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Dagli Usa all'Italia, scienza e design della razione K

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A Milano apre una mostra, in America scienziati lavorano sulle sue nuove frontiere. Il pasto del soldato è un esempio di design e scienza insieme, con grande attenzione per l'apporto energetico del militare in azione

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Il pasto del soldato: un concentrato di scienza, gusto, resistenza e design. Mentre negli Stati Uniti sorge il più avanzato laboratorio scientifico che inventa ogni giorno nuove ricette, in Italia inaugura una mostra che racconta come la razione K cambi nel mondo. E proprio il nostro Paese brilla per varietà di proposte e attenzione ai pasti dei militari in azione.

Nelle campagne del Massachusetts sorge il Natick Lab Center, un luogo dove da trent'anni un gruppo di studiosi, tra scienziati e chef gourmand, studiano i migliori e più resistenti pasti per la US Army, l'Esercito americano. È qui che si compiono esperimenti culinari senza precedenti (clicca qui), nel tentativo di riuscire a ricreare in laboratorio quei gusti appetitosi delle pietanze di casa, trasformandole in barrette, scatolette, piccoli contenitori che siano in grado di resistere agli urti, al grande freddo, al caldo estremo, e che non abbiano bisogno di essere refrigerati né riscaldati. È il laboratorio più innovativo al mondo per lo studio (con gusto) delle nuove frontiere della razione K, nel Paese in cui proprio il nome del pasto compatto per soddisfare i bisogni energetici dei soldati in guerra è stato inventato, nel 1942.

A Natick sorge un laboratorio di valutazione sensoriale dove ogni preparazione viene sottoposta a diversi test di gusto, accanto ai macchinari che simulano su ogni alimento fino a 3 anni di conservazione nelle situazioni più estreme. Qui sono nati anche brevetti poi esportati in tutto il mondo: è il caso di un pane senza farina in grado di conservarsi anche 3 anni e uno scaldavivande senza fiamma che può riscaldare in ogni situazione estrema i primi piatti messi a menu. E ora è in arrivo l'ultima novità: gli scienziati del Natick Lab stanno cercando di applicare la stampa 3D del cibo alla razione K per variare ulteriormente i loro menu.

Anche in Italia vi è grande attenzione per il regime alimentare dei soldati: da diversi anni – l'ultima variazione risale al 1993, ma le prime arrivarono già nel 1952 – esiste un pacchetto giornaliero consegnato ai militari in azione, composto da una busta in cui sono contenute tre scatole, corrispondenti ai tre pasti della giornata. Con questa confezione infatti, dall'alto apporto energetico e calorico per affrontare ogni tipo di situazione di sforzo fisico, il soldato ha totale autonomia per l'intero giorno.

Ma cosa è contenuto nella razione K italiana? Esistono sette diversi menu corrispondenti ai giorni della settimana, contrassegnati da colori diversi. Per esempio il menu rosso, propone a colazione biscotti, cappuccino liofilizzato, latte concentrato, gelatina di frutta, barretta di cioccolato, zucchero. A pranzo offre tortellini al ragù, carne in scatola, crackers, macedonia, vitamine, caffè, crusca. A cena insalata di riso, medaglioni di bovino, crackers, caffè, zucchero, barretta energetica. I pasti principali, pranzo e cena, corrispondono in media a 1400 calorie l'uno.

Grande importanza è poi data agli accessori che compongono il kit: ogni soldato ha a disposizione spazzolini, fiammiferi, salviette, stuzzicadenti, fornello e tavolette combustibili, posate, contenitori ecologici, e deve avere con sé un quantitativo di acqua (circa 300 ml) per reidratare le bevande liofilizzate, come il caffè.

Proprio per testimoniare gli sforzi e il lavoro fatto per condensare in poco spazio interi pasti, salvaguardandone il gusto, il 22 gennaio è stata inaugurata a Milano alla Triennale una mostra ("RAZIONE K - Il pasto del soldato in azione") aperta fino al prossimo 22 febbraio (clicca qui). L'idea è del designer Giulio Iacchetti, che nell'anno dell'Expo 2015 dedicato alla nutrizione, riflette sul design delle razioni fornite al soldato in azione.

Un grande esempio di funzionalità del packaging e di sforzo progettuale per trovare il minimo ingombro, la facilità d'uso, la resistenza di questi pasti. Dalle razioni K dei soldati italiani ai pasti della Stazione Spaziale dove è al lavoro Samantha Cristoforetti, passando per le scelte di Germania, Olanda, Russia, Spagna, Svezia e di molti Paesi extraeuropei, in mostra vi sono la semplicità e la funzionalità delle razioni K di tutto il mondo.

Eva Perasso
23 gennaio 2015

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