Un italiano su due in vacanza è disposto a spendere di più per mangiare piatti tipici della cucina locale. Un'indagine Coldiretti/Ixe rivela che nei menu turistici Made in Italy spesso però sono presenti piatti che non sono tipici per niente. Anzi sono un falso.
Attenzione ai menu acchiappa turisti quindi, dove spesso è in agguato il tarocco. Il rischio è più alto nelle località famose prese d'assalto soprattutto da stranieri.
Qui sono moltissimi i ristoranti che offrono ricette “false” come la cotoletta alla milanese cucinata con carne di pollo o maiale e fritta nell’olio di semi. Quella vera è preparata con carne di vitello e fritta nel burro! "I viaggiatori vogliono mangiare tipico", spiega Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, "spesso si scontrano però con la mancata trasparenza nell'indicazione degli ingredienti. La crisi inoltre ha favorito le truffe a tavola".
Per bloccare le oliere truccate nei ristoranti per esempio, è stato approvato in Parlamento un emendamento sul tappo “antirabbocco”. Le bottiglie di olio extravergine sulle tavole dei ristoranti dovranno avere una chiusura che non ne consenta un nuovo riempimento.
Continuando con l'elenco dei "tarocchi" tipici dobbiamo evitare gli spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto e formaggio grattugiato. La vera carbonara si prepara con guanciale e pecorino romano.
Poi “la squisita e fresca” caprese servita con formaggio industriale. Il made in Italy prevede la mozzarella di bufala o fiordilatte. E ancora, la pasta al pesto con mandorle, noci o pistacchi e formaggio comune. La ricetta tipica è fatta con pinoli e con parmigiano reggiano e pecorino romano.
Ma i più grandi inganni della nostra tradizione culinaria presenti in tutta la Penisola sono il tiramisù (panna al posto del mascarpone) e gli immancabili spaghetti alla bolognese; una calamita per gli stranieri. A Bologna si sono sempre usate le tagliatelle, di tutte le misure ma solo tagliatelle.
Non solo cibo ma anche souvenir enogastronomico. Conclude lo studio della Coldiretti un consiglio: rivolgetevi direttamente ai produttori, alle aziende agricole, agli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, e cercate sulle confezioni il caratteristico logo (Dop/Igp) a cerchi concentrici blu e gialli con la scritta per esteso nella parte gialla “Denominazione di Origine Protetta” o “Indicazione Geografica Protetta” mentre nella parte blu compaiono le stelline rappresentative dell’Unione Europea.
Buon appetito tipico a tutti.
Diego Stadiotti
15 luglio 2014