il curry commercializzato nel nostro Paese, in genere, comprende: pepe, coriandolo, pepe di Cayenna, zenzero, curcuma, cumino, fieno greco, chiodo di garofano, cardamomo, noce moscata, tamarindo, pimento.
Esistono tre varietà di curry: «mild», la qualità meno piccante,«hot», piccante, e «very hot», piccantissima (questa differenza è determinata dalla dose più o meno massiccia di pepe di Cayenna). Questo miscuglio di spezie è talmente importante nella preparazione dei piatti orientali da dare il nome al piatto stesso. Esistono così curry di carne, di pesce, di verdure e sono sempre accompagnati da riso prima cotto al vapore.