La prima etichetta di Solaia, mito assoluto dell’Italia del vino, riporta il millesimo 1978. Allora, e per la sola vendemmia a seguire, non v’era traccia di sangiovese. Venne introdotto successivamente e cambiarono i rapporti tra i due cabernet a favore del sauvignon. Quel che non cambia è l’eccellenza che lo contraddistingue e che ne fa vino di classe straordinaria, profondamente legato al terroir. Ha colore rosso rubino concentrato e luminoso. Lo spettro olfattivo comunica memorie complesse e profonde: tabacco, venature lignee di incenso e vaniglia, petali di rosa. Poi piccole bacche di rovo, cassis, mirtillo, dalle quali emergono aromi evoluti di humus e cuoio, ancora timidi, ma destinati a diventare protagonisti della scena olfattiva. La struttura gustativa è piena, compatta e concentrata, con un equilibrio e stile impeccabili. Peccato il prezzo. Il cru Solaia si estende per dieci ettari presso la Tenuta Tignanello, contiguo al vigneto omonimo. Viene prodotto solo nelle annate migliori.