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L’importanza dell’acqua

News ed EventiNewsL’importanza dell’acqua

Siamo i maggiori bevitori di acqua minerale nel mondo. Ma sappiamo quanta, come e quale bere?

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Se d’inverno l’acqua ha un ruolo più marginale, sta sul tavolo perché ci deve stare e ci disseta dopo aver gustato le ricche pietanze del freddo, con l’estate e (la prova costume) alle porte, il suo ruolo cambia di molto e assume quasi la stessa importanza di un cibo vero e proprio. Il momento è quindi propizio per spendere due parole sulla bevanda “originaria” e analizzare le abitudini degli italiani.

La buona notizia è che il Bel Paese, con circa 190 litri di acqua minerale pro capite all’anno, si posiziona sul gradino più alto del podio. Meno confortante invece la nostra preparazione sull’argomento, pecca che comunque condividiamo con il resto del mondo. A nostra discolpa si può dire però che per leggere e interpretare l’etichetta (oltretutto a prova di lente di ingrandimento) servono nozioni non semplici da ottenere, poco diffuse tra i non addetti ai lavori. Proviamo quindi a stilare un piccolo vademecum di idratazione quotidiana.

Quanta berne: per chi conduce una vita sedentaria da 1,5 a 2,5 litri al giorno, secondo la stagione e la necessità personale. Anche oltre i 3 litri per pratica attività sportiva.

Come berla: a intervalli regolari durante l’arco della giornata. Bere un litro tutto di fila per raggiungere la quota giornaliera è controproducente.

Quali sali privilegiare: in realtà il ragionamento andrebbe fatto una volta per tutte con il medico, dopo aver analizzato la propria condizione (giovane/vecchio, sedentario/sportivo, ecc.) e gli esami del sangue di routine. In generale, ecco a cosa servono i vari elementi di cui le acque in commercio possono essere ricche: il calcio favorisce il rafforzamento delle ossa e sostiene l’attività muscolare, il magnesio è un aiuto nella funzionalità intestinale, il potassio regola gli impulsi nervosi e muscolari, lo zolfo contribuisce al benessere di capelli e ungie, il ferro è fondamentale in gravidanza e allattamento, selenio, zinco e manganese hanno funzione antiossidante. E il sodio? Alza davvero la pressione? Fine a se stesso, e a scanso di situazioni particolari, non è un valore da “demonizzare”, nel senso che la dose assunta attraverso l’acqua è minima rispetto a quanto ne viene introdotto con l’alimentazione.

Che cos’è il residuo fisso? È la quantità di sali minerali depositati da un litro di acqua minerale fatto evaporare a 180 °. E’ secondo questo valore che vengono classificate le acque:
- le minimamente mineralizzate hanno una quantità di minerali inferiore a 50 milligrammi per litro, sono leggere, favoriscono la diuresi e facilitano l’espulsione di piccoli calcoli renali.
- le oligominerali (fino a 500 mg/l) sono ottime acque da tavola, diuretiche e povere di sodio, adatte ad essere bevute quotidianamente (ideali per i bambini).
- le minerali (da 500 a 1000 mg/l) contengono una percentuale consistente di sali e pertanto non devono essere bevute in quantità eccessive (massimo un litro al giorno), alternandole con acqua oligominerale (vale in particolare per le donne in gravidanza). Oltre 1500 mg/l si parla di acque ricche di sali minerali: si usano a scopo curativo su consiglio medico e sono in genere vendute in farmacia.

Che cos’è la durezza: è determinata dal contenuto di calcio e magnesio e viene espressa in gradi francesi (°F): più il valore è alto, più l’acqua è calcarea. Le acque dolci hanno durezza inferiore a 15°F, le mediamente dure tra 15 e 30 °F e le dure oltre i 30 °F. La durezza media o elevata può variare il sapore dell’acqua ma senza problemi per la salute: l'attuale normativa (DL31/2001) raccomanda valori tra 15-50 °F, se espressi in peso, equivalgono a 60-200 milligrammi per litro.

Cristiana Cassé
19 maggio 2015

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