Niente carne o pesce nel piatto, e nemmeno uova, latte o formaggio, ovvero niente animali e niente che origini da loro. Questa è la filosofia vegana, che può essere etica (quando nasce nel rispetto degli esseri viventi) oppure dietetica (quando viene intrapresa per salvaguardare la salute). Una scelta durissima, che fino a non molto tempo fa contava ben pochi seguaci nel mondo occidentale ed era vista dai più come una stravaganza per gente “alternativa” o come l’esito di una patologica tendenza all’autolesionismo. Ma cambiano i tempi. Dal parrucchiere si parla del controllo del colesterolo e “magro è bello” è diventato lo slogan di tutti noi. In questo substrato, dove regnano insieme il buon senso e la curiosità, il regime vegano riguadagna terreno, proponendosi in modo nuovo, più dolce e approcciabile, fino a diventare una moda.
Un piatto vegano oggi lo si cucina per sfizio, per vedere se è buono e per imparare a cimentarsi con ingredienti insoliti, dal tofu al seitan, oppure si diventa vegani part-time, come nel caso di Mark Bittman, giornalista di food del New York Times, che si è inventato una dieta tutta sua, la VB6, Vegan before six (vegano prima delle sei). Consuma solo vegetali fino al calar del sole e poi ritorna onnivoro: un modo per rimanere in forma senza deprivazioni estreme e per restare un animale sociale, che non costringe la famiglia a menu assurdi e quando va al ristorante con gli amici non ordina solo insalata e verdure cotte. Da questa trovata, che non ha fondamento scientifico ma ha fatto perdere a Mark Bittman la bellezza di 16 chili, è appena nato il libro “The VB6 Cookbook”.
Sul panorama italiano, si affaccia invece il progetto Veg+, che ha preso il via a Bergamo proprio in questi giorni e nasce da una collaborazione tra Ascom e Lav (Lega anti vivisezione): 15 ristoranti della città lombarda realizzeranno un menu stagionale vegano con almeno 4 piatti, dall’antipasto al dolce. Per riconoscere le insegne che aderiscono all’iniziativa basterà cercare la vetrofania “Veg+. Qui mangi anche vegano”. Un'idea per chi fa sul serio, ma anche per chi ci vuole provare ogni tanto senza cambiare la lista della spesa.
E visto che i piatti vegani possono anche essere, a sorpresa, piuttosto gustosi, come non berci sopra un buon bicchiere? Ci hanno pensato in Trentino, dove è nato il vino 100% bio-vegan: un’eccellenza realizzata dalla cantina Aldeno solo con uve biologiche e in assenza di albumina, gelatina o qualsiasi altra sostanza di origine animale.
Cristiana Cassé
4 giugno 2014