Super Pippo è un eroe bonario e rassicurante, ma la nocciolina di cui va ghiotto e che a lui conferisce super poteri, è per molti suoi fan un alimento rischioso, che genera allergie anche gravi soprattutto nei bambini.
Il problema può sembrare di piccola entità rispetto a intolleranze ad alimenti più comuni, specialmente se per voi le arachidi sono solo uno sfizio da aperitivo o una guarnizione per il gelato. Eppure basta leggere le etichette dei più svariati cibi presenti al supermercato per rendersi conto di quanto spesso gli alimenti più comuni, nel corso della loro lavorazione, vengono a contatto con le arachidi e questo è sufficiente per renderli potenzialmente pericolosi. Tanto che preparare un pasto anche banale per un soggetto sensibile all'allergene (presente in due proteine del frutto) si rivela un percorso a ostacoli.
I sintomi dell'allergia variano a seconda del soggetto, ma si possono così sintetizzare: problemi di respirazione, costrizione alla gola, mal di stomaco e problemi digestivi, occhi gonfi che lacrimano, viso gonfio e persino improvvisa irritabilità. Nei casi più gravi inoltre la reazione potrebbe scatenare uno shock anafilattico.
Da tempo i ricercatori stavano sperimentando un sistema di cura "mitridatica", ovvero basata sulla graduale assuefazione dell'organismo alla sostanza allergizzante (Mitridate era, infatti, l'antico re che riuscì a immunizzarsi al veleno assumendone piccole quantità quotidiane allo scopo di sventare possibili attentati), ma ora un team di ricercatori del North Carolina pare aver trovato qualcosa di meglio. Tanto da riuscire a creare le prime arachidi garantite come totalmente antiallergiche mai esistite.
La metamorfosi è resa possibile da una soluzione enzimatica nella quale i frutti vengono immersi prima dell'uso. La sua composizione è ovviamente segreta ma il prodotto finale, che verrà commercializzato dall'azienda Xemergé, non è organicamente modificato, ha caratteristiche e sapore identici alle noccioline tradizionali e mantiene intatti i valori nutritivi del frutto quali grasso linoleico, magnesio, fosforo e niacina.
"Le arachidi trattate con il nostro preparato", ha dichiarato il dottor Jianmei Yu, alla guida del team responsabile della scoperta, "possono essere utilizzate in qualsiasi modo: intere o a pezzi, per fare la farina e addirittura per creare il famoso burro di arachidi". Un alimento che in Italia ha sempre avuto poca fortuna, ma che per molti americani è alla base di ogni merenda degna di questo nome.
Daniela Falsitta,
27 agosto 2014