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Industria alimentare: la famiglia fa business

News ed EventiNewsIndustria alimentare: la famiglia fa business

Tradizione, competenza e amore per il proprio lavoro. Grazie a queste le caratteristiche le aziende familiari sono diventate imprese vincenti nel secondo settore più importante dell'economia italiana

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La famiglia fa funzionare l'economia, specialmente quando si unisce per produrre. È quanto emerge dall’Osservatorio AUB (AIdAF UniCredit Bocconi) sulle aziende familiari del comparto alimentare presentato a Giarre (Catania). L’Osservatorio, promosso da AIdAF (Associazione Italiana Aziende Familiari), UniCredit, Cattedra AidAF–EY di Strategia delle aziende familiari dell’Università Bocconi e Camera di Commercio di Milano ha il compito di monitorare strutture, dinamiche e performance delle aziende familiari italiane con fatturato superiore a 50 milioni di euro.

Nell’industria alimentare italiana (che genera un fatturato di 130 miliardi) l'Osservatorio AUB ha individuato 373 aziende con un fatturato sopra i 50 milioni di euro appurando che ben 229 (il 69,4%) è di proprietà o a controllo familiare. Queste imprese producono un fatturato di 47,4 miliardi di euro, vale a dire il 36,5% di quello prodotto dall’intero comparto alimentare.

Di particolare interesse è la longevità delle aziende di tipo familiare, un dato attestato dal fatto che il 68,3% ha oltre 25 anni di età, un periodo sufficiente a fare in modo che la tradizione diventi uno dei marchi di fabbrica dell'impresa. Questa caratteristica, che si evidenzia nella tendenza a tramandare ricette e segreti, permette alle imprese di arrivare anche alla terza generazione e oltre (7,1%). Ma l'attaccamento alla tradizione e alla specificità del territorio è una caratteristica anche delle aziende di prima generazione, che rappresentano il 30% di quelle censite.

Ciò dipende dalla specificità di questo settore industriale, che richiede un bagaglio tecnico specifico dovuto alla storia e al lavoro diretto sul territorio, ma necessita anche di una sensibilità particolare nei confronti del prodotto. Ciò spiega l’aumento dell’età media del leader aziendale, che alla fine del 2012 ha superato i 60 anni. Tra le aziende familiari dell’alimentare, quelle guidate da leader con una maggiore esperienza e professionalmente legati all’azienda conseguono performance superiori.

A questo proposito, Marco Gabbiani, esperto di Family Business di UniCredit, ha osservato che “nel focus sulle aziende appartenenti al comparto alimentare è emerso come circa il 69% di queste aziende sia caratterizzato da una proprietà familiare, un fenomeno riconducibile alle caratteristiche specifiche di questo business, tra cui il forte rapporto tra la famiglia stessa, la propria azienda ed il territorio di riferimento. Ora è importante che le aziende di questo comparto, una delle eccellenze dell’Italian Life Style, sappiano cogliere le sfide che le attendono e che si basano principalmente su crescita dimensionale e innovazione sia di prodotto che di processo”.

In ogni caso, la relazione tra famiglia e impresa non impedisce il mutamento dei modelli di governo: le aziende si sono orientate negli ultimi anni verso strutture più complesse: il 45,8% è guidato nell’ultimo anno da un team di amministratori (circa il 12% in più rispetto a 10 anni prima).

“Nei prossimi anni" ha detto Guido Corbetta, titolare della cattedra AidAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari dell’università Bocconi "le aziende familiari dei comparti analizzati dovranno dotarsi delle competenze manageriali e delle risorse finanziarie di lungo termine per accelerare i processi di acquisizione e di internazionalizzazione. Solo così potranno mantenere ed anche aumentare il loro ruolo di leadership internazionale, cogliendo le grandi opportunità che si stanno manifestando nei comparti interessati”.

Alessandro Gnocchi
17 luglio 2014

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