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Il cibo in pillole, firmato Nestlè, sarà realtà?

News ed EventiNewsIl cibo in pillole, firmato Nestlè, sarà realtà?

Nei laboratori Nestlé stanno studiando come realizzare cibi completi di tutti i nutrienti in capsule. Ma la domanda è: davvero possiamo considerarli pasti?

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Nome in codice Iron man: gli scienziati Nestlè stanno studiando il modo per creare cibi in capsula, capaci di alimentare le persone con tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Il progetto è ancora a uno stadio embrionale e la sua messa in pratica potrebbe richiedere addirittura anni. Ma le premesse per il suo sviluppo ci sono tutte.

In pratica Iron man sarà in grado di individuare le carenze della dieta di ciascuno e, dopo un’attenta analisi, potrà sfornare il mix di molecole giusto per reintegrare le sostanze mancanti o presenti in quantità sbagliate. E chi ama le proiezioni futuristiche e gli scenari fantascientifici pensa già che Iron Man nel giro di qualche anno potrebbe diventare un elettrodomestico comune, come è successo al microonde.

Per dirla in altre parole, se attualmente le persone sanno a mala pena quali sono i propri livelli di colesterolo o trigliceridi e, di conseguenza, possono tarare la dieta, riducendo condimenti, grassi o zuccheri. Qui invece sapranno esattamente quanto magnesio, potassio o vitamina B andranno consumati tutti i giorni per restare in buona salute e la macchinetta, inoltre, li produrrà direttamente.

Il Nestlé Institute of Health Sciences di Losanna in Svizzera, dove l’idea sta prendendo forma, è una struttura avanzatissima. Il progetto Iron Man coinvolge una quindicina di studiosi che sono al lavoro da circa un anno. Ma nei laboratori svizzeri operano circa un centinaio di scienziati, che studiano i segreti molecolari dell’alimentazione, concentrandosi sull’obesità, ma anche sui legami tra insufficienze di vitamine e sali minerali e lo sviluppo di problemi di salute come diabete, malattie cardiovascolari, Alzheimer e tumori.

Se dal punto di vista medico, questo progetto ha indubbiamente il suo fascino, perché promette sviluppi interessanti nella prevenzione e nella cura di malattie gravi, degenerative e sempre più diffuse.

Dal punto di vista culinario tuttavia suona poco allettante: chi potrebbe avere il desiderio di sostituire una cena succulenta con una cucchiaiata di pillole? Forse nemmeno i più pigri, quelli che non amano cucinare e lo ritengono una perdita di tempo, sarebbero disposti a rinunciare al piacere di una semplice pasta al sugo o di un cremoso tiramisù.

testo di Barbara Roncarolo
grafica di Patrizia Zanette
7 luglio 2014

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