Davanti al banco del pesce o al ristorante spesso ci si sente smarriti. Chi sa se le spigole e gli scorfani in vendita sono "di stagione"? Se i pesciolini del misto per la zuppa hanno la taglia minima prevista dalla legge? Come si fa a scoprire se le telline sono state pescate con il rastrello (ammesso) e non con le dannosissime draghe idrauliche?
Questo tipo di informazioni sono necessarie per pescatori e venditori ma influenzano anche i consumatori più di quanto si potrebbe pensare. Le norme comunitarie e nazionali, nate soprattutto per preservare molte specie da catture sconsiderate, condizionano la disponibilità del pescato sul mercato, come tipologia, quantità, freschezza. E quindi anche i consumi, che in Italia aumentano nella stagione estiva. Insomma, bisogna saper scegliere, sia al momento dell'acquisto, sia quando si ordina al ristorante.
Per districarsi nel labirinto delle normative arriva in soccorso Federcoopesca-Confcooperative. Spiegando che esistono taglie minime per ben quaranta prodotti ittici. Per esempio, i cefali devono essere sopra i 20 cm e la palamita sopra i 25; sogliola e orata di almeno 20 cm, triglia e sardina di 11 e acciughe di 9.
Diffidare poi dell'offerta di calamaretti. Sono molto difficili da catturare perché le maglie delle reti da pesca certificate hanno dimensioni più grandi di un tempo: è un modo per tutelare le specie che non hanno raggiunto l'età adulta. Quindi i calamaretti sfuggono facilmente e sono ormai una rarità.
E i bianchetti? Vietati per la maggior parte dell'anno, perché si tratta di novellame, pesce azzurro appena nato, quindi uno spreco enorme da un punto di vista ecologico. Attenzione ai "bianchetti" che si trovano in commercio: spesso si tratta di pesce ghiaccio decongelato, una specie d'acqua dolce cinese.
Infine i cannolicchi, molluschi bivalvi che vivono nella sabbia: devono superare gli 8 cm, e anche ad occhio è facile accorgersi se le dimensioni non sono adeguate.
Pescatori e venditori che sgarrano rischiano fino a 4mila euro di multa. Quando si acquista quindi, niente paura: chiedere chiarimenti e informazioni sulla provenienza e il metodo di pesca è lecito, anzi doveroso. Per gustare pesce sicuro, fresco e con le carte, anzi le misure, in regola.
Barbara Galli,
17 giugno 2014