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Il cioccolato aiuta la memoria

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Secondo un recente studio il cioccolato contrasta la perdita di memoria dovuta all'età: però ce ne vuole tantissimo

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I primi freddi, Halloween, il Natale che si avvicina: tutto complotta a incoraggiare - se ce ne fosse bisogno - la nostra passione per il cioccolato.

Ora anche una recente ricerca scientifica. Uno studio pubblicato sul giornale Nature Neuroscience e riferito dal New York Times, ha mostrato i benefici del cioccolato contro la naturale perdita di memoria dovuta all'età.

Sono stati presi in esame due gruppi di persone sane tra i 50 e i 69 anni. A uno è stata somministrata per tre mesi una bevanda ricca di antiossidanti presenti nel cacao. Entrambi i gruppi poi sono stati sottoposti a un test di memoria. I soggetti che avevano bevuto il mix l'hanno superato molto più brillantemente degli altri e hanno mostrato capacità mnemoniche adeguate a persone più giovani di circa 20 o 30 anni.

Si è osservato che questo mix portentoso rinforza una specifica area del cervello, quella che permette per esempio di ricordare dove è stata parcheggiata la macchina o di ricostruire il volto di una persona conosciuta da poco. Quindi, suggeriscono gli studiosi, potrebbe essere utile a ritardare la fisiologica perdita di memoria dovuta all'età.

Le conclusioni della ricerca, però, non devono incoraggiare i numerosi fan del cioccolato americani e di tutto il mondo: non forniscono il pretesto per abbuffarsi. Per ottenere gli stessi sorprendenti risultati del test bisognerebbe mangiare al minimo 300 grammi di cioccolato fondente (cioè almeno 3 barrette al giorno) o di cacao non zuccherato. La concentrazione di flavonoidi, poi, dipende molto dai trattamenti utilizzati: molti di quelli che servono per realizzare barrette al latte o dolciumi disperdono le loro qualità. Quantità impensabili, che provocherebbero danni alla linea e forse problemi di digestione.

Una delusione per tutti quelli di noi che alle soglie o già oltre i 50 stavano già sognando una dispensa colma di neri irresistibili quadretti. Se non altro lo studio apre a una speranza: che quel quadretto rubato e gustato con infinito piacere, nonostante o appena entro i limiti dei regimi alimentari che ci suggeriscono, non faccia solo bene all'umore, combatta i radicali liberi e aiuti la circolazione - come sempre più spesso ci dicono - ma ci aiuti anche a ricordare. Se non altro di mangiarne un altro domani.

Livia Fagetti
29 ottobre 2014


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