Prezzi vertiginosi per i cocktail a base di lime a Manhattan. Ma la causa sta in Messico ed è legata ai cartelli dei narcotrafficanti
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Tre dollari in più della scorsa settimana per un Margarita, una Caipirinha o un Mojito: è quanto trovano oggi i newyorkesi nel conto del loro aperitivo se fatto, come tradizione comanda, col lime. L'alternativa è sorseggiare un drink preparato con succo di limone al posto di quello del fratello minore, di sapore ben più dolce e delicato. E lo stesso potrebbe accadere con altri cocktail e piatti che hanno come protagonista il piccolo agrume verde.
La ragione del vertiginoso aumento di prezzo va ricercata migliaia di km più a sud, nello stato messicano del Michoacàn, dove si produce la gran parte della frutta esportata negli States, di cui oltre la metà sono lime. E dove fino allo scorso anno regnava incontrastato il cartello dei narcos dei Templari, non solo attivo sul mercato della coca ma anche su quello ortofrutticolo. Stanchi degli infiniti soprusi, a dispetto dell'inerzia di esercito e polizia messicani, i contadini si sono organizzati in comitati di autodifesa, armi alla mano.
Costretti a intervenire, i militari messicani hanno ristabilito l'ordine. Almeno all'apparenza. Perché a questo punto i narcos hanno deciso di operare in modo sotterraneo, imponendo il pizzo sui raccolti e istituendo veri e propri posti di blocco. E così i prezzi della frutta sono lievitati, a partire da quello del lime.
Una settimana fa il costo dell'agrume all'ingrosso era triplicato e il frutto irreperibile nei negozi. Solo pochi temerari agricoltori messicani hanno di nuovo imbracciato le armi per difendere e far arrivare a destinazione il loro raccolto. Che i newyorkesi più fortunati possono godere nei sofisticati bar di Manhattan. Gli altri, citando Paolo Conte, opteranno per "un mojito al limon". (Fonte: La Repubblica)